VINCENZO DE LUCIA

Nella vita sono Mara, ma nel lavoro sono Maria

Attore, imitatore, ospite fisso di “Stasera tutto è possibile”, il comedy show del martedì di Rai 2 condotto da Stefano De Martino, realizzato dalla Direzione Intrattenimento Prime Time in collaborazione con Endemol Shine Italy. Vincenzo De Lucia racconta al Radiocorriere Tv la sua sfida per riuscire ad assomigliare ai personaggi femminili che interpreta

 

Come vive la squadra di “Stasera tutto è possibile”?

Per me è una famiglia, ci sono l’affetto e l’empatia. Il rapporto che si è creato con tutta la squadra è quello di un gruppo di lavoro vero, bello, leale, forte, tanto che è veramente difficile riuscire a dire no a “Stasera tutto è possibile”, nonostante siano passate, almeno per me, sei edizioni.

Cosa rappresenta lavorare nella sua città in un programma così importante?

Sono napoletano e posso dire che rispetto al resto d’Italia a Napoli c’è una carnalità che non incontri altrove. Succede che ci incamminiamo per strada e veniamo trattati come fossimo Michael Jackson e Madonna. L’atteggiamento delle persone, l’effetto che facciamo è lo stesso. Magari vai in un’altra città e forse qualcuno sa chi sei, o a stento ti saluta. Napoli vive tutto così, con entusiasmo, con un affetto fuori dal comune anche per questa trasmissione. E poi a Napoli si sta bene e si mangia bene! L’affetto del pubblico ci arriva, devo dire, da tutta Italia. Anche leggendo i commenti sui social emerge un entusiasmo sorprendente ogni volta.

I suoi personaggi hanno sempre un tratto molto fedele e rispettoso, c’è il desiderio, talvolta, di andare un po’ sopra le righe?

Quest’anno stiamo cercando di virare verso la satira, anche se da parte mia resterà sempre solo il desiderio di omaggiare le donne. Dell’universo femminile ho una vera devozione e, chiaramente, non c’è mai il desiderio di ferire qualcuno. Dietro queste maschere c’è un uomo e anche solo per questo fatto non serve secondo me strafare.

Assomigliare ad una donna per lei è una grande sfida, come ci riesce?

L’unica cosa che mi riconosco in questo lavoro è lo spirito d’osservazione, poi sicuramente è un lavoro di squadra, nel senso che il trucco e il costume fanno molto. C’è un lavoro personale legato anche alle costanti rinunce che faccio per mantenere il corpo in buona forma. Mi privo di tutto quello che è dolce pur essendo super goloso e mi alleno nonostante sia tanto pigro.

Come nasce l’imitazione di un personaggio?

Da un’empatia che scatta subito con queste signore, con queste icone della televisione italiana. Poi inizio a osservarle, a carpire il minimo segreto. Mi ha aiutato molto averle conosciute e vissute anche per lunghi periodi. Ad esempio, Mara Venier la conosco oltre la Tv e posso testimoniare che è ancora più autentica. Riesce ad essere ancora più zia, ecco.

Come reagiscono i personaggi femminili che interpreta?

Mi è parso di averli visti sempre molto divertiti. Con Mara Venier abbiamo fatto un’intervista doppia che ha avuto un grosso impatto sul pubblico a casa e sui social.

La cosa più bella che le hanno detto i personaggi imitati?

Il mio è un omaggio a queste signore, una rappresentazione positiva della realtà.  Sono felice del fatto che nessuna si sia offesa. Le persone imitate colgono  l’aspetto tranquillo, sereno e mai graffiante.

C’è un personaggio che vorrebbe interpretare e che ancora non ha fatto?

In realtà ce ne sono tanti.  Sono sempre molto curioso e studio vari personaggi, ma è pur vero che se mai ti butti mai riuscirai a perfezionarli. L’imitazione è qualcosa che arriva, si perfeziona e si calibra col tempo. Questa stessa cosa mi è capitata per esempio con la d’Urso. All’inizio facevo grande fatica a trovarne la voce, anche un po’ l’impostazione.

Il personaggio nel quale ci si sente proprio dentro?

Inevitabilmente Maria De Filippi!  Anche se io sono metà Mara e metà Maria. Probabilmente al lavoro sono più Maria e nella vita sono più Mara.

In teatro ha interpretato vari ruoli…

In questo momento sto girando con uno spettacolo che si chiama “La Signora della TV”. Si tratta di un varietà, un omaggio agli anni ‘70 di Falqui, di Mina e della Carrà, a quel tipo di atmosfere. Il teatro è una dimensione che mi appaga tantissimo, per questo non disdegnerei di tornarci anche in futuro, per interpretare ruoli non per forza femminili o comici.

 

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