Incontri Sottovoce
Gigi Marzullo
È il volto della notte di Rai 1, ma è anche ospite fisso di programmi popolarissimi come “Che tempo che fa” e “Dedicato”. Giornalista e scrittore, racconta nel libro “La vita è un sogno” (Rai Libri), alcune delle sue interviste televisive con le più grandi star del cinema, dello spettacolo, della cultura, da Monica Vitti a Richard Gere, da Ennio Morricone ad Alberto Sordi: «Volevo fare lo psichiatra, ero affascinato dall’analisi della mente delle persone»N
Nella prefazione al libro Dacia Maraini parla di “ritratti affabili”. La sua narrazione, le sue interviste hanno sempre un tono lieve, anche di fronte a tematiche importanti, profonde…
Perché per avere risposte vere, sincere, costruttive, bisogna sapere chiedere.
Il segreto è dunque nella domanda giusta…
Bisogna chiedere non per scoprire qualcosa di strano nella vita degli altri, per un puro gusto di gossip, ma per la curiosità di sapere com’è la vita degli altri. La risposta deve arricchire anche un tuo modo di essere. Attraverso le risposte degli altri si diventa migliori, si arricchisce il proprio modo di essere. Questo è il metro che mi ha aiutato in tutti questi anni di incontri. Non mi comporto così solo davanti a una telecamera, ma anche nella vita di tutti i giorni. Mi sforzo di capire gli altri per capire meglio me stesso. Se vedo qualcosa che non va, chiedo come mai e mi vengono date risposte, credo, molto sincere.
Qual è la prima cosa che la incuriosisce di un suo ospite?
L’aspetto estetico è il primo segnale che ti arriva. Poi c’è il suo modo di parlare, di porsi, c’è il look, sono tante informazioni che mi consentono di formulare domande per capire per davvero chi ho di fronte.
Cosa significa raccontare la vita degli altri?
Volevo fare lo psichiatra, ero affascinato dall’analisi della mente delle persone. Poi non ho fatto lo psichiatra, anche se sono laureato e abilitato in medicina, ma sono riuscito a farlo, in un certo senso, davanti alle telecamere. Senza fare diagnosi e terapie (sorride), ma facendo raccontare all’ospite, complice anche la telecamera, cose che, a detta dell’ospite stesso, non avrebbe mai raccontato a nessuno. Forse nemmeno allo psichiatra.
Come nasce questo “La vita è un sogno”?
Da un progetto che volevo fare, e in sintonia con l’amministratore delegato di Rai Libri, che mi ha detto di non fermarmi all’intervista ma di raccontare gli incontri con un prima, un dopo, un durante, con le mie impressioni, tenendo presenti anche le risposte degli intervistati. Abbiamo dato al libro un profilo internazionale, tenendo presenti anche numeri uno italiani conosciuti nel mondo, dando spazio anche a persone che oggi non ci sono più, da Gigi Proietti a Franco Battiato. Penso che la memoria sia un qualcosa che non ci debba mai abbandonare. Si può costruire il futuro e vivere il presente tenendo presente il passato, non abbandonandolo o cancellandolo.
Le chiedo di associare un aggettivo ad alcuni personaggi che lei racconta nel libro… partiamo con Sofia Loren.
Semplice e divina.
Massimo Troisi.
Massimo è il massimo, in ogni manifestazione, professionale e umana. Sincero, vero, sempre se stesso.
Alda Merini.
Affascinante, eccezionale, eccelsa.
Luciano Pavarotti
Semplice e complesso allo stesso tempo. Un grande artista e un grande uomo, che con la sua arte può arrivare a tutti.
Franco Battiato.
Eccezionale come artista, come filosofo, come autore. Una persona che non amava molto parlare di sé, ma che con me ha avuto un incontro che ha meravigliato entrambi. Si è raccontato con il cuore in mano.
Claudia Cardinale
Meravigliosa, forte e coraggiosa allo stesso tempo.
Quali sono gli incontri che le hanno lasciato qualcosa di davvero speciale?
Penso a quelli con Fanny Ardant, Laetitia Casta, Glenn Ford. Fanny mi ha fatto sempre sognare, sia al cinema che come donna. Incontrai Laetitia Casta a Sanremo, quando condusse il Festival con Fabio Fazio: piccola, ma con un cervello apertissimo e di una bellezza acqua e sapone. Glenn Ford è un uomo di grande esperienza ed umanità. L’unica persona che al temine dell’intervista mi chiese, senza sapere: “Ma perché lei non fa lo psichiatra?”.
C’è qualcosa che non chiederebbe mai a un suo intervistato?
Cerco di non mettere mai in imbarazzo la persona con la quale parlo. Appena vedo che si può creare imbarazzo cambio strada, devio. Se l’ospite vuole dirti tutto lo farà, ma non devi mai istigarlo.
Cosa prova di fronte alla simpatia, all’affetto, alla fiducia che il pubblico le riconosce da così tanto tempo?
Ne prendo atto con molto piacere (sorride). Ho fatto sempre e soltanto il mio lavoro, poi sono arrivate tante gratificazioni e, ovviamente, qualche dispiacere. Specie in questa stagione della mia vita sto raccogliendo i frutti e ho scoperto con grande piacere che la gente mi vuole bene. Forse gli invidiosi no, ma l’invidia è qualcosa che non mi appartiene.
Quanto la popolarità dà forza alla sua vita?
Non ho mai pensato alla popolarità, ma a fare il lavoro che mi piace fare. La popolarità è qualcosa di interiore, non qualcosa di esterno a te.
Citandola… Se la vita è un sogno, qual è il sogno della sua vita?
Continuare per sempre a fare quello che faccio e non morire mai (ride). Impossibile, ma mi piacerebbe.
Quando iniziò a fare televisione pensava che sarebbe arrivato un successo così pieno?
No. Non ho mai pensato al traguardo. Penso che ognuno di noi debba essere felice durante il percorso, poi se ne arriva uno ne prendi atto.
Nella vita cosa le dà più gioia?
L’amore, fare il mio lavoro, frequentare le porche persone che mi piace frequentare, fare una passeggiata, fare shopping.
Marzullo, siamo certi che i lettori del RadiocorriereTv, incontrandola, le chiederebbero di farsi una domanda e di darsi una risposta…
Le domande che potrei farmi sono tante. Ma vedendo che ho atteso tanti anni prima di sposarmi, mi chiedo: ho fatto bene a sposarmi? La mia la risposta è sì. ν