Il laboratorio dell’informazione
Una redazione che si trasforma in una piattaforma multimediale in cui si mescolano linguaggi e forme di comunicazione innovativi. Appuntamento con la squadra di “Petrolio”, tra notizie e approfondimento, il sabato alle 16.30 su Rai 3
Un impianto narrativo dato dalla somma di nuovi linguaggi e dal confronto sui fatti, tra sguardi di generazioni diverse. Con Duilio Giammaria torna su Rai 3 l’approfondimento dei grandi temi nazionali e internazionali. Tra le novità la redazione-studio, un open space in cui la squadra di “Petrolio” lavora alla scrittura della puntata insieme con gli ospiti, la cui competenza ed esperienza sono i mattoni su cui costruire il racconto e l’analisi dei singoli appuntamenti. Tutte le voci che intervengono nei quarantacinque minuti di programma hanno un ruolo ben definito per rendere più intellegibile una realtà sempre più complessa da interpretare.
Che viaggio avete iniziato?
Un viaggio molto intenso che durerà per trenta puntate il sabato pomeriggio alle 16.30 su Rai 3. Appuntamenti più brevi rispetto a quelli del passato, ma al tempo stesso più concentrati. Le nostre “Gocce di Petrolio” ricalcano il lavoro fatto negli anni da “Petrolio”: un giornalismo di approfondimento in immagini, con fonti di grandissima qualità, e una paletta di temi che va dall’informazione scientifica-medica, dallo stile di vita, sino alla politica internazionale e alle grandi questioni italiane. Tutto quello che è interessante in qualche modo passa per “Petrolio” con l’idea di dare spazio ai colleghi dell’azienda, e non solo, che hanno delle cose da dire, che hanno lavorato intorno a temi che ci interessano. È una house of journalism.
L’eredità di “Petrolio” è ben visibile nella vostra narrazione…
La prima puntata è stata dedicata al primo mese di guerra tra Israele e Hamas, che abbiamo cercato di affrontare con un taglio metalinguistico per capire cosa ci sia dietro le quinte di questa guerra, anche da un punto di vista delle immagini. È la prima volta che Gaza viene raccontata giorno per giorno in immagini, ero lì quando venne invasa dell’esercito israeliano, allora non circolava una sola immagine perché non c’era un Internet diffusissimo. Oggi c’è, e c’è anche l’ingresso dell’atrocità: le immagini terribili di Hamas che sgozza e che uccide civili inermi e gli effetti dei bombardamenti sulla popolazione che subisce conseguenze terribili. Cerchiamo di capire gli effetti sulla nostra psiche e sulla politica internazionale.
Un giornalismo senza fronzoli aperto a tutti i punti di vista…
Seguiamo la tradizione di “Petrolio” ma ci innoviamo. Quest’anno il nostro studio è la redazione stessa, un po’ come intuì e fece CNN tanti anni fa. Abbiamo deciso di liberarci dalla liturgia un po’ più ufficiale dei grandi studi, bellissimi, con scenografia, pur avendo una regia molto curata di Marco Bonfante. Dedicheremo molta attenzione a come le fonti giornalistiche vengono raccontate per dare a chi ci segue la possibilità di capire il nostro lavoro in modo limpido, trasparente. “Petrolio” è un luogo aperto alla collaborazione della grande famiglia giornalistica italiana.
Che cosa significa fare Servizio Pubblico?
La moltiplicazione delle fonti esterne, i social, da una parte ci consentono un facile accesso all’informazione, ma al tempo stesso impongono sempre maggiore cautela, la necessità di una continua verifica. La rapidità ha sviluppato una problematica di devianza, addirittura di disinformazione, il Servizio Pubblico deve creare le condizioni affinché ogni notizia, anche quelle più complicata, sia tradotta in fatti dimostrabili e dimostrati.