Matteo Romano
Voglio dare il meglio di me
Matteo Romano è l’artista più giovane in gara al Festival di Sanremo 2022, dove porterà la canzone “Virale”. “Sono davvero super contento – dice al RadiocorriereTv – di partecipare ad una edizione con nomi così importanti”.
Matteo, la sua storia è una favola tutta contemporanea: appassionato di musica, pubblica alcuni brani sui social e viene notato. Ma si aspettava di arrivare a Sanremo?
Se me lo avessero detto un anno fa non ci avrei creduto. Direi quindi di no. Ovviamente il mio sogno fin da piccolo è stato Sanremo e sono davvero super contento di partecipare ad una edizione con nomi così importanti. Sono davvero sorpreso e felice.
Come nasce la sua passione per la musica? Ci racconta il suo percorso?
In realtà la mia passione per la musica c’è da sempre. Non ho mai voluto fare altro che cantare. Tre anni fa ho iniziato anche a studiare il pianoforte ed è venuto naturale iniziare a scrivere i miei brani. Tutto è stato abbastanza veloce. Un anno fa, pubblicando il mio primo singolo, ho ottenuto il primo contratto discografico. Da lì è iniziata la corsa a Sanremo.
Quali sono stati gli artisti che la hanno ispirata in passato?
Direi assolutamente grandi nomi come Gino Paoli, Fabrizio De André, Lucio Dalla e, in generale, i cantautori della musica italiana.
Colossi come Paoli, De Andrè, Dalla… artisti più giovani invece?
Una delle mie artiste preferite è Levante ma mi piace anche Madame, molto vicina al mio mondo e che trovo di ispirazione.
“Concedimi” è una intensa ballata composta durante il primo lockdown e parla di un amore immaginario. A cosa e a chi si è ispirato?
Alla mia esperienza personale. La mia musica parla sempre di me ed è come se fosse il mio diario personale. Le pagine bianche su cui scrivo, si riempiono di ciò che sento. La musica mi aiuta ad analizzare quello che sento e a prenderne coscienza.
A “Concedimi” segue “Casa di Specchi” e poi il brano che l’ha portata a vincere la selezione per Sanremo 2022, “Testa e Croce”. Che cosa hanno in comune le sue canzoni?
Il finale è sempre lo stesso. Sono brani intimi e personali e raccontano sempre nuovi lati di me. Questi tre pezzi raccontano varie sfaccettature della mia persona.