Che Dio ci aiuti 7

Tre dei personaggi più amati della serie raccontano al Radiocorrieretv la meraviglia di far parte del Convento più famoso della tv italiana. Il giovedì in prima serata su Rai 1

Francesca Chillemi… più Azzurra che mai

Per il suo personaggio è arrivato dunque il momento della maturità?

Non so se Azzurra sia pronta per la maturità, di certo questa ragazza è, suo malgrado, costretta a compiere un’evoluzione e dovrà farlo da sola, contando solo sulle sue forze. In questa settima edizione il mio personaggio viene messo alla prova in maniera brutale, si trova ad affrontare il proprio percorso di vita senza quello che fino a poco tempo prima era stato il suo sostegno, il bastone che l’ha accompagnata in tutti questi anni e su cui lei ha sempre fatto affidamento. Questa sarà la sua sfida più grande.

Qual è il sentimento che tiene uniti pubblico e personaggi?

L’amore, la comprensione, il non essere giudicati. Alla fine, è quello che spinge tutti noi a rimanere nel luogo in cui ci si sente meglio e a proprio agio.

Tra lei ed Elena Sofia Ricci un passaggio di testimone emozionante…

Tutto è avvenuto in maniera molto organica, sia dal punto di vista emotivo, sia professionale. Non nascondo che a Elena voglio un bene davvero particolare, è una di quelle persone che incontri nel tuo percorso di vita perché evidentemente era destino che accadesse. Il nostro legame è iniziato con il lavoro e alla fine ci siamo volute bene semplicemente come Elena e Francesca. Anche il rapporto tra Azzurra e Suor Angela in alcune cose ci assomiglia, in questi anni io ho fatto molto affidamento su di lei, è stata una persona estremamente generosa professionalmente, ma soprattutto dal punto di vista umano. E questo mi ha toccato profondamente. È una persona che ammiro, che stimo, parte di lei vorrei che mi appartenesse.

Pierpaolo Spollon… Che bellezza vivere in convento

Come sta il suo Emiliano?

Quest’anno per lui è stata una gestazione, un po’ come la durata delle riprese, otto mesi. Se non è una gestazione questa, poco ci manca (ride). In questa edizione assistiamo a un bel cambiamento e, attenzione, non farò nessuno spoiler, forse sto crescendo anch’io. Rispetto a come lo avevamo lasciato nella passata stagione, Emiliano è più fermo, rigido, più consapevole di se stesso e del percorso di crescita intrapreso, un pochino più maturo, anche se rimane il “pirla” di sempre, forse anche di più (ride).

Qual è secondo lei la forza della serie…

Ritornare ad Assisi è una meraviglia, la città ci accoglie sempre in maniera straordinaria, la gente viene apposta a salutarci, questo per me è già un unicum. Credo che in poche serie televisive succeda che le persone, anche straniere, riempiano pulmini per venire a vedere il set. È una serie molto pop, nella sua accezione più positiva, condivisa dalla coscienza collettiva. È una bella avventura, a me tutto questo piace molto. 

Ci dica la verità, come si vive nel Convento degli Angeli Custodi?

Non si sta poi così male in un convento, la mattina, ridendo e scherzando ti preparano la colazione, a pranzo è tutto servito, la sera ti rassettano anche la stanza… alla fine queste suore mi cacceranno (ride). Il Convento degli Angeli Custodi offre una bellissima compagnia! Devo fare i complimenti al casting che per i nuovi personaggi ha scelto attrici veramente molto brave. Il gruppo è davvero forte, solido, abbiamo “perso” una Elena Sofia Ricci che faceva da capocomico, però lo scettro, l’onore e l’onere è ora su Francesca Chillemi, che dovrà accompagnare queste ragazze per mano.

A Spollon piace “Che Dio ci aiuti” perché…

… come dice il nostro regista Francesco Vicario, un genio del settore, è l’equivalente italiano di “Friends”, un progetto che si basa solo sugli scambi umani, che ha bisogno di tempistiche narrative ed editoriali ben precise e si basa su modelli recitativi che richiamano la commedia all’italiana. È difficile essere pretenziosi, tutto deve essere semplice e veloce.

Valeria Fabrizi… Brontolo per rendervi felici

Ben ritrovata Suor Costanza…

Il brontolio di Suor Costanza alla fine è sempre buono. È una suora positiva, dà consigli a tutti, anche se non glieli chiedono, cerca sempre di impicciarsi di tutto, ma sempre a fin di bene. Quando si ha una certa età come lei, e come me, è facile dare dei consigli e in qualche modo i più giovani devono farne tesoro perché c’è l’esperienza della vita. Io mi arrabbio se non lo fanno (ride).

Perché tutti amiamo questa serie?

Dopo tutto quello che abbiamo passato in questi anni è proprio arrivato il momento di dire “Che Dio ci aiuti”! Nonostante tutto dobbiamo essere ottimisti, e io lo sono. Questa serie è un prodotto leggero e rilassante che, come spesso mi dicono, ci manda a letto felici e contenti. Le storie che raccontiamo sono ispirate alla realtà, alla fine vince sempre il bene, questo fa piacere e fa bene anche al pubblico. Anche i miei amici che vivono all’estero non vedono l’ora di vederla.

La ricetta della felicità…

Basta essere se stessi, io lo sono sempre, è un dono. Tutti mi vogliono bene, mi amano, me lo dimostrano e io mi sento appagata. Quando guardo indietro, a quello che è stato, non ho rimpianti e al futuro penso sempre con molta filosofia. Mi sento una persona molto fortunata, sono ancora qua che lavoro… i giovani non devono mollare mai, devono insistere e perseverare nei loro sogni.

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