LE STELLE DI BALLANDO

Un bellissimo viaggio

 

Con la sua ironia e una sincerità senza filtri, Nancy Brilli racconta la sfida di “Ballando con le Stelle” come un viaggio fisico ed emotivo, tra dolori muscolari e scoperte interiori. Dopo vent’anni di corteggiamento da parte di Milly Carlucci, l’attrice ha detto sì: “Mi ha conquistata la sua tenacia”. E oggi, tra prese, passi e fatica vera, Brilli riscopre il piacere di affidarsi, di imparare, di lasciarsi guidare, anche fuori dal set

 

Cosa l’ha spinta a dire sì alla proposta di Milly Carlucci?

Me l’ha proposto per vent’anni! Ma c’era sempre un motivo per fare altro. Questa volta si è incastrata nello spazio tra due lavori e poi mi sono detta: “Ma sei una persona così costante nel volermi!”. Quanto poco spesso succede che ti desiderino così tanto nel lavoro, dove sembriamo sempre tutti intercambiabili. Invece lei mi ha proprio corteggiata. E allora ho accettato, perché me l’ha chiesto Milly Carlucci.

Cosa significa, e quanta fatica costa, mettersi in gioco in un’arte diversa da quella in cui si è avuto successo?

Mi è capitato di ballare in altre occasioni, quando ho fatto una commedia musicale, ma stiamo parlando del 1987! Facevo tre lezioni al giorno, ma su quello che mi diceva Franco Miseria. Questo genere di balli, invece — molto specifici, tecnici, infatti si chiamano “balli sportivi” — non li avevo mai affrontati. Ci vuole un’energia, una forza fisica che non mi aspettavo. Pensavo che fosse faticoso, ma non immaginavo che lo fosse così tanto.

C’è qualcosa che sta scoprendo di se stessa, che non conosceva, grazie a questa nuova esperienza?

Della mia testardaggine ero perfettamente a conoscenza! Però una cosa l’ho accettata dal primo momento in cui ho incontrato il maestro: quella di mettermi nelle sue mani. Perché io sono, come tante donne che lavorano e che si tirano su praticamente da sole, abituata a prendermi le responsabilità, a rimboccarmi le maniche, a lavorare sempre e comunque. In questo caso, invece, sei la donna. E la donna, in questo genere di ballo, si deve affidare al maestro, si deve affidare all’uomo. E allora ho detto: “Sai che c’è? Proviamo questa cosa inebriante”. Mi sono affidata al mio maestro che, peraltro, essendo un campione, sa esattamente che cosa stiamo facendo. Ed è una bellissima esperienza.

A proposito del suo maestro Carlo Aloia: un pregio e un difetto?

È romano e testardo come me. C’è stato un giorno che stavo proprio con la schiena a pezzi e gli ho detto: “Ti prego, non sono una maestra alta due metri e cinquanta per venticinque chili! Sono una signora di sessant’anni, abbi pietà!”. Non dico mai di no, non è da me. Non dico “questo non lo faccio”, io dico: “ci provo”. Però non ti garantisco di farcela, perché lui, grande pregio, è fortissimo: ti prende, ti fa una presa, ti gira e ti rivolta.

Che rapporto ha con la fatica?

Sono abituata. Non mi è mai successo di fare una cosa senza fatica. Ma francamente va bene così. Mi piace faticare e guadagnarmi quello che riesco a conquistare. Certo, a volte mi piacerebbe anche dire: “Beh, anche con un pochino meno va bene!”, perché faticare va bene, ma a volte mi sento proprio un mulo da soma.

Cosa si dice in famiglia, nella cerchia ristretta degli amici, di questa Nancy ballerina?

Sono tutti fan assoluti! Sono assolutamente partigiani: tifano per me, mi incoraggiano. Mi ha stupito moltissimo mio figlio che, come molti ragazzi della sua età, non segue lo spettacolo del sabato sera. Non se ne perde uno! Magari lo guarda come fanno loro, non in diretta in televisione ma sulle piattaforme, magari solo il pezzo che gli interessa. Però non si è perso un ballo.

A cinque settimane dalla partenza del programma, quale podio si aspetta?

Non ci penso. Questo è proprio il caso in cui mi sto godendo il viaggio. Vorrei solo non avere tutti questi dolori muscolari che si affacciano ogni giorno! Abbiamo il fisioterapista in studio, che è sempre super prenotato, e mi dice: “C’è il dolore da tango, che è sotto la scapola perché alzi il braccio; c’è il dolore da jive, che è al ginocchio; c’è il dolore lombare, quello al polpaccio…” Insomma, ogni ballo ha il suo dolore! Io in questo momento ne ho cinque diversi in corso, perché da una parte mi sto portando dietro un vecchio infortunio fresco. Detto questo, però, mi sto davvero godendo il viaggio, perché io stessa vedo la differenza tra il primo ballo — da totale neofita — e quello che stiamo facendo adesso. Si impara tanto.

Molti concorrenti, anche delle passate edizioni, dicono che Ballando con le stelle in qualche modo ha cambiato la loro vita. Sta accadendo anche a lei?

No, al momento per niente.