Cinzia Tani

Amanti e rivali

Terzo e ultimo volume della serie “Il volo delle aquile”, la trilogia che la scrittrice romana dedica agli Asburgo, intrecciando verità e fantasia e dipingendo un affresco indimenticabile dell’Europa del XVI secolo

Tra romanzo storico e invenzione letteraria, come si muove un autore?

Come scrittrice di romanzi storici non sono molto italiana, sono un po’ più anglosassone, americana, un po’ alla Ken Follett, che racconta cose verissime e poi inserisce personaggi di fantasia. Questo lo faccio perché non sono una storica, la storia è vera, ci sono tutti i personaggi che faccio vivere, ma dentro ci sono anche quelli di fantasia che sono “verosimilissimi”. C’è stato un grande studio per infilarli in mezzo alla storia di quelli veri, in modo che il lettore si possa immedesimare molto di più nel personaggio con le sue gelosie, i suoi fallimenti, i suoi amori, le sue passioni.

“Amanti e rivali” chiude la trilogia che hai dedicato al Cinquecento e all’ascesa al potere in Europa degli Asburgo. Che cosa ti ha colpito di quel periodo?

Assolutamente tutto. Ho voluto tre libri per raccontare il XVI secolo, dal 1500, quando nasce Carlo V, al 1600, quando finisce l’Impero asburgico con Filippo II, che di Carlo V era il figlio. E’ il secolo più importante insieme al Novecento. Dalle riforme religiose alle grandi battaglie, gli scontri con i musulmani, Martin Lutero, il sacco di Roma, i capitani di ventura, il Rinascimento, Tiziano, e questo impero maestoso, pazzesco, il più grande del mondo con tutte le corti, nelle Fiandre, a Parigi. Ci sono Caterina de’ Medici, Elisabetta I , Enrico VIII, tutti personaggi che abbiamo nella mente, che abbiamo visto nei film e nei libri di storia.  Tra gli eventi importanti di questo ultimo libro c’è la grande battaglia di Lepanto con uno dei miei personaggi preferiti, Don Giovanni d’Austria, che è il figlio bastardo di Carlo V, lasciato in mezzo ai contadini da bambino e poi diventato il grande Don Giovanni, bello, affascinante, giovane comandante con i suoi amori. E poi c’è l’epilogo, la famosa sconfitta dell’invincibile armata spagnola da parte di Francis Drake, il pirata della cattivissima Elisabetta I, e quindi la fine del potere spagnolo.

Nel 1572, regno di Carlo, si consuma la strage degli Ugonotti per mano dei cattolici. Come è stato narrare quello scontro, tanto cruento, tra cattolici e protestanti?

È un momento inimmaginabile che ho voluto raccontare nei dettagli, mettendoci anche i miei personaggi di fantasia per farlo vedere meglio, per far capire l’orrore che è la guerra di religione, in particolare tra persone che appartengono alla stessa religione. Pensiamo a sciiti e sunniti, è una cosa che mi fa impazzire, allora erano protestanti e cattolici. Erano cristiani, e i cattolici li hanno massacrati, compresi donne e bambini, scuoiati, impiccati, una tragedia. Poi la cosa è continuata, anche i protestanti si sono resi responsabili di stragi nelle Fiandre. L’ho voluto raccontare perché non mi sembrava possibile che si sia potuto arrivare a tanto.

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