Paolo del Brocco
Il nostro cinema racconta l’Italia
Dopo il trionfo di “Volevo nascondermi” e “Favolacce” a Berlino, il RadiocorriereTv intervista l’Amministratore delegato di Rai Cinema: “C’è una generazione di registi e autori che sta prendendo piede e colpisce l’immaginario internazionale”. E ancora: “Investiamo, co-produciamo, distribuiamo coniugando l’anima del servizio pubblico a un’attività commerciale vera”
Da Berlino arrivano due Orsi d’argento che parlano dell’Italia e della Rai. Soddisfatto?
È un risultato importante per il nostro cinema, ancor di più in questo momento particolare, complicato per il Paese e per l’industria cinematografica. Avere un riconoscimento così prestigioso dà fiducia e stimolo. Per Rai Cinema i premi sono anche una conferma della bontà delle scelte operate. “Volevo nascondermi” e “Favolacce” sono pellicole coraggiose, nelle quali non c’è solo l’aspetto dell’investimento economico ma un vero e proprio lavoro editoriale molto forte. Il film di Giorgio Diritti, in particolare, testimonia il fatto che Rai Cinema riesca ad adempiere alla mission di servizio pubblico della Rai, scoprendo nuovi talenti e facendoli crescere. Per quanto riguarda gli attori, in questo momento in Italia abbiamo un panorama d’interpreti eccezionale. Una delle nostre punte di diamante è proprio Elio Germano, bravo e poliedrico. Un artista che riesce a dare rotondità ai personaggi. Ci fa piacere che tutto questo venga riconosciuto anche da giurie internazionali. A Berlino abbiamo inoltre portato “Pinocchio” di Matteo Garrone che, già diffuso in molti Paesi del mondo, ha ottenuto un grande riscontro dal pubblico e dalla critica.
I mercati esteri e la critica internazionale come vedono il cinema italiano di oggi?
Il cinema italiano è particolarmente stimato, soprattutto quello che viaggia molto, che va ai festival, che vince i premi. Si tratta di opere che hanno una fortissima identità. C’è una cinematografia italiana giovane che interessa molto. Tantissimi film, penso anche ad opere minori, sono coprodotti o distribuiti all’estero da società straniere. Questo è un dato importante. C’è una generazione di registi e autori che sta prendendo piede e colpisce l’immaginario internazionale. La verità è che nel nostro cinema c’è grande fermento composto da autori consolidati e tantissimi giovani, donne e uomini, che si stanno facendo strada. Pensiamo a registi come Jonas Carpignano, Roberto De Paolis, Carlo Sironi, Gabriele Mainetti, Nunzia De Stefano, solo per citarne alcuni, su cui Rai Cinema ha creduto e investito. Questo dimostra come il cinema sia una componente sana e virtuosa della nostra industria culturale, in grado di sviluppare nuove energie e crescere.