Ricordi

Posted on

LUCA ZINGARETTI

“Mi manca molto la sua voce. Andrea Camilleri era uno dei pochi uomini intellettuali che costituiva un po’ una figura di riferimento, era una delle poche voci autorevoli del nostro panorama. Ogni tanto la faceva sentire questa voce e ci illuminava, ci faceva riflettere, oggi questa voce si è spenta. Manca non solo a me, ma al nostro Paese”. Di Luca Zingaretti Camilleri era stato insegnante all’Accademia: “Mi ha insegnato molto dal punto di vista professionale, mi colpì subito perché ci trattava non come allievi, ma come colleghi. E poi, e questo è qualcosa che porto dentro ancora adesso, è che ha sempre considerato il successo come qualcosa di poco importante, quando ha raggiunto il successo planetario, è rimasto sempre fedele a se stesso.” E a proposito di Montalbano, che nella sua versione letteraria non viene mai descritto troppo chiaramente nel fisico (alcuni dettagli emergono in maniera sparsa nelle pagine dei romanzi – baffi, capelli, e una faccia perennemente imbronciata), Zingaretti dice: “Quando venni preso finalmente, dopo sei mesi di provini, Camilleri disse: “Finalmente ce l’hai fatta. Sinceramente non mi immaginavo un commissario fisicamente come te, ma so che razza di attore sei, sono sicuro di fare un buon lavoro”. Per quasi venti anni l’attore romano ha frequentato assiduamente il commissario che nel tempo è diventata “una persona particolarmente cara, quasi paterna che ha molto da insegnare. Per un attore, ogni personaggio lascia dentro qualcosa, perché ci si misura con il loro sistema di valori, con loro senso etico, con le loro azioni, con i loro pensieri. Sicuramente per me Montalbano è stato un’occasione per misurarmi con un’idea di giustizia, con un profondo senso etico e con un modo di sentire le cose molto di pancia, ma soprattutto con il suo essere una persona perbene, che penso mi appartenesse anche prima, ma che è stata rinforzata da questa da questa frequentazione. Montalbano è come un vecchio amico che andavo a trovare con gioia ogni anno in un piccolo paesino sperduto della Sicilia”. Quando il Maestro è venuto a mancare: “A me umanamente mi manca un amico, perché con Andrea non ci siamo sentiti tantissimo, ma ogni volta che sono andato lui a chiedere un consiglio, una parola, lui me l’ha sempre data, precisa, illuminante. Manca a tutti, perché era una voce illuminante, con una visione originale”.

 

PEPPINO MAZZOTTA

«Nei primi romanzi il mio personaggio non aveva un nome, ma solo un cognome – Fazio. Durante le riprese, a un certo punto, fu necessario dargliene uno e si decise per il mio. Da quel momento è diventati Giuseppe Fazio nella serie e nei romanzi. Oggi posso dire che il mio personaggio mi manca, così come i luoghi che ci hanno ospitato durante le riprese. Proviamo tutti una nostalgia fortissima».

CESARE BOCCI

«È la meravigliosa penna di Camilleri che ha dato l’anima a Mimì e a tutti i personaggi della serie. Io ho fatto il lavoro più semplice, anche perché quando un attore ha a che fare con un personaggio così ben scritto, tutto diventa facile. Quello che certamente gli ho dato io è stato l’amore, mi sono affezionato al lui come un amico che, ogni tanto, ogni due anni, andavo a trovare. Ricordo ancora con emozione, eravamo alle prime stagioni ed era andata in onda una puntata molto toccante, l’incontro con Camilleri, il quale mi raccontò che la mia interpretazione aveva commosso lui e sua moglie. Sono parole che conservo gelosamente e che, ogni tanto, tiro fuori.»

Arianna Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri

“Anche quando raggiunse la pensione si comportava esattamente come se dovesse andare in ufficio a timbrare cartellino ogni mattina. Si alzava, preparava il caffè, si faceva la barba, si vestiva di tutto punto e alle nove massimo era pronto alla scrivania per lavorare. Raccoglieva le idee la sera prima di addormentarsi o la mattina appena sveglio, aspettava che arrivassi nel suo studio e mi dettava tutto d’un fiato ciò che gli era venuto in mente: “Buttiamo giù” diceva “poi al limite lo sistemiamo”. Ma chiaramente nel caso di mio nonno c’era sempre ben poco da sistemare. Si definiva un corrispondente di guerra perché amava lavorare nella confusione più totale. Quando ero piccolina mi chiedeva sempre di giocare accanto a lui o sotto la sua scrivania, e lo stesso ha fatto quando è diventato bisnonno. Nonno era davvero molto legato alla Sicilia, in particolare a Porto Empedocle, anche se si è trasferito in via definitiva a Roma all’età di 24 anni. Coglieva ogni occasione per poter tornarci ed era ben contento quando riuscivamo a farlo tutti insieme. Ogni volta che lo faceva per tutti era un grande evento e, quando stava seduto nel bar del Corso principale che chiamava il suo ufficio, si spargeva la voce e molte persone, non solo siciliane, cercavano di raggiungerlo per scambiare due chiacchiere con lui.”

 

Iniziative Fondo Camilleri

Posted on

Dal 31 agosto al 6 settembre la Fondazione Taormina Arte ospiterà una serie di attività promosse dalla Regione Siciliana per ricordare Andrea Camilleri nel corso di due eventi serali che verranno realizzati nel Teatro Greco di Taormina. Negli stessi giorni, inoltre, verrà presentata nelle sale di Taormina una vasta retrospettiva delle serie televisive tratte dalle opere letterarie di Andrea Camilleri: “Il Commissario Montalbano” e “Il giovane Montalbano”.

Al Teatro Greco di Siracusa Camilleri interpretò in prima persona, l’11 giugno 2018, lo spettacolo teatrale da lui scritto, “”, diretto da Roberto Andò, curato da Valentina Alferj e prodotto dalla Fondazione INDA. Lo spettacolo – registrato dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con riprese in alta definizione e regia cinematografica di Stefano Vicario – verrà presentato nel Teatro Ettore Scola della Casa del Cinema di Roma nella serata del 6 settembre, giorno della nascita dello scrittore. Sarà introdotto da Roberto Andò prima della proiezione con presentazione del backstage realizzato dallo stesso regista in occasione delle prove dello spettacolo.

Domenica 14 settembre la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ospiterà un altro appuntamento molto atteso: un ciclo di readings delle opere di Camilleri – con il titolo “Le parole, i volti, le voci” – lette da altri suoi prestigiosi ex allievi dell’Accademia (che ricorderanno i loro rapporti personali col Maestro) ampiamente affermatisi nel teatro, nel cinema, in televisione, i cui nomi saranno comunicati in prossimità dell’evento. Il 22 ottobre andrà in scena al Teatro delle Muse di Ancona lo spettacolo Il birraio di Preston, tratto dall’omonimo romanzo, con la riduzione teatrale di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale.

CICLI DI INCONTRI

Da settembre a dicembre l’Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale darà vita a un ciclo di incontri intitolati “Leggere Camilleri”, attività che coinvolgerà la rete delle biblioteche comunali romane (quarantadue sedi, dislocate in tutti i Municipi della Città; settantuno punti di servizio nelle scuole; sedici biblioteche nelle carceri; sessantatré circoli di lettura) con una serie di dieci appuntamenti in diverse sedi allo scopo di valorizzare e far conoscere in ambienti diversi la multiforme attività di Andrea Camilleri.

Tra ottobre 2025 e maggio 2026 si svolgerà il ciclo di incontri Andrea Camilleri e il metodo mimico di Orazio Costa a cura del Dipartimento di Scienze della Formazione e del Mimesis Lab dell’Università degli Studi Roma Tre, nei quali si svilupperà e si praticherà il metodo di avviamento all’espressione del regista e pedagogista teatrale Orazio Costa. I partecipanti avranno la preziosa opportunità di sperimentare nella pratica i dinamismi espressivi che il metodo intende favorire, con il coinvolgimento della corporeità e della voce, attraverso brani scelti della produzione letteraria e registica di Camilleri.

ATTIVITÀ INTERNAZIONALI

La dimensione internazionale di Andrea Camilleri, tradotto in quaranta lingue diverse, studiato e letto a tutte le latitudini e in tutti i continenti, rappresenta un valore che il Comitato nazionale intende sottolineare, anche nella prospettiva di promuovere la cultura e la letteratura italiana nel mondo. In collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, sono stati coinvolti gli Istituti italiani di Cultura e le Ambasciate che presso le loro sedi realizzeranno incontri dedicati ad Andrea Camilleri (mostre, proiezioni, seminari). Hanno aderito gli Istituti di Cultura di Addis Abeba, Algeri, Amburgo, Atene, Berlino, Bruxelles, Colonia, Cracovia, Friburgo, Lione, Madrid, Miami, New York, Pechino, Praga, Rio de Janeiro, Singapore, Oslo, Sofia, Varsavia.

ATTIVITÀ E INIZIATIVE EDITORIALI DI SELLERIO EDITORE

La casa editrice Sellerio ha in programma numerose iniziative ed eventi che attraverseranno l’intero territorio nazionale durante l’anno. In particolare, per onorare e rinsaldare il meraviglioso rapporto che il grande scrittore aveva con i lettori italiani Sellerio propone, in una nuova collana dedicata, una selezione della sua straordinaria opera. Dodici libri, scelti affiancando i più amati ad altri meno conosciuti, ma altrettanto sorprendenti. Ogni volume sarà introdotto dall’autorevole lettura di alcuni dei più lucidi scrittori del panorama nazionale e internazionale. I primi due titoli, La forma dell’acqua e La rivoluzione della luna, sono appena usciti in libreria con l’introduzione, rispettivamente, di Antonio Manzini e Chiara Valerio, ai quali seguiranno gli altri volumi della collana con le introduzioni, tra gli altri, di Alessandro Barbero, Luciano Canfora, Antonio Franchini, Zerocalcare, Alberto Manguel, Viola Ardone, Pietrangelo Buttafuoco, Giulia Caminito, che verranno proposti ai lettori durante il corso dell’anno.

I dodici volumi si presentano in una nuova veste grafica e le illustrazioni della copertina sono realizzate appositamente per questa collana celebrativa dal Maestro Lorenzo Mattotti. Inoltre la casa editrice, in accordo e in collaborazione con le principali fiere e i maggiori festival letterari italiani, proporrà un ricco calendario di eventi e incontri per omaggiare la memoria di Andrea Camilleri coinvolgendo scrittrici e scrittori, attrici e attori, protagonisti del mondo culturale che hanno già assicurato la loro generosa disponibilità in vista di questa celebrazione lunga tutto il corso dell’anno e che avrà come teatro l’intero Paese nella sue tante, prestigiose e consolidate, manifestazioni culturali.

ALTRE INIZIATIVE E ATTIVITÀ EDITORIALI

Nel mese di settembre verranno conferiti i Premi Andrea Camilleri Nuovi Narratori agli autori che avranno partecipato al concorso letterario istituito dal Fondo Andrea Camilleri e curato da Arianna Mortelliti, scrittrice e nipote dello scrittore. E ancora: il Premio Camilleri indetto dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, istituito nel 2020. Il bando prevede la selezione di un testo drammatico e la selezione di due ulteriori testi. La drammaturgia vincitrice sarà messa in scena a Spoleto in prima Nazionale al Festival Internazionale dei Due Mondi, il 12 luglio 2025 all’Auditorium della Stella.  Nel mese di agosto uscirà con l’editore Salani la prima biografia di Andrea Camilleri scritta da Luca Crovi, che più volte ha avuto l’occasione di intervistare lo scrittore e di condividere con lui la passione per le storie e per la radio. Il libro, inedito e nato in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, ripercorre la vita avventurosa dello scrittore, la sua arte narrativa, gli incontri straordinari con alcuni dei protagonisti del Novecento. In coincidenza con il centenario della nascita di Andrea Camilleri, si compie il decennale della fondazione della collana di volumi Quaderni camilleriani. Destinata alla pubblicazione online, la collana è nata nel 2016, diretta da Giuseppe Marci e Maria Elena Ruggerini (Università di Cagliari) e da un ristretto nucleo redazionale formato da studiosi di diverse discipline. Per l’occasione del centenario è prevista la realizzazione di un volume (dal titolo provvisorio: Alle radici del pensiero e della narrativa di Andrea Camilleri) che, attraverso i diversi saggi previsti, costituisca una messa a fuoco delle principali tematiche caratterizzanti l’opera dell’Autore.

LA RAI PER IL CENTENARIO DI ANDREA CAMILLERI

Rai Documentari per Camilleri

In programma il documentario su Andrea Camilleri di Francesco Zippel (autore del recente “Gian Maria Volonté. L’uomo dai mille volti” presentato con grande successo alla Mostra del cinema di Venezia 2024).
Su Rai Teche e Rai Cultura presenti alcune delle numerose interviste video rilasciate nel corso degli anni dallo scrittore siciliano che lavorò molto a lungo in Rai come programmista, autore, regista.

Da rivedere su RaiPlay: “Camilleri sono” di Adriana Pannitteri

“La Sicilia di Montalbano” speciale di Rai Cultura condotto da Alberto Angela che, in occasione del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, ha dedicato la puntata di “Ulisse. Il piacere della scoperta” ai luoghi in cui sono state ambientate le avventure del commissario – fra gli altri Scicli, Ragusa, Modica, la Scala dei Turchi, la Fornace Penna di Sampieri, Marzamemi, Donnafugata, la Valle dei Templi di Agrigento e Tindari.

 

 

 

“Il mio sicitalianese”

Posted on

«Quello del dialetto è un problema antichissimo, che affonda le radici nell’Unità d’Italia. Abbiamo rischiato grosso con il fascismo, che abolì del tutto i dialetti in favore della lingua italiana, salvando solo alcune grandi compagnie dialettali, come quelle di Eduardo De Filippo, Gilberto Govi a Genova e Goldoni a Venezia», racconta lo scrittore che, proprio attraverso l’uso del dialetto siciliano – integrato in modo unico e originale nelle sue opere – ha dato un contributo fondamentale alla grande letteratura italiana. «I dialetti servono a rinvigorire continuamente l’albero della lingua nazionale: ne sono la linfa vitale». Lo stile narrativo del Maestro nasce da un’esperienza pratica, come egli stesso ricordava spesso: prima ancora che letteraria, è stata un’esperienza di ascolto e osservazione. Da giovane, sentiva parlare la piccola borghesia siciliana tanto in dialetto – per i discorsi più intimi, familiari, quotidiani – quanto in italiano, quando era necessario prendere le distanze, formalizzare, sottolineare una certa situazione. «L’italiano era, dunque, una lingua tra il notarile, il poliziesco e l’intimidatorio, mentre il dialetto era il regno delle affezioni e dei sentimenti». In questa visione è evidente l’influenza di un altro grande della letteratura, Luigi Pirandello, al quale lo scrittore ha più volte dichiarato di ispirarsi. Pirandello, in un saggio di fine Ottocento, scriveva: «Di una data cosa la lingua ne esprime il concetto, mentre della medesima cosa il dialetto ne esprime il sentimento». Per lo scrittore, dunque, il dialetto non è soltanto uno strumento di comunicazione, ma un mezzo indispensabile per esprimere emozioni profonde, viscerali. È proprio da questa esigenza espressiva che nasce una lingua ibrida – il sicitalianese – con la quale riesce a rappresentare la complessità della sua visione del mondo.

SPECIALE CAMILLERI 100

Posted on

«Mi piacerebbe che ci rincontrassimo, tutti quanti qui, in una sera come questa, tra cento anni»

 

6 settembre 1925 – 6 settembre 2025

Cento anni fa, nella marina di Agrigento, a Porto Empedocle, nasceva Andrea Camilleri, un uomo di cultura a tutto tondo o, come amava definirsi, un “cantastorie” che ha messo a servizio di tanti media differenti la sua immensa capacità affabulatoria.  Spirito ribelle e profondamente attratto dalla vita, Camilleri mostra sin da giovane un talento straordinario per il teatro, la poesia e la letteratura — passioni che lo accompagneranno per tutta la vita, consacrandolo come uno degli autori italiani più amati, letti e conosciuti nel mondo. Tradotto in oltre quaranta lingue, studiato a tutte le latitudini, Camilleri ha saputo parlare a un pubblico vastissimo, mantenendo sempre un’impronta inconfondibilmente personale. Ancora giovanissimo, partecipa alle selezioni dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, riuscendo a entrare — unico selezionato — nel corso di regia di Orazio Costa. È il 1949: inizia così la sua “avventura romana”, che farà della Capitale la sua casa fino al giorno della morte. Proprio a Roma muove i primi passi nella regia teatrale e fa il suo ingresso in Rai, dove inizialmente gli era stato negato l’accesso per le sue convinzioni politiche. In Rai ricopre numerosi incarichi, dalla regia alla produzione, diventando già negli anni Sessanta un protagonista riconosciuto del mondo dello spettacolo. Nei primi mesi del 2019, poco prima della sua scomparsa, Camilleri intraprende un’ultima, ambiziosa impresa: riordinare il suo immenso archivio, che racchiude settant’anni di vita e di attività, tra Porto Empedocle e Roma, tra teatro, letteratura, televisione e radio. Fondamentale il contributo della moglie Rosetta e delle tre figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina che, con il prezioso supporto dell’archivista Patrizia Severi, hanno reso possibile la nascita del Fondo Andrea Camilleri, presentato ufficialmente nel 2022 nella Sala A di Radio Rai, in via Asiago — a pochi passi dalla casa dove visse e lavorò a lungo come autore e regista radiofonico, prima del successo planetario dei suoi romanzi. Non un semplice archivio, “che conserva e preserva la memoria, ma un dono vivo a tutti noi”, come lo definì il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Un archivio oggi anche digitale, dichiarato d’interesse storico nazionale dalla Soprintendenza archivistica del Lazio. «Camilleri era un collezionista di sé stesso. E di ogni cosa aveva memoria. Non avrebbe avuto bisogno di conservare nulla, lo ha fatto per noi», ricorda Sellerio, suo storico editore. Lo stesso Camilleri, nel 2016, afferma: «Gli archivi sono eternamente vivi perché rappresentano la memoria del nostro passato, una memoria palpabile che tutti possono verificare e controllare». Andrea Camilleri è stato un intellettuale centrale nella vita culturale italiana, ma è a 75 anni che inizia una nuova, sorprendente fase della sua carriera, diventando dal 1998 il “papà di Montalbano”, con una popolarità senza precedenti. Un successo che però non nasce dal nulla: 120 faldoni di materiali, 60 regie teatrali, 30 copioni (tra Pirandello, Strindberg, Beckett, Ionesco), 300 sceneggiature tra cinema, teatro e radio, adattamenti televisivi di grandi sceneggiati (dal Commissario Maigret al Tenente Sheridan), poesie inedite, romanzi scritti a mano, una ricchissima corrispondenza con Primo Levi, Jean Genet, Eduardo De Filippo, Elio Vittorini, e lettere private indirizzate ai genitori nei primi anni romani. Un patrimonio inestimabile, che non solo testimonia la vastità della sua opera, ma racconta il percorso di un uomo che ha saputo unire memoria, passione e impegno civile, restituendoci con ogni sua pagina un’Italia viva, complessa, indimenticabile.

 

 

“Un mestiere che merita la dedizione”

Posted on

“È un mestiere che merita la dedizione, l’amore, e che poi ti ripaga molto“. Così Pippo raccontava al Radiocorriere TV nel maggio del 2021 in occasione della grande festa organizzata dalla Rai per i sessant’anni di carriera.

 

 

Il 7 giugno la Rai le dedicherà una grande festa in prima serata, un po’ emozionato?

Certamente, si fa una volta sola, è una festa che purtroppo non si può replicare.

Sessant’anni di Tv trascorsi perlopiù alla Rai, ricorda il suo debutto?

Lo ricordo sì, fu con “Primo Piano“, avevo 23 anni ed ero appena arrivato a Roma. Superai un provino e, bontà alloro, mi fecero subito lavorare. Il mio debutto arrivò repentinamente, in diretta, da allora non sono più sceso dal palcoscenico rimanendo davanti alle telecamere, sono sempre stato lì. Sessant’anni sono tanti.

Tra i tanti momenti speciali della sua lunga carriera ce n’è uno che non potrebbe dimenticare?

Penso alla prima trasmissione di grande successo tra virgolette sette voci, che mi fece arrivare tanto in alto da essere poi ospite di “Studio Uno“ di Mina insieme a Mike Bongiorno, Corrado ed Enzo Tortora. Quella fu la mia incoronazione.

Le sue doti di talent scout sono ben note, venerdì sera molti dei personaggi da lei portati al successo la festeggeranno in Tv. Quanta gratitudine ha ricevuto?

La gratitudine non te la devi aspettare mai, quando arriva è una sorpresa. La riconoscenza da parte di molti artisti l’ho ricevuta, anche in questi giorni mi stanno chiamando e vorrebbero venire a trovarmi in Tv ma purtroppo ho soltanto posti in piedi. Ho già un sacco di ospiti e ce ne sono altrettanti, tra cantanti e artisti, che si offrono di venire perché, effettivamente, qualcosa per loro l’ho fatto.

Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Alessandra Martines, sono alcune delle showgirl che lei ha lanciato, ce n’è una, per così dire veramente giusta?
Tutte e tre, una classifica non si può fare perché avevano caratteri ed espressioni diverse. Alessandra era classica, la nobile, aveva un fisico bellissimo una bellezza sfolgorante, Heather era divertente, imprevedibile, Lorella era la classica erede del soubrettismo italiano, capace di cantare, ballare, recitare, come dimostra la lunga carriera che sta ancora vivendo. Tutte e tre hanno avuto grandi soddisfazioni.

Tra i suoi tanti “Festival di Sanremo“, quale le è rimasto di più nel cuore?
Sono tredici episodi importanti della mia vita, 13 è un numero altissimo, non capita a tutti. Il “Sanremo” che ricordo di più è quello di Whitney Houston (anno 1987, ndr) che fece il bis cantando due volte lo stesso pezzo.

Il suo nome è sinonimo di televisione. Che cosa l’ha resa per così dire “inossidabile”?
La voglia di fare questo lavoro, che amo veramente come una cosa mia. È un mestiere che merita la dedizione, l’amore, e che poi ti ripaga molto.

C’è qualcosa che non le piace della televisione di oggi?

Non voglio fare il critico in poltrona, perché da fuori è facile giudicare. Certo non è un momento straordinario per le televisioni, non sta succedendo nulla di particolarmente innovativo. Si spera in momenti migliori.

Che sentimento prova pensando alla Rai?
Di grande gratitudine. Se non ci fosse stato quel palazzo di via del Babuino, poi diventato viale Mazzini, sarei stato un avvocato di provincia con scarso successo. La Rai mi ha dato la felicità, il benessere, il piacere di fare questo lavoro. Tutte le volte che vado in viale Mazzini e vedo la statua del cavallo, mi commuovo. La Rai è la mia famiglia.

Volgendo lo sguardo al passato, di chi ha nostalgia?
Ho nostalgia di tutti, di Raimondo e Sandra, del trio Lopez Marchesini Solenghi, dello stesso Beppe Grillo che adesso viaggia su mari diversi, tutti mi hanno dato qualcosa, mi hanno concesso la possibilità di avere delle belle affermazioni.

Cosa la diverte nella vita, nella quotidianità?
La mia Sicilia è una terra straordinaria. Come diceva Paolo Borsellino: “Un giorno questa terra sarà bellissima“. Tutti aspettiamo che diventi bellissima. La Sicilia produce tanto: spettacolo, teatro, letteratura, turismo, ma deve recuperare la sua forza.

Pippo, quando guarda al futuro, cosa vede e cosa pensa?

Cito una frase di un signore di mezza età che scrisse un giorno: purché la morte ci trovi vivi.

Pippo, maestro di Tv (e non solo)

Posted on

Amici e colleghi ricordano il Re dei presentatori. Proponiamo alcune testimonianze rilasciate dai protagonisti dello spettacolo nel corso

«Pippo era un amico e un punto di riferimento nella mia vita. Anni di confronto e di consigli, nel lavoro e nella vita privata. Gli devo molto anche da un punto di vista professionale. È sempre stato un uomo libero e coraggioso, mi ha insegnato la libertà» Mara Venier

«Dirgli grazie è nostro dovere. Pippo è stato un grande timoniere del Servizio Pubblico, una persona che ha fatto lo spettacolo considerandolo arte, cultura, ha dato dignità a tanti artisti e a tante canzoni. Ci ha fatto conoscere mondi straordinari, non si è tirato indietro, nei momenti di difficoltà è sempre stato un combattente» Vincenzo Mollica

«Un amico e un maestro vero. Ha insegnato a tutti noi un modo di fare televisione, di essere dentro agli avvenimenti, di gestire gli imprevisti, di essere un uomo di spettacolo e di cultura. Così preso dal suo lavoro

da averci dedicato tutta la sua esistenza. Ha cambiato il modo di pensare e di vivere degli italiani, ha creato dei modi di dire, ha creato degli appuntamenti, ha modificato il gusto degli italiani. Una pietra miliare dello

spettacolo italiano» Milly Carlucci

«Si spenge un po’ la Tv, sicuramente una Tv che tutti noi abbiamo amato e imparato a fare. Lui è stato il maestro, ha inventato un modo di fare, ha inventato Sanremo. Noi lo facciamo ancora oggi come ce l’ha insegnato lui. L’ho ammirato da spettatore, poi, immodestamente, da collega. Va via un grande pezzo della nostra storia televisiva» Carlo Conti

«Pippo è stato il protagonista della televisione meravigliosa degli anni stupendi, della televisione di Biagio Agnes e Sergio Zavoli, era una Tv con qualità artistiche ed educative. Lui l’ha fatta sempre con grande capacità e grande preparazione. Era un artista. Per Sanremo suggeriva i cantanti, modificava alcune canzoni rendendole più buone per il pubblico. Curava ogni dettaglio» Renzo Arbore

«Tra il personaggio pubblico e quello privato la linea è sottile. Quello privato era ancora più sorprendente perché molto autoironico, una persona molto dolce, mai autoritario ma autorevole. In studio si faceva sentire, era un generale in capo, anche da uomo di grande qualità e cultura. Aveva una conoscenza a 360 gradi su tutto» Piero Chiambretti

«Pippo, in questo momento, direbbe: Barbara D’Urso l’ho inventata io. Ho iniziato con Pippo, il mio esordio nel 1980 fu con lui a “Domenica In”. Da lui ho imparato tutto, lo guardavo, ero una spugna, lo osservavo

durante le prove. Pippo era anche divertentissimo» Barbara D’Urso

«Per me se ne va una persona di famiglia, un fratello maggiore. Per noi del Trio è stato una figura di riferimento umana. Aveva grande rispetto per il talento degli altri. Prima di andare in onda gli facevamo vedere i nostri pezzi, lui faceva una sorta di supervisione, e se doveva intervenire lo faceva sempre in punto di piedi. Lo ricordo ancheì con il grande coraggio di chi aveva in mano la responsabilità di una trasmissione»

Tullio Solenghi

«Per me Pippo era immortale. Ho un ricordo di lui estremamente affettuoso, era anche un uomo grande, che ti abbracciava con affetto. Ti dava consigli, ti aiutava a essere naturale. Pur essendo estremamente colto arrivava a tutta la gente, anche a quella più semplice» Antonella Clerici

«Pippo è la nostra storia. L’ho ammirato e seguito fin da bambina e poi ho avuto il privilegio di lavorare con lui e di provarne tutte le facce, gli aspetti, la grande capacità e anche la durezza. Era una persona estremamente professionale ma davanti alla quale non avevi scampo: dovevi saper fare bene il tuo lavoro»

Alba Parietti

Un pezzo di cuore

Posted on

“Con Pippo Baudo se ne va un pezzo di ‘cuore’ della Tv, se ne va una parte fondamentale della Rai. Eppure, lui e la sua figura resteranno impressi nel patrimonio culturale dell’Italia”. Così l’Amministratore Delegato Giampaolo Rossi, il Direttore Generale Roberto Sergio e il Cda danno voce al dolore e al cordoglio di tutta l’azienda per la scomparsa diPippo Baudo. “In questo momento di lutto, ci accompagna – proseguono – un grande senso di riconoscenza perché con grande leggerezza, intelligenza e impareggiabile  carisma  e  passione  ha  reso  la tv un fenomeno ‘culturale’ nobilitando il termine ‘nazionalpopolare’ e traducendolo in un linguaggio immediatamentecomprensibile da chiunque, senza mai  cedere  alla  tentazione  della  volgarità.  È  stato un ‘inventore’ di televisione, uno scopritoredi talenti, l’uomo del Festival di Sanremo che ha condotto e ‘pensato’  più  di  chiunque  altro,  senza  dimenticare la ‘sua’Domenica In e tanti altri programmi da lui firmati che restano nel patrimonio di tutti e che hanno accompagnato la storia stessa della nostra nazione”. “Da oggi la Rai è un po’ più povera” – concludono i vertici Rai – “ma ciò che ci ha lasciato resta un’immensa ricchezza”.