Faccio tutto “alla Frassica”

Nino Frassica

L’ambizione è creare una maschera, amata e con uno stile riconoscibile da tutti. Dal cabaret con Arbore, il maestro della tv, a “Don Matteo”, una vita professionale divisa tra cinema, televisione, scrittura e arte. Ma ora è il momento di tornare in piazza: «Voglio calcare le scene dopo due anni di assenza. Mi piace sentire ridere, provocare delle emozioni negli altri»

Tra new entry e conferme, come sta il maresciallo Cecchini?

New entry e new esci (ride). Sta bene, continua la sua vita a Spoleto, diviso tra la canonica, la famiglia e il lavoro. In questa nuova edizione si trova ad affrontare il dramma della scomparsa del suo amico più caro, Don Matteo, un evento che lo dilania e al quale non riesce a dare una risposta. Nel frattempo, però, in città arriva un nuovo prete, Don Massimo, una coincidenza che suscita qualche sospetto. Partono le indagini che non portano a nulla di fatto, così anche Cecchini deve ammettere che questo nuovo Don è qualcuno a cui ci si può anche affezionare. Si ritroveranno anche a giocare a scacchi insieme e, questa volta, finalmente, il maresciallo riuscirà a vincere, fino a quando però l’allievo non supererà il maestro e ricomincerà il vecchio tormentone.

Ma le novità non sono finite…

Sono iniziate dalla prima puntata con i festeggiamenti dei 40 anni di sacerdozio di Don Matteo e l’emozionante ritorno di Anceschi, il primo capitano ora promosso colonnello. Con lui anche sua figlia Valentina, una ragazza piuttosto scapestrata che non ha un buon rapporto col padre e che, grazie al mio buon carattere, mi verrà affidata nella speranza possa maturare. Ne succederanno tante, anche perché la giovane entrerà nel triangolo capitana e pm, movimentando molto la linea rosa orizzontale.

Un’edizione questa ricordata per il saluto a Terence Hill…

… che ha suscitato nei fan della serie una e vera propria “ribellione”, si sono sentiti tutti scompigliati, come se Don Matteo sparisse veramente. Negli anni ’60, anche quando il pubblico non aveva così tante possibilità di commentare come oggi, in sala partecipava tifando per un personaggio, se la prendeva come se quel che vedeva corrispondesse alla realtà. Questo succede ancora, a volte le persone si rivolgono a noi attori come stessero parlando con i personaggi che interpretiamo. Vuol dire che i prodotti sono fatti bene, ben confezionati, la gente si immedesima, crede nelle storie. A me questo fa un po’ sorridere.

Ci racconta un aneddoto?

In una puntata di “Don Matteo”, Cecchini doveva operarsi alla cataratta, ma aveva paura. Mi sono arrivati tantissimi messaggi su internet con consigli su come doveva comportarsi, di non avere paura, c’era anche chi raccontava la propria esperienza…

Continua a leggere sul Radiocorriere Tv N.18 a pag.16