MILO INFANTE

Dalla parte della verità… anche di sera

Dopo ottocento puntate trasmesse con un successo crescente nel pomeriggio di Rai 2 nel corso di cinque edizioni, “Ore 14” conquista la prima serata. Il conduttore al RadiocorriereTv: «Non sarà un “processo televisivo”, ma un’analisi delle indagini che partirà dall’esame delle prove. Consapevoli che, come insegna l’esperienza, non c’è mai niente di certo». Da giovedì 12 giugno alle 21.30

Dopo una lunga stagione di successo nel daytime “Ore 14” arriva in prima serata…

È un progetto che in realtà ci viene proposto da diverso tempo. Non si tratta di una nuova trasmissione, ma dei temi, delle storie di “Ore 14”, che arrivano in prima serata. Proporremo una versione serale del programma, con una narrazione sempre molto attenta alle sensibilità ma che si concederà qualcosa in più sul crime, sulle indagini. Certo, arriviamo in un momento non facile, in cui tutti i programmi di tutte le emittenti, nazionali e locali, si sono gettati sulla cronaca.

Come saranno strutturate le puntate serali?

Per storie. Ognuna avrà un proprio approfondimento che nasce dal materiale raccolto durante la quotidiana e altro inedito. Avremo momenti in cui proporremo testimonianze a favore e contrarie alle tesi, ma sempre nell’ottica del confronto. Non sarà un “processo televisivo”, bensì un’analisi delle indagini: esamineremo le prove. L’esperienza, anche recente, insegna che non c’è niente di certo, che certe prove, anche scientifiche, che venivano presentate come inoppugnabili, a distanza di anni vengono demolite, ricostruite, ripresentate.

Come è cambiato, nel tempo, il tuo vivere la cronaca e il modo di raccontarla?

Oggi ci troviamo a dover salvaguardare la narrazione corretta da una contaminazione spaventosa di fake news, di personaggi che si inventano professionisti, che inventa storie e che propinano menzogne spesso costruite ad arte, a volte riportate in maniera inopportuna, ma che attirano l’attenzione del pubblico. Mai come in questo momento ci sarebbe bisogno di una grande pulizia. Mi riferisco soprattutto al web dove dilaga il peggio, dove presunti esperti si mascherano dietro false lauree, diplomi, specializzazioni, curricula da investigatori, ma in realtà sono poco più di mitomani che fanno un danno devastante all’informazione. Mai come in questo momento una notizia ascoltata o letta sul web, viene percepita come una notizia vera. E da lì in poi è un disastro.

Cosa deve avere un caso di cronaca per colpire l’immaginario collettivo?

Una volta c’erano le tre “s” di Nino Nutrizio, mitico direttore de “La Notte”: sesso, sangue e soldi. In realtà a colpire è oggi la straordinaria banalità del male, l’orrore del male che colpisce il nostro quotidiano, i nostri figli. Una volta c’era il “giallone”, c’era la mantide della Brianza, c’era la ballerina del night che riusciva a sedurre, ingannare e armare la mano di un uomo, oggi scopriamo che l’assassino di nostra figlia è il coetaneo, è il fidanzatino, un ragazzo di poco più grande. Oggi scopriamo che l’assassino è il coinquilino che abbiamo accolto in casa perché avevamo bisogno di affittare una stanza, è la persona che ti uccide per poche decine di euro, è il vicino a cui dai fastidio perché fai il barbecue, è il fratello con il quale contendi l’eredità di un genitore. Questo è ciò che ci colpisce e che non riusciamo a spiegarci, che terrorizza e ci spaventa. Credo che mai come in questo momento, soprattutto i genitori, guardino con attenzione i propri figli, e li vedano non solo nei panni della vittima ma anche del carnefice. Dobbiamo ripartire dai nostri figli.

Quale caso porterai con te dell’anno televisivo che va a concludersi?

Sempre Denise, mi accompagna perché è proprio l’emblema dell’ingiustizia, della vittima che resta sola. È questo che anche autorevoli critici a volte non capiscono, ossia che quello che loro chiamano il giallo, la cronaca nera, sono storie di grande sofferenza. Che tu devi conoscere dal di dentro, non da fuori. La grande ingiustizia del caso di Denise è rappresentata dai genitori rimasti soli, laddove lo Stato ha smesso da tempo di cercarla. La storia devastante di questi ultimi mesi è sicuramente quella di Giulia Tramontano, di questa ragazza che sta per partorire massacrata dal compagno, dal padre del bambino che porta in grembo, che peraltro ha cercato di avvelenarla nel corso della gravidanza. Quando tu racconti queste storie ti chiedi quanta umanità possa esserci in un uomo che fa una cosa del genere. E non la vedi perché non c’è un briciolo di umanità.

Alla base del successo di un programma di Servizio Pubblico c’è sempre la grande determinazione…

È un gruppo di lavoro composto da ragazzi molto giovani che stanno imparando a una velocità impressionante quello che i vecchi professionisti come me cercano di trasmettere. Il più giovane dei miei collaboratori, entrato due anni fa nella squadra, senza esperienza, è oggi uno degli autori di prima serata. La cronaca è una palestra dura, ruvida, il nostro non è il salotto buono. Vivo nella mia redazione quello che ho vissuto per molti anni nei giornali, è un mestiere in cui lavori sempre, le storie le porti con te, solo così riesci a raccontarle.

Un invito al pubblico di “Ore 14” a proseguire insieme a voi questo lungo viaggio…

Sono anni che ci chiedete di andare in prima serata (sorride). Adesso che ci siamo guai a voi se non ci sarete. Non fate scherzi, giovedì alle 21.30 circa su Rai 2.

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