Che emozione i primi applausi
GIUSEPPE PIROZZI
Promessa del cinema e della Tv è tra i protagonisti di “Mare Fuori” nei panni di Micciarella, ruolo che ricopre anche a teatro. L’attore napoletano al RadiocorriereTv: «Sono grato al pubblico. Spero di continuare a fare questo lavoro ma senza perdere il contatto con la vita reale». Su Rai 2 il mercoledì in prima serata e su RaiPlay
Come ritroviamo e dove va Micciarella in questa quarta stagione?
È un Micciarella diverso da quello della teza stagione. Il primo affrontava le situazioni in maniera giocosa, a lui piaceva scherzare con gli altri ragazzi dell’IPM, voleva sempre fare festa e divertirsi. Nella quarta stagione invece il suo comportamento cambia, diventa cupo, scontroso, arrabbiato, e non riesce a vedere con lucidità le vicende che gli girano attorno. Vuole sentirsi indispensabile e inizia per lui un cammino diverso.
Giovanissimo ma con una carriera importante alle spalle, cosa rappresenta per te “Mare Fuori”?
Ho iniziato all’età di tre anni per gioco grazie a mio padre Vincenzo Pirozzi, attore, sceneggiatore e regista. Lui fu chiamato da una nota casting che gli chiese di portarmi al provino per un film perché cercavano un bambino della mia età. I miei genitori decisero di farmi provare, ero piccolissimo quindi senza pretese, mi presero… Venni scelto per Benvenuti al Nord il film di Luca Miniero. Poi ho avuto la fortuna di continuare e lavorare in tanti altri progetti importanti e dall’iniziare come un gioco, è diventato oggi il mio lavoro, ed è ciò che vorrei continuare a fare nel mio futuro. “Mare Fuori” mi ha dato in poco tempo notorietà e successo e gliene sono grato.
Cosa ti sta insegnando questa esperienza in Tv e a teatro?
La TV, e in particolare “Mare Fuori”, mi hanno reso quasi subito popolare e mi stanno insegnando molto, prima di tutto che bisogna essere riconoscenti al pubblico che ci segue e che ci ama, e che non bisogna perdere di vista la nostra vita reale: io sono un ragazzo di 16 anni, vado a scuola, frequento i miei amici di sempre e vivo con i piedi per terra. Ho avuto la fortuna di vivere i palchi teatrali da quando ero molto piccolo, sempre grazie a mio padre che gestiva il teatro del mio quartiere, la Sanità. Ho imparato molto da queste esperienze, ho ricevuto i miei primi applausi, delle emozioni incredibili. Con “Mare Fuori” il musical, torno a teatro dopo un anno. Mi sentivo arrugginito ma poi il palco, l’amore del pubblico mi hanno completamente travolto, sono felice. Lavoro sodo e con determinazione per qualsiasi progetto mi ritrovo a vivere.
Che cosa rappresenta per te la libertà?
Per me una persona libera è una persona che vive, dobbiamo essere capaci di non farci imprigionare dai nostri demoni. Per quanto strano possa sembrare, “Mare Fuori” mi dà l’idea di libertà, perché dà ai ragazzi l’opportunità di sperare: la vita è un dono prezioso e solo noi possiamo fare in modo che sia unica e libera.
Se potessi dare un consiglio al tuo personaggio, quale sarebbe?
Se Giuseppe potesse dare un consiglio a Micciarella sarebbe sicuramente “Micciare’ fa o brav!, rifletti di più prima di agire. Vivi la tua età in maniera più spensierata e felice godendoti le piccole e le grandi cose”.
Un pensiero a tuo “fratello” Cucciolo e a Francesco Panarella…
Francesco per me è un fratello, da quando ci siamo conosciuti abbiamo avuto da subito una grande sintonia. Abbiamo un legame stabile e fortissimo, ci aiutiamo, ci consigliamo sul set e fuori dal set, gli voglio un bene dell’anima. Cucciolo per Micciarella è il fratello maggiore a cui non rinuncerebbe mai. Cucciolo è la sua vita.