Signore e Signori, sono tornato

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Dopo venticinque anni torna su Rai 3 con un comedy show di prima serata per festeggiare, con ironia e sorriso, tutte le donne. «Attraverso le mie interviste cerco di fare dello spettacolo dialettico, non vado alla ricerca degli scheletri nell’armadio delle persone» dice il conduttore. Il martedì su Rai 3

Cosa rappresenta per lei il ritorno in Rai?

Ritornare da mamma Rai è sempre un piacere, essendo la mamma di tutte le televisioni e di quelli che frequentano le televisioni. Molti, guarda caso, sono nati con la Rai e l’hanno abbandonata al proprio destino. Per me tornare è stato realizzare un piccolo sogno, spero che non diventi un incubo (sorride). Sono arrivato e non c’è più nessuno di quelli che speravo di trovare, anche a Rai 3. Ho chiesto espressamente di tornare dove avevo cominciato nel lontano 1989 aprendo le danze con “Va pensiero” di Andrea Barbato, primo programma di Angelo Guglielmi a capo della rete che per otto anni è stata definita, anche da giornali internazionali, la migliore d’Europa.

Quali saranno gli ingredienti della grande torta di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”?

Spero che non si faccia indigestione. La torta è sinonimo di party, di festa, quando è nuziale anche di tragedie sentimentali. Noi faremo un programma che a poche ore dall’inizio non so neanche quale sarà. La verità è che ci ho lavorato tanto, ma quello che va in onda, di fatto, non è mai ciò che uno vorrebbe fare. Più ci si avvicina a un progetto teorico e più il risultato è certo, anche nel disastro totale. L’importante è soddisfare la visione che ho della Tv. Credo che questo programma non vada a coprire i problemi della televisione, ma vada ad aggiungersi a un bouquet di cose che proprio così, come cercherò di fare io, non ci sono. Poi, se vogliamo dirla tutta, la televisione è fatta da interviste, risse, pianti, collegamenti, canzoni, balletti, barzellette, conduttori e tutto questo probabilmente nel programma potrà esserci. La differenza la fa il cuoco. Se ci mettiamo in dieci a fare gli spaghetti al pomodoro li facciamo tutti e dieci in modo diverso, ognuno ci mette la propria mano. Non è inventare qualcosa che non esiste, ma migliorare qualcosa che c’è.

Perché ha scelto le donne come tema del programma?

Perché le donne sono state sempre un mio osservatorio personale e professionale. Loro hanno una marcia in più. Un tempo si cantava “le donne sono le colonne dell’università”, adesso non c’è più l’università e quindi non ci sono più neanche le colonne, però sono rimaste le gambe. E oltre le gambe, come dice un’altra canzone, c’è di più. Secondo me, le donne sono più veloci, coraggiose e, cosa più importante e sorprendente, in tutti i centri di potere del mondo, politico, finanziario, della moda, della canzone, dello sport, stanno in cima alle classifiche. Possiamo contestare il patriarcato che esiste, e nessuno lo discute. È un fattore culturale. Ma, andiamoci cauti, il matriarcato oggi è molto forte su tanti campi. Poi è evidente che se al patriarcato aggiungiamo la violenza sulle donne è un altro discorso. Ma certamente su tutto il resto, arte, musica, spettacolo, finanze, economia, sport e fashion, diciamo che il matriarcato si difende bene.

Con il pubblico ha sempre avuto un rapporto molto diretto, capendo come solleticarlo nel modo più giusto. Come è cambiato il pubblico negli anni?

È cambiato come è cambiata la vita, come sono cambiato io, come è cambiato il gusto. Un tempo le cose che funzionavano erano diverse da quelle di oggi. Non entro nel merito fosse meglio o peggio, perché si diventa dei nostalgici e anche un po’ retorici. Certamente, in linea generale, direi che la qualità si è molto abbassata. Se uno volesse stare dentro al sistema dovrebbe abbassarsi, ma visto che io sono basso, e più basso non posso essere, continuerò a fare le cose che so fare nel modo che so e che mi piace fare. Non temo i fallimenti, i flop, gli spostamenti di orario, la cancellazione dei programmi. Sono un artista e come tale mi esprimo. Certamente cerco di raggiungere il numero più alto possibile, di spettatori, perché è una gratificazione di artista, ma non inseguo l’ascolto facile con mezzi e strategie che spesso vedo utilizzate da tutti.

Trentacinque anni di carriera, che cosa le ha insegnato questo lavoro?

Che non esiste memoria, che esistono sfacciataggine e precarietà, che tutto quello che fai oggi domani è già dimenticato. Forse è anche giusto perché non si può vivere di ricordi. Io non parlo di me, ma di tanti altri, che hanno scritto una buona pagina di Tv, per i quali si dovrebbe avere forse più rispetto. Detto questo, i giovani molte cose che ho fatto non le conoscono, ma ammirano quelli che le hanno ampiamente copiate successivamente. Ma questo è il circolo vitale che colpisce tutti. Anzi, dico la verità, mi fa pure piacere che qualcuno utilizzi embrioni che nascono dalle mie trasmissioni, che spesso non raggiungono il grande pubblico, ma poi vengono rivalutate dalla catena di montaggio di chi viene dopo.

Nel corso degli anni e delle trasmissioni ha avuto al suo fianco decine di compagni di viaggio, penso allo stilista Renato Balestra a “Chiambretti c’è” a Costantino della Gherardesca a “Markette” solo per citarne alcuni. Ce n’è uno che ti è rimasto particolarmente nel cuore?

Ho avuto buoni rapporti con tutti quelli che sono riusciti poi ad affermarsi. Ancor di più quando ho recuperato figure che erano scomparse, perché in un attimo sei un genio, poi l’attimo dopo non sei nessuno. Ricordo con piacere a “Prove tecniche di trasmissione” il recupero di Gianluigi Marianini, il primo dandy italiano, di Sandro Paternostro, che era stato un grande giornalista della Rai, poi altri come il mago Helenio Herrera, grande inventore di calcio. Poi più recentemente Drusilla Foer, e credo che anche in questa nuova trasmissione che sto per incominciare, un paio di scommesse giovani, unitamente a senatori, potrebbero darsi reciprocamente slancio. La Tv è ancora uno strumento, un moltiplicatore che può ancora migliorare la vita di molti.

Con le parole giuste si può dire qualsiasi cosa?

Penso che una provocazione non nasca da una parolaccia, che però ci può stare quando è sintetica e quando è proprio il puntino sulla “i”. Detto questo, secondo me il provocatore è sempre uno che sta su un filo, sottile, e bisogna fare attenzione a non cadere. Però che soddisfazione quando attraversi il ponte di Brooklyn su un filo (sorride).

C’è una domanda che non farebbe mai a un suo intervistato?

Non faccio mai domande che possano riguardare eventuali scheletri nell’armadio. Non perché non abbia il coraggio di farle, però non vedo per quale motivo un mio intervistato dovrebbe essere messo alla berlina. Attraverso le mie interviste cerco di fare dello spettacolo dialettico, non degli interrogatori di “Un giorno in Pretura”.

Quanta ironia c’è nella sua quotidianità?

L’85 per cento, il resto è quando dormo.

Il suo augurio alla Rai per i suoi 70 anni…

Di conservarsi e di prendere qualche vitamina.

Quale ad esempio?

La vitamina C di Chiambretti.

Tra i suoi programmi quale ricorda con più affetto?

Ricordo con piacere il divano in piazza in “Va pensiero” di Andrea Barbato, era il 1988. Però la prima firma che ho messo su un programma è stata per “Prove tecniche di trasmissione”, con “Complimenti per la trasmissione” baluardi di una televisione inedita che è diventata la fucina di tanti altri programmi di altri artisti e di altre reti.

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22 aprile 2024
DONNE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
conduce Piero Chiambretti

Grazie!

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Il varietà dei varietà ha chiuso i battenti dopo due anni incredibili in via Asiago e al Foro Italico. Il RadiocorriereTv intervista il maestro del buonumore, già alla ricerca di nuove idee per il futuro

Fiore, il divano è pronto?

Sì, il divano è pronto. Come dicono quelli che lavorano con me, sono il pigro più infaticabile del mondo. Mi nascondo un po’ dietro la pigrizia che c’è, sicuramente c’è, ma quando sto seduto sul divano, e sembra che io poltrisca, in realtà il mio cervello è sempre alla ricerca di nuove idee, di nuovi stimoli e avventure da percorrere. Ecco cos’è il mio divano. Diciamo che è la mia cuccia, come si dice ora la mia “comfort zone”. Il famoso pensatoio…

 

Ci racconti una tua giornata tipo quando non lavori?

Nonostante tutto, la mia sveglia ‘biologica’ suona circa alle 5. Quindi, cercando di non svegliare Susanna che mi dorme accanto, in punta di piedi (ci provo) esco, salgo in sella al mio scooter e raggiungo il mio solito bar dove mi attendono amici, giornali e tanto buonumore. E la colazione (il solito…) cappuccino e brioches. In un sacchetto a parte, poi, mi faccio mettere i cornetti da portare a casa a Susanna, Olivia e Angelica. Verso le 10 mi dedico allo sport, tennis o bicicletta e poi… poi… poi… quando non lavoro il resto della giornata è fatto di televisione, musica, famiglia e buon cibo.

 

Quando da lunedì leggerai i giornali sul tuo divano, con chi commenterai le notizie?

Al bar la mattina molto presto, così quando arrivo sul divano ho già letto e commentato tutto.

 

Alle tue spalle due anni straordinari. Cosa provi ripensando al viaggio di “Viva Rai 2!”?

Proprio questa mattina (domenica 12 maggio alle 5.30, ndr) sono tornato al Foro Italico dove il Glass resterà così, ‘intatto’, fino a quando gli Internazionali di Tennis non saranno finiti. All’alba sono andato lì – ho fatto anche un post sui miei social, per raccontarlo in diretta – sono entrato nel glass e, guardandolo vuoto e un po’ disordinato, fuori, dove prima c’era il pubblico, in quel pezzo di strada dove abbiamo realizzato tante bellissime messe in scena, ho passato in rassegna queste ultime due edizioni di “Viva Rai2!”. La prima a via Asiago 10 e l’ultima al Foro Italico, piene di spettacolo, un flusso di emozioni incredibili – non solo quelle che si sono viste in televisione, ma anche dietro –fatto di scambi di idee, di discussioni, di festa, di gioia e di emozioni condivise. Due anni di vita ruotati attorno a questa trasmissione, nata quasi 14 anni fa, quando, con il mio primo smartphone, uscito nel 2010, feci la ripresa al bar e da lì, passo dopo passo, siamo arrivati a “Viva rai2!”. Il programma non è nato a tavolino, ma giorno dopo giorno, pezzetto dopo pezzetto. Quello che mi rimane è proprio l’ultima puntata, le lacrime che hanno fatto capire ciò che abbiamo vissuto, anche se non ce ne siamo ancora resi ben conto. Ci vorranno almeno due mesi per capire l’avventura che questo gruppo di “ragazzi” ha percorso tutti insieme… siamo più di 150 persone.

 

Al tuo fianco una grande squadra, artistica e tecnica. Cosa ti senti di dire agli oltre 150 che hanno lavorato con te?

A telecamere accese e spente non smetto mai di dire GRAZIE a tutta la grande squadra, la mia e a quella Rai, che ha lavorato per me e per rendere “Viva Rai2!” il programma che è.

 

La buchetta delle letterine, tantissimi bambini al Foro Italico ogni puntata. Cosa ha reso così attrattivo il programma per i più piccoli?

“Viva Rai2!” per mia volontà e per sua natura ha un linguaggio trasversale che arriva a tutti: anziani, adulti, adolescenti e, quest’anno, principalmente ai bambini, che in tantissimi hanno avuto la curiosità e l’affetto di venire a trovarci. Tanti piccoli sono anche entrati, da protagonisti, nel glass. Tra il serio e il faceto, parlando loro da padre e da ex alunno, ho sempre ricordato l’importanza della scuola. Tutta questa sinergia ha poi portato al Foro Italico un numero considerevole di piccolini (anche di neonati!!!).

 

“Viva Rai 2!” ha contribuito a rendere sempre più concreta la transizione Rai da broadcaster a digital media company…

Il programma si è rivelato un evento sociale di grandissima importanza con oltre 21 milioni di visualizzazioni su RaiPlay. Incredibile. La possibilità di fruizione anche alla radio, ogni giorno alle 14 su Rai Radio 2, ha dato modo a chi, alle 7 del mattino non poteva seguire la Tv in diretta, di percepire tutti i colori, le sfumature. Mi è stato anche riferito che sul canale 202 “Viva Rai 2!” ha triplicato gli ascolti medi della Visual di Radio 2 nell’intera giornata. Siamo davvero felici di aver coinvolto tutti nel nostro ‘mondo’.

 

Lo dici sempre, tutti (o quasi) hanno il tuo numero di telefono. Qual è la telefonata (o il messaggio) che ti ha fatto più piacere ricevere in questi mesi in diretta?

Quella di mia madre durate una puntata da Sanremo, in diretta alle 2 e mezza di notte, e quell’esortazione: “Andate a dormire”, diventata poi un tormentone.

 

Tra i nostri lettori c’è chi ti consiglia, per riaverti quanto prima in Tv, di portare il divano direttamente nel glass… come rispondi? 

Ci penseremo. Per il momento c’è la necessità di un po’ di relax.

 

Al nostro direttore Fabrizio Casinelli che si sente già orfano e lo ha scritto nell’editoriale, che vuoi dire?  

AHAHAHAHAHAHA (i vaffa a parte, grazie…) Lo ringrazio personalmente per il lavoro assiduo e la constante presenza al Foro Italico, ogni mattina, del suo RadioCorriereTv e per i reportage di Ivan Gabrielli e le parole belle spese in questa edizione di “Viva Rai2!”. ALLA PROSSIMA IDEA!!! ARRIVEDERCI!!!!!

 

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Arriva L’Acchiappatalenti

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Un talent show divertente e ricco di sorprese. Protagonisti del programma cinque beniamini del pubblico: Teo Mammuccari, Francesco Paolantoni, Mara Maionchi, Sabrina Salerno e Nino Frassica, che cercheranno di “acchiappare” il talento migliore e più giusto per dar vita a una squadra vincente. «La Tv cambia pelle in continuazione, a ogni stagione è una sorpresa e una scoperta – dice la conduttrice – noi vogliamo distrarre le persone dalle preoccupazioni e regalare loro una risata». Da venerdì 10 maggio in prima serata su Rai 1

Tanta attesa e un po’ di mistero. Con “L’Acchiappatalenti” il pubblico cosa si deve aspettare?

Di divertirsi. Vogliamo distrarre le persone dalle preoccupazioni e regalare loro una risata. Il pubblico da casa potrà tifare per i propri beniamini.

Come funziona il programma?

Ai cinque acchiappatalenti, impegnati a creare la propria squadra, mostriamo undici talenti di vario genere: grandi virtuosi, personaggi strampalati, c’è davvero un po’ di tutto per inventiva e creatività. Gli acchiappatalenti hanno 15 secondi di tempo per scrutare i candidati e capire se scatta o meno il colpo di fulmine. A quel punto parte la performance e i nostri cinque scoprono che cosa hanno preso: un cantante straordinario, un grande pianista, un inventore di canzoni e barzellette bizzarre, di giochi impossibili. I talenti sono personaggi curiosi e famosi nel loro genere, che si sono già visti in Tv in qualche angolo del mondo. Gli acchiappatalenti saranno votati dalla giuria per l’intuito che dimostreranno. E questo è solo l’inizio…

Ogni suo programma dà vita a una famiglia televisiva…

Una famiglia che nasce da lontano, sono compagni di tante avventure. L’unica persona che tra loro non ho ancora avuto il piacere di avere con me è Mara Maionchi. E poi ci sono i telespettatori, insieme a loro creeremo una famiglia di persone che hanno voglia di lavorare con la fantasia, di evadere, di sognare.

Cosa significa la parola talento?

Avere qualità, anche insolite, insieme alla forza e alla determinazione di imporle sul palco.

Soddisfatta dei talenti selezionati?

Lavorando con Fremantle abbiamo come base il mondo, dall’Australia alla Cina, all’Indonesia. Sono venuti fuori talenti davvero curiosi, italiani e stranieri. Abbiamo cercato l’insolito (sorride).

Alle prese con un nuovo format, come sta cambiando la televisione?

La Tv cambia pelle in continuazione, a ogni stagione è una sorpresa e una scoperta. La televisione generalista, non rivolgendosi a un pubblico specializzato, è quella che più propone format nuovi.  Noi dobbiamo piacere un po’ a tutti e questa è una sfida. Siccome la Tv è sempre più competitiva e frammentata, piacere al pubblico è un compito complicato.

Mi conceda una parentesi che ci porta a “Ballando con le Stelle”, è già al lavoro per l’edizione numero 19?

Abbiamo cominciato (sorride), ma non abbiamo ancora ingranato la quinta. Ora siamo impegnati a fare nascere questo nuovo programma.

Se dovesse salvare, come fossero scatti fotografici, tre momenti della sua carriera, quali sceglierebbe?

Quello che hai bene a fuoco è il presente, che rappresenta la tua sfida ultima, quella che devi vincere e sulla quale hai messo tutta la tua emotività. Insieme a questa c’è il momento in cui hai iniziato, quando è diventato possibile ciò che sembrava completamente impossibile. Mi penso ragazzina quando non potevo immaginare di fare questo lavoro e pensavo che avrei fatto altro. Quando è diventato possibile, quando ho debuttato con “L’altra domenica”, ho vissuto un momento di pura magia. Tra allora e il presente ci sono stati tanti momenti e tutti hanno creato qualcosa di significativo per la mia crescita. Sarei ingrata se ne individuassi solo uno.

A pochi giorni dal debutto cosa si sente di dire al suo pubblico?

Lo ringrazio con tutto il cuore dell’affetto, della stima, dell’attenzione, e gli chiedo di darci fiducia. Ci stiamo impegnando, come facciamo sempre, per non calpestare sentieri già percorsi, da altri o da noi stessi. Stiamo rischiando come sempre l’osso del collo (sorride). Quando si propone qualcosa di nuovo è una sfida…

… che in fondo la diverte…

Mi dà emozione e soprattutto lo dobbiamo al pubblico.

La televisione italiana festeggia i suoi primi 70 anni, qual è il suo augurio?

Negli anni l’abbiamo chiamata “mamma Rai” per un motivo. Siamo nati e cresciuti con lei. Quello che è successo dopo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata prima la Rai. Le dobbiamo la riconoscenza di essere stata sempre un rompighiaccio, un’azienda che ha precorso i tempi e che continua ad avere tanto da dare e da dire. Sono tante le sorprese che ci riserva. La Rai è viva e vitale, è straordinariamente contemporanea.

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United by Music

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Dalla Malmö Arena, con il commento della coppia Maionchi-Corsi, tre prime serate il 7, il 9 e l’11 maggio per l’evento non sportivo più seguito al mondo. Portabandiera dell’Italia la vincitrice del Festival di Sanremo Angelina Mango che si esibirà nella seconda semifinale e poi in gara insieme ai Big Five nella finale

Dopo il successo dell’edizione di Liverpool 2023, ritorna l’attesissimo appuntamento con l’Eurovision Song Contest, l’evento televisivo non sportivo più visto al mondo. Direzione Svezia, per uno show unico nel suo genere, dove, alla Malmö Arena in Svezia dal 7 all’11 maggio, in rappresentanza di 37 nazioni, ben 27 cantanti solisti (diciotto donne, nove uomini), sette duetti (tre maschili, uno femminile, tre misti) e tre gruppi (due misti e uno maschile) regaleranno al pubblico momenti indimenticabili. È la settima volta che l’Eurovision si svolge in Svezia, un record che il Paese scandinavo condivide con l’Irlanda, per Malmö, invece, è la terza volta, dopo quelle del 1992, al palazzo del ghiaccio, quando per l’Italia c’era Mia Martini, e del 2013, quando a rappresentare in nostro Paese era stato Marco Mengoni. Presentatori dello spettacolo la brillante Petra Mede, (già protagonista nel 2013 e nel 2016) e l’attrice Malin Åkerman. Le due Semifinali andranno in onda martedì 7 e mercoledì 9 maggio in prima serata su Rai 2 e saranno precedute da due anteprime (dalle 20.15 alle 20.30), e potranno essere seguite anche su RaiPlay e in simulcast su Rai Radio 2 e sul Canale 202 del Digitale terrestre. “Sono felice che quest’anno ci sia una giovane artista di grande talento a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest: porteremo una ventata di gioia, vitalità e buona musica italiana davanti al pubblico internazionale di Malmö. La voce di Angelina Mango coinvolge le giovani generazioni e sa raccontare le loro emozioni: proprio quello che anche un buon servizio pubblico deve saper fare per attrarre giovani e farsi scegliere” – dichiara la presidente Rai Marinella Soldi. “L’Eurovision Song Contest è l’evento televisivo non sportivo più visto al mondo, un’occasione imperdibile anche per la sua vasta eco social e il coinvolgimento del pubblico più ampio. In questa occasione i Servizi Pubblici europei uniscono popoli e generazioni in nome della musica, dell’amicizia e dell’inclusività” – prosegue la presidente Rai. “Consapevoli del momento complesso e doloroso sul fronte internazionale e delle polemiche legate anche a questa gara – conclude la presidente Soldi – siamo d’accordo con la visione della Ebu – la European Broadcasting Union di cui anche Rai fa parte – e desideriamo sottolineare che siamo fermamente contrari a qualsiasi forma di abuso o molestia rivolta ai partecipanti, online o offline, incoraggiando invece un dibattito costruttivo, rispettoso e di sostegno per tutti gli artisti. Anche quest’anno l’appuntamento in onda sulla Rai sarà accessibile attraverso sottotitoli, audiodescrizioni e grazie al lavoro degli interpreti della lingua dei segni italiana e, per la prima volta, della lingua dei segni internazionale. Un’azione concreta di inclusione”. Per l’edizione 2024 dell’Eurovision la novità riguarda i rappresentanti dei Big 5 (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito) che, insieme al Paese ospitante, la Svezia, si esibiranno dal vivo durante le semifinali e presenteranno le loro canzoni in versione integrale in anteprima al pubblico e ai telespettatori. Sabato 11 maggio, alle 20.40 su Rai 1 la serata Finale del concorso condotta da Mara Maionchi e Gabriele Corsi, alla sua quarta volta nel ruolo di commentatore a bordo campo. Per Rai Radio 2, invece, il commento in simulcast è affidato a Diletta Parlangeli e Matteo Osso. Mara Maionchi e Gabriele Corsi sono gli ultimi di una serie di telecronisti iniziata nel 1956 con lo storico volto della Rai Bianca Maria Piccinino, che il 29 gennaio di quest’anno ha compiuto 100 anni. Ad avere più edizioni all’attivo in questo ruolo è Renato Tagliani, per 12 volte Eurovision Song Contest, dal 1962 al 1973. Nella finale si sfideranno 26 canzoni in rappresentanza di altrettante nazioni. L’Italia sarà rappresentata da Angelina Mango, prima donna a vincere il Festival di Sanremo dopo dieci anni, con la stessa canzone – “La Noia” (scritta dalla stessa Angelina, da Madame e Dardust, primo autore italiano in 68 edizioni a partecipare alla stessa edizione di Eurovision con più di un brano: porta la sua firma, infatti, anche «Fighter», la canzone del Lussemburgo). Il brano conta 2 dischi di Platino e oltre 109 milioni di stream audio e video. L’ultima solista femminile a presentare all’Eurovision la canzone vincitrice del festival di Sanremo era stata Gigliola Cinquetti, che sessant’anni fa, a Copenaghen 1964, portò l’Italia con «Non ho l’età» al primo successo europeo. L’Italia ha vinto altre due volte: con Toto Cutugno a Zagabria (1990) e con i Måneskin a Rotterdam (2021). Tre, di conseguenza, le edizioni ospitate dal nostro paese: Napoli 1965, Roma 1991 e Torino 2022. Giovedì 9 maggio per la seconda semifinale e sabato 11 maggio, per la serata finale, il pubblico italiano potrà indicare la propria canzone preferita attraverso il televoto e il voto online (ma non potrà votare per la canzone dell’Italia), contribuendo al risultato finale della manifestazione. Sarà Mario Acampa a fare da portavoce annunciando il risultato del voto della giuria italiana nel corso della serata finale.  Rai Pubblica Utilità sarà in prima linea per garantire al meglio, e a tutti, la piena fruibilità dell’Eurovision 2024: le due semifinali del 7 e 9 maggio su Rai 2, e la finale dell’11 maggio su Rai 1 saranno sottotitolate e audiodescritte. La finale sarà resa interamente accessibile attraverso la Lingua dei Segni su un canale dedicato di Rai Play. Ben undici performer – sordi e udenti – interpreteranno in LIS (lingua dei segni italiana) e in ISL (lingua dei segni internazionale) le 26 canzoni in gara e le canzoni degli ospiti, restituendo ritmo ed emozioni di ciascuna performance al pubblico a casa e a quello in studio. Due interpreti invece tradurranno in LIS la parte di conduzione. Le tre serate dell’Eurovision Song Contest si potranno seguire anche su RaiPlay dove, per la finale dell’11 maggio, verranno rese disponibili le clip delle canzoni subito dopo le esibizioni dei singoli cantanti e, sempre l’11, sarà anche possibile seguire la diretta in versione originale sul canale RaiPlay. Ricca l’attività social su Eurovision Song Contest 2024 curata da RaiPlay e sui canali social dedicati alla manifestazione che racconteranno l’evento direttamente da Malmö (prove, Cerimonia di Apertura, i contributi dei commentators Maionchi e Corsi, backstage). La copertura social di Eurovision Song Contest riguarderà diversi profili, ognuno con uno specifico taglio editoriale: Ufficio Stampa, Rai 1, Rai 2, RaiPlay, Rai Radio 2, Eurovision Rai, Sanremo Rai, RaiPlay Sound, Rai Italia, Rai Ufficiale, Rai News. Gli hashtag ufficiali del programma sono come sempre #eurovision e, solo per il pubblico italiano, #ESCita. Grande anche l’impegno delle testate Rai presenti con i propri inviati: il Tg1 schiera Caterina Proietti, Rainews Francesco Gatti e Francesco Laurenti mentre il Gr Radio Rai la veterana della manifestazione Miriam Mauti. Rainews.it ha predisposto lo speciale Eurovision Song Contest 2024 per seguire tutte le fasi dell’evento canoro internazionale con una copertura completa e multimediale, la diretta streaming, le foto e gli highlights video di tutte le serate. Gli inviati di RaiNews.it in Svezia, con le “cronache da Malmo”, racconteranno con articoli e video le curiosità, i dietro le quinte e gli incontri dell’Eurovision Song Contest sul sito, sui social e su RaiNews24. Nella pagina speciale, gli articoli, i profili degli artisti in finale, con i video delle canzoni e i testi tradotti in italiano, la storia e le curiosità della kermesse. L’Eurovision minuto per minuto di Angelina Mango, la concorrente italiana che sta già conquistando il pubblico internazionale con i pre-party che l’hanno designata tra gli artisti favoriti per la vittoria. Tre puntate dedicate di “Cloud – Idee e parole in rete”, il primo format transmediale della Rai, con il quale verrà inaugurato il canale YouTube di RaiNews.it. “Cloud – Idee e parole in rete” viene declinato anche sul web, sui canali social, sulla tv con un “best of” su RaiNews24 e sul canale podcast RaiPlay Sound. I creators più popolari, gli inviati e ospiti esclusivi discuteranno con i giornalisti di RaiNews.it dei temi e delle novità più interessanti di questa edizione di Eurovision Song Contest. Ampio spazio anche sui profili social di RaiNews.it: canali Instagram, X, Facebook, Threads e, in particolare, il canale Tik Tok che a un mese dall’inaugurazione ha superato il milione di like. E, come sempre, spazio alle risorse dell’Informazione Rai, con i servizi dei Telegiornali, le interviste, i collegamenti degli inviati.

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Rai Libri al SalTo 24

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Da Alessandro Cassieri a Francesca Fialdini, da Massimo Roscia a Corrado Augias, e ancora Giulio Leoni, Veronica Pivetti, Andrea Frediani, Nathania Zevi, Vira Carbone. Gli autori della casa editrice della Rai al Salone Internazionale del Libro di Torino

Rai Libri è presente al Salone Internazionale del Libro di Torino con i suoi autori, da giovedì 9 a domenica 12 maggio. A dare il via agli eventi di presentazione, giovedì 9 alle ore 12.00 sul palco Rai nel padiglione Oval del Lingotto, sarà Alessandro Cassieri, autore di “Tra Russia e Ucraina. Diario del conflitto dalle origini a oggi”. All’incontro prenderanno parte lo storico Donald Sassoon e il direttore della Comunicazione di Rai Com Marco Frittella. Sempre giovedì, ma alle 18.15, Francesca Fialdini presenterà “Nella tana del coniglio. Quando la lotta con il cibo diventa un’ossessione” scritto con lo psichiatra Leonardo Mendolicchio, che sarà sul palco insieme all’autrice. Modera Marco Frittella. Venerdì 10 triplo appuntamento, alle 12.05 con Massimo Roscia e il suo “Errorario. Piccolo dizionario degli errori grammaticali, dei dubbi e dei tormentoni linguistici”, alle 17 con il firmacopie di Corrado Augias, autore di “Paolo. L’uomo che inventò il Cristianesimo”, alle 18.15 con Giulio Leoni autore di “Mameli. Un grande romanzo storico sull’Inno che fece l’Italia”, con la partecipazione del presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone e il giornalista Mauro Mazza. Ad aprire gli incontri di Rai Libri, sabato 11 alle ore 11.15, sarà Veronica Pivetti, autrice di “Rosa”, intervistata dalla giornalista Giulia Ciarapica. Alle 18.15 sarà Andrea Frediani, sul palco con la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia, a presentare “Tempesta su Mussolini. Un grande romanzo storico sul delitto Matteotti”. La giornata conclusiva del salone, domenica 12 maggio, vedrà alle 12.05 la presentazione del libro di Nathania Zevi “Il nemico ideale”. A intervistare l’autrice sarà il direttore del quotidiano La Stampa Andrea Malaguti. Alle ore 18.15 a salire sul palco saranno Vira Carbone e Marzia Valitutti autrici del volume “Il cibo ti cura”.  Alle 19.30, nell’Arena Robinson, si terrà la presentazione di “Verso le Stelle. 150 canzoni per sentirsi vivi” libro postumo di Ernesto Assante, con il direttore di Rai Libri Roberto Genovesi e il giornalista Luca Valtorta.

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Sapiens – Un solo pianeta

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“Città sommerse” è il tema conduttore della prima puntata del programma di Mario Tozzi in onda su Rai 3 a partire da sabato 11 maggio in prima serata

Singapore, Rotterdam e perfino New York potrebbero finire sotto qualche metro d’acqua nel prossimo futuro a causa della crisi climatica, è possibile contrastare questo destino? L’ingegneria e la tecnologia ci salveranno o ci vorrebbe anche più cultura ambientale? E a Venezia basterà il Mose per difendersi dalle acque alte? Sarà necessario azionarlo in continuazione? Il legame vitale fra laguna e Adriatico è comunque assicurato o si sta per spezzare? Quali sono gli scopi di chi nega il ruolo degli uomini nell’attuale crisi climatica?

Dove nasce il negazionismo climatico? Questi sono solo alcuni degli interrogativi sui quali si concentrerà la prima puntata di “Sapiens – Un solo pianeta” intitolata “Città sommerse” che racconterà di come il riscaldamento globale, accelerato dai Sapiens, stia causando un innalzamento progressivo dei nostri mari. In un Pianeta sempre più caldo, gli oceani reagiscono di conseguenza e, al momento, l’unica certezza che abbiamo è che il loro livello si alzerà ancora e tante città, comprese alcune grandi metropoli simbolo del progresso, potrebbero finire sott’acqua. Nonostante i Sapiens si siano ingegnati con gigantesche opere di contenimento di grandi volumi d’acqua in rischio davanti al quale potrebbero trovarsi nei prossimi decenni non è solo di difficile soluzione, ma inutile se non supportato da un importante cambio culturale nei confronti dell’ambiente. Tutto è legato al nostro sistema di sviluppo: se continueremo a bruciare combustibili fossili, rischiamo di vedere crescere il livello del mare di almeno un metro entro fine secolo. Anche di più, se dovessero avverarsi le proiezioni più pessimistiche. Da Venezia e dalla sua Laguna, il luogo con maggior escursione di marea nel Mediterraneo, Mario Tozzi prova a entrare nel dettaglio di questa particolare situazione cercando di capire che cosa sta accadendo ai nostri oceani e soprattutto perché. L’erosione costiera sempre più invasiva, milioni di persone costrette a migrare verso territori più interni, abbandonando le loro case vicine al mare; intere città, persino interi Stati, rischiano di scomparire sommersi dal mare: siamo pronti ad affrontare tutto questo? In apertura di puntata nello spazio dedicato ai “Dialoghi di Sapiens”, lo scienziato Mario Tozzi converserà con l’umanista Pietrangelo Buttafuoco sui temi della serata.

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Una nessuna centomila – In Arena

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Da Verona le grandi voci della musica contro la violenza sulle donne. Amadeus conduce la serata alla quale partecipano artisti del calibro di Annalisa, Samuele Bersani, Elodie, Emma, Achille Lauro, Ermal Meta, Fiorella Mannoia, Mahmood, Noemi, Piero Pelù, Giuliano Sangiorgi, Tananai. Mercoledì 8 maggio in prima serata su Rai 1 e in contemporanea su Rai Radio 2

Mercoledì 8 maggio in prima serata su Rai 1 e in contemporanea su Rai Radio2 “Una Nessuna Centomila – In Arena”, lo straordinario evento all’Arena di Verona in cui le grandi voci della musica si uniscono contro la violenza sulle donne. Conduce Amadeus. Durante la serata, si alterneranno sul palco dell’anfiteatro veronese in duetti inediti e performance emozionanti i seguenti artisti: Alessandra Amoroso, Annalisa, Samuele Bersani, Big Mama, Brunori Sas, Elodie, Emma, Niccolò Fabi, Achille Lauro, Ermal Meta, Fiorella Mannoia, Francesca Michielin, Fabrizio Moro, Mahmood, Noemi, Piero Pelù, Giuliano Sangiorgi, Tananai, Paola Turci, Ornella Vanoni, Anna Foglietta e Massimiliano Caiazzo. Tutti uniti per un obiettivo comune: dare un aiuto concreto ai centri e alle organizzazioni che sostengono e supportano le donne vittime di violenza. I proventi di “Una Nessuna Centomila in Arena”, al netto dei costi, verranno erogati a strutture individuate dalla Fondazione Una Nessuna Centomila tenendo conto dei progetti dei centri antiviolenza, del lavoro da essi svolto e delle loro esigenze. Gli utilizzi di tutte le risorse economiche raccolte nell’ambito della serata verranno rendicontati e comunicati nella totale trasparenza. La Fondazione Una Nessuna Centomila è nata dall’evento live del 2022, da cui prende il nome, per il contrasto alla violenza sulle donne, grazie alla volontà delle quattro fondatrici: Fiorella Mannoia (Presidente Onoraria), Giulia Minoli (Presidente), Celeste Costantino e Lella Palladino (Vicepresidenti).

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Il varietà dei varietà

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Ha preso il via l’ultima settimana della seconda stagione dello show più divertente e originale della Tv. Fiorello, Biggio, Casciari e tutto il cast si preparano a salutare il pubblico televisivo e del Foro Italico

La Ricetta di un Successo – Gli ingredienti

1 glass su strada

2 stagioni televisive

220 puntate al mattino

1 Fiorello 

2 validi aiutanti 

1 aiutante-cantante anziano 

12 ballerini di Luca Tommassini

1 regista fantasioso

160 persone al lavoro tra cast, 

autori e maestranze

Ospiti quanto basta

2.000 costumi realizzati a mano

100 sagome e oltre 1.000 maschere

7.000 post sui social del programma 

e 500 milioni di visualizzazioni

2 appannati

1 ignoranza artificiale

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Viva la danza

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ROBERTO BOLLE

L’étoile parla dello spettacolo evento realizzato in occasione della Giornata Internazionale della Danza grazie al sostegno del Ministero della Cultura in collaborazione con la Rai. «Sarà un viaggio in cui troveremo la danza classica insieme a molti altri generi, dall’hip hop allo swing, dal latino-americano al tip tap – dice il protagonista – Penso che il programma potrà avvicinare le persone a questa meravigliosa arte». Lunedì 29 aprile in prima serata su Rai 1

La Giornata Internazionale della Danza si celebra anche in Tv, lei è il testimonial di questa serata evento. Che cosa vedremo il 29 aprile?

Una grande serata con la danza protagonista. Sarà uno spettacolo ambientato al Maggio Musicale Fiorentino di Firenze, un format che si sviluppa non più in uno studio televisivo, come è stato per “Danza con me”, ma in teatro. Avremo esibizioni sul palcoscenico e in altri ambienti, sarà un viaggio in cui troveremo la danza classica insieme a molti altri generi, dall’hip hop allo swing, dal latino-americano al tip tap. Ci sarà anche tanto back stage. La punteggiatura dello spettacolo sarà proprio quella del dietro le quinte, con scene divertenti che intratterranno il pubblico e che mostreranno anche quello che accade subito prima e subito dopo un’esibizione.

Cosa significa rendere omaggio alla danza?

La danza ha un enorme valore educativo, soprattutto per i più giovani e portarla in prima serata Tv, di fronte a una grande platea, è il migliore omaggio che possiamo farle. Mostriamo come non sia un’arte elitaria, ma ben comprensibile anche ai non addetti ai lavori.

La danza è festa, spettacolo, ma è anche uno strumento introspettivo. Quanto l’ha aiutata, nel tempo, a conoscersi?

Tantissimo. È stata strumento di conoscenza e mi ha cambiato. Mi ha aiutato a definire la mia personalità, a cambiare come persona. Se non avessi fatto il ballerino oggi sarei sicuramente una persona molto diversa. Mi ha fornito grandi strumenti per affinare la mia personalità, dandomi sensibilità, forza, disciplina. Qualità che sono importanti nella vita.

Étoile e divulgatore dell’arte della danza.  Come coniuga queste due sue anime?

Sono un divulgatore perché conosco la materia, grazie al teatro che mi ha fatto avvicinare al cuore delle persone. Non lo farò mai senza la danza.

Che cos’è per lei il palcoscenico?

Il palcoscenico ha una sua sacralità, è il luogo in cui avviene una magia. Su quelle tavole ci trasformiamo e diventiamo spesso qualcuno che non siamo noi, è un luogo che porta in mondi lontani, in epoche diverse. È anche uno strumento che ti fa evadere dalla realtà, che ti fa avere una prospettiva differente.

Emozioni da condividere con il pubblico…

Penso che la trasmissione riuscirà ad avvicinare le persone al teatro ancora di più di quanto avveniva con “Danza con me”. Quello che vedi da casa, attraverso la Tv, lo ritrovi esattamente a teatro.

Conosciamo le sue gesta artistiche, le è capitato di provare timore prima di esibirsi?

C’è sempre un mix di adrenalina, tensione, incertezza. C’è anche la paura di sbagliare. Soprattutto quando ero più giovane c’erano momenti in cui vedevo tutto più grande di me, delle mie possibilità. Penso ai primi ruoli da primo ballerino, alle prime volte in cui sono andato ospite in teatri come L’Opéra di Parigi, il Royal Ballet di Londra, ricordo la sensazione di paura, di terrore, che avevo dietro le quinte. Il mese scorsa ero proprio al Royal Ballet, dove non andavo da prima della pandemia e anche in quell’occasione ho avuto incertezza, preoccupazione. Bisogna convivere con l’apprensione. Quando stai per andare in scena non importa se ti sei preparato per mesi, perché sul palco tutto può accadere. Una distrazione può compromettere un passo, una sequenza, puoi sbagliare, puoi scivolare. È tutto così precario, e questo lo senti. L’esperienza mi ha aiutato a concentrarmi sempre di più sulla parte artistica, che ti dà più sicurezza rispetto a quella tecnica, ma alla fine la mente fa tantissimo. La maggior parte delle volte a condizionarti è proprio il tuo pensiero.

Cosa prova di fronte all’affetto del suo pubblico?

Una grande gratitudine. L’affetto lo avverto quando qualcuno mi avvicina.

E questo le piace?

Molto. A differenza di ciò che accade ad altri personaggi, verso di me, e forse verso il mio mondo, c’è sempre grande rispetto e questo è molto bello. Non c’è mai un’invasione anche corporale, ma molta gentilezza.  Vedi persone che hanno il cuore pieno di gratitudine perché hai regalato loro delle emozioni, in teatro o in televisione. Hai dato il tuo piccolo contributo per farle stare bene, hai dato loro un pizzico di magia, di poesia e di bellezza in più.

La danza, lo show

Oltre ai grandi danzatori Roberto Bolle ha chiamato a raccolta alcuni artisti del mondo della musica, del cinema e della televisione cui ha affidato parti del racconto. C’è Katia Follesa, direttrice di scena tuttofare che controlla, comanda, consiglia e, alla bisogna, si adopera in ogni mestiere perché lo spettacolo possa sempre e comunque continuare, con maestria e tanta, tanta ironia. Ci sono i due conduttori del documentario, Fabrizio Biggio e Valentina Romani, che, condotti per mano dallo stesso Roberto Bolle, entrano nella pancia del Teatro e da un punto di vista privilegiato, sul palco, nei camerini, nelle sale prova, osservano, imparano, scoprono il magico mondo della danza, emozionandosi insieme con il pubblico. C’è Francesco Pannofino una sorta di “Fantasma dell’Opera”. E infine c’è un duetto con una delle artiste più apprezzate del panorama musicale contemporaneo: Elodie.

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La forza della musica

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Noemi ed Ermal Meta

Per l’evento live, e gratuito, più importante d’Europa, due degli artisti più apprezzati della scena musicale italiana che più volte hanno calpestato quel palco con la loro arte. Emozionati e spinti da un forte senso di responsabilità: «Il palco del Primo Maggio è un faro sui diritti civili… l’arte, la bellezza, la musica devono essere gli antidoti contro la paura»

La prima volta da conduttori

ERMAL META

Wow è la parola che esprime bene il nostro stato d’animo.  Siamo molto contenti, sarà un’esperienza straordinaria in tutta la sua complessità. Siamo abituati entrambi a stare su un palco, ad avere il pubblico davanti e, anche se ci esibiremo ogni tanto, lo faremo in una forma un po’ diversa, avremo l’aiuto e sul supporto dei grandi professionisti. È un piacere e un grande onore assumere con la mia amica Noemi la responsabilità di traghettatore… Un Primo Maggio importante, quindi, come lo sono stati tutti in realtà, ma non avevo mai riflettuto che fosse il concerto live più grande d’Europa, giusto per stare tranquilli (ride). La mia prima volta su questo palco è stata da artista nel 2017, ricordo ancora quello che ho provato nel guardare tutta quella gente in piazza, impressionante.

NOEMI

Ce la metteremo tutta! Il fatto che si tratti di una manifestazione musicale ci fa sentire a casa, canteremo e avremmo la possibilità di raccontare gli altri artisti, affrontando e condividendo tutti insieme tematiche importanti. È una bella avventura, il nostro obiettivo sarà rendere forte, energico questo palco, che è il palco di tutti e per tutti. Io, poi, sono romana e pensare di stare al Circo Massimo in questa veste, in un luogo segnato dalla storia, dove ho partecipato a concerti memorabile, mi emoziona in maniera incredibile.

Quello che la musica può fare…

NOEMI

Quando scelgo una canzone non posso mai evadere dal testo, ho bisogno di raccontare qualcosa. Oggi che stanno venendo a mancare determinati equilibri, c’è bisogno che la musica svolga il suo ruolo, raccontare la società e aiutarla a trovare una direzione. 

ERMAL META

… e aiutare ad approfondire temi che riguardano tutti. La musica è il grande collante e, mai come adesso, con una guerra molto vicina al cuore dell’Europa, l’arte, la bellezza, la musica devono essere gli antidoti contro la paura. Abbiamo tutti voglia di speranza…

NOEMI

Forza e anche leggerezza, saremo concentrati, ma anche pronti a godere con tutti un momento di convivialità, senza mai perdere il legame con la realtà. Il palco del Primo Maggio ha questo immenso potere, non perde mai la sua aderenza con la società, con quello che stiamo vivendo.

Un momento di grande spettacolo, un momento per “ascoltare il futuro”

ERMAL META

Mai come adesso il futuro dell’essere umano è veramente in pericolo, non possiamo, però, abbandonarci allo sconforto, non dobbiamo andare giù. Al contrario, lo sforzo collettivo deve essere fare di tutto per risalire, guardare avanti con grande speranza. Il Primo Maggio è la Festa dei Lavoratori, si deve porre l’accento su questo, su temi che riguardano la nostra società, su un’Europa che sia sempre più inclusiva e pronta a dare un futuro ai propri cittadini.

La voglia di pace, di unione ha radici lontane…

NOEMI

Il palco del Primo Maggio è un faro sui diritti civili, sul contatto con la nostra società, sul termometro della società moderna. Credo che sul tema dell’antifascismo, di cui si parla molto negli ultimi tempi, i giovani in particolare debbano essere sensibilizzati, e questo evento lo farà, come sempre, attraverso i testi e le scelte editoriali di un certo tipo di musica e di artisti.

ERMAL META

L’Italia è uno Stato antifascista, penso non ci sia molto da spiegare, lo dice la Costituzione in maniera chiara. Probabilmente a essere trasmessi in maniera più costante, forse, devono essere i valori. Oggi c’è uno scollamento a livello culturale e sia generazionale che impedisce la comprensione di alcune tematiche, ma il Primo Maggio è, e sarà sempre, all’insegna dell’unione, della pace, dei valori sociali necessari per andare avanti.

E allora, buon Primo Maggio

NOEMI

Vi aspettiamo al Circo Massimo, sarà un bel momento.

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