EDOARDO SYLOS LABINI
D’Annunzio: un viaggio nel Vittoriale per una vita inimitabile
L’attore, accompagnato dalle musiche di Sergio Colicchio, guiderà il pubblico in un viaggio tra vita, amori, politica e opere di uno dei protagonisti più affascinanti della nostra storia e della nostra letteratura. In onda su RaiPlay il 10 settembre alle 21.10. Su Rai 3 il 12 settembre alle 23.15
Dove nasce la sua passione per D’Annunzio?
Io D’Annunzio lo interpreto da dieci anni, da quando il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri mi chiese di farlo. Ho perso i capelli per fare D’Annunzio, quindi l’ho studiato molto e lo conosco molto bene. È una vita, come diceva lui con la famosa frase “il mio vivere è inevitabile”: è difficile incasellarlo perché ha avuto una vita incredibile ed eclettica. È stato un grande poeta, un grande amatore, un soldato, un eroe della guerra e ha lasciato un segno profondo negli italiani, non solo per l’impresa di Fiume che ha avuto un respiro europeo, ma anche per il contributo alla cultura e alla politica italiana tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Lo spettacolo si svolge sulla nave Puglia del Vittoriale. Cosa rappresenta questa location per lei?
La nave Puglia è stata donata a D’Annunzio dalla Regia Marina quando andò a vivere al Vittoriale, dove costruì il suo monumento. La nave aveva combattuto eroicamente nel mare Adriatico durante la Grande Guerra, e lui la fece incastonare nella collina del Vittoriale. Fare lo spettacolo lì è qualcosa di emozionante, è il coronamento di un percorso di dieci anni: dopo tanto studio e collaborazione con Guerri e il Vittoriale, tornare lì con la diretta Rai ha un grande significato affettivo, è come andare a casa.
Come cerca di restituire, sul palco, la visione di D’Annunzio che fece della propria vita un’opera d’arte?
Come sempre lo faccio anche nella mia attività culturale, non solo nello spettacolo. D’Annunzio per me è stato anche un modello culturale da seguire nell’organizzazione del mio giornale, della mia fondazione, dei festival, delle attività culturali legate all’italianità. Ci dà una grande lezione su come la cultura possa diventare un volano importante per l’italianità.
Come ha intrecciato la dimensione privata e quella pubblica del poeta, in particolare nei suoi grandi amori?
Le donne oggi direbbero subito che era un narcisista, un manipolatore. In realtà seduceva con la parola ed era un grande amatore. I suoi amori erano passionali, vissuti intensamente. Raccontiamo molto il rapporto con Eleonora Duse, e proprio in questi giorni c’è un film sulla Duse a Venezia. Il loro rapporto è importante: lui si lascia sedurre e lei si lascia sfruttare, diventando un connubio tra arte e vita.
Qual è il lascito più attuale di D’Annunzio?
Il lascito più attuale è quello di osare sempre, come diceva il suo famoso motto della Prima Guerra Mondiale: memento audere semper. È un messaggio importante per chi fa attività culturale e artistica, soprattutto oggi dove tutto ciò che è cultura va conquistato. Fare lo spettacolo in diretta su RaiPlay e su Rai 1 significa riportare il teatro e portare il timbro dell’italianità sulla televisione pubblica, facendo servizio pubblico. Questa, secondo me, è la lezione più grande di D’Annunzio.
Quanto è stato importante il dialogo tra parola e musica per raccontarne l’anima?
Tanto, è un po’ il mio linguaggio. Io recito sempre sulla musica, su una partitura musicale, e con il maestro Colicchio, la nostra è diventata una coppia artistica. Per D’Annunzio la musica era molto importante: il suo rapporto con Wagner, per esempio, influenzava il suo concetto di superuomo. Questo racconto sarà quindi “a tempo di musica”.
Che valore ha la scelta della Rai di portare al pubblico spettacoli dedicati a figure centrali della nostra cultura?
È fondamentale per l’immaginario italiano: tutti devono conoscere e riconoscere queste figure. Spesso D’Annunzio è stato studiato poco e circondato da pregiudizi ideologici; la sua poetica e il suo percorso politico erano oggetto di luoghi comuni. Conoscere e raccontare i personaggi è essenziale, e io lo faccio non solo con D’Annunzio, ma con molti altri grandi protagonisti della nostra storia.
“Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile” è uno spettacolo in diretta di Rai Contenuti Digitali e Transmediali, direttore Marcello Ciannamea, con Edoardo Sylos Labini e il maestro Sergio Colicchio, tratto dal programma di Rai Cultura di Edoardo Sylos Labini e Angelo Crespi, “Inimitabili”.