Mare Fuori, si gira la quinta stagione

Posted on

 

Al via le riprese delle nuove attesissime puntate della serie tv coprodotta da Rai Fiction e Picomedia che con le ultime puntate ha totalizzato una total audience superiore ai 6,1 milioni di telespettatori, posizionandosi al primo posto della classifica dei prodotti più visti su RaiPlay

 

Il cast e le maestranze di “Mare Fuori” sono tornate sul set per le riprese della quinta stagione. Molte le novità, a partire dal regista Ludovico Di Martino (“Skam 3”, “La belva”, “I viaggiatori”) che sostituisce Ivan Silvestrini alla guida di un cast arricchito da tanti ingressi. Nuovi personaggi varcheranno infatti le soglie dell’Ipm di Napoli: ragazze e ragazzi con storie difficili alle spalle che si troveranno a interagire e talvolta a scontrarsi con le vecchie conoscenze che gli spettatori hanno imparato ad amare in questi anni. Fanno il loro ingresso in “Mare Fuori 5” diverse giovani promesse: Francesco Luciani e Francesco Di Tullio, nei panni dei criminali arrivati dal Nord; Rebecca Mogavero ed Elisa Tonelli, amiche inseparabili e partner in crime; Alfonso Capuozzo e Manuele Velo, che daranno voce a due delle diverse anime di Napoli, quella della strada e quella dei quartieri più benestanti, i quartieri dei “chiattilli”. Tante anche le conferme di volti diventati ormai familiari per i milioni di fan della serie: Carmine Recano, Lucrezia Guidone, Maria Esposito, Giovanna Sannino, Vincenzo Ferrera, solo per citarne alcuni. Novità anche nel team di scrittura. Maurizio Careddu è l’head writer di una squadra composta da cinque sceneggiatori: oltre allo stesso Careddu, firmeranno le puntate Luca Monesi, Angelo Petrella (già nel team di scrittura delle precedenti stagioni), Sara Cavosi ed Elena Tramonti. Le riprese di questo nuovo capitolo iniziano mentre sono ancora vive le reazioni dei fan all’ultima stagione, dopo il rilascio su RaiPlay e la messa in onda su Rai 2. Una stagione, la quarta, che ha fatto tanto parlare di sé, raggiungendo un pubblico ampio e trasversale. “‘Mare Fuori’ è un eccezionale esempio di serialità televisiva fondata sul racconto della contemporaneità e sui valori del servizio pubblico – dichiara Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction. – Il pubblico ha premiato la capacità di restituire la ricchezza contraddittoria del vissuto di un gruppo di giovanissimi costretti nella condizione estrema di un istituto di pena minorile. È anche la prova strategica di come la fiction possa declinarsi con successo sulla televisione generalista e sulla piattaforma digitale. Per questo saluto l’inizio riprese della quinta stagione con l’orgoglio e la speranza di una grande scommessa vinta, che si rimette in gioco”. Roberto Sessa, produttore Picomedia, aggiunge: “La serie 5 nel gergo della serialità televisiva è il classico ‘reboot’. Ovvero la storia ci dà la possibilità di introdurre diversi nuovi personaggi che diventeranno, insieme ai protagonisti già affermati, le icone delle prossime stagioni. Diamo il benvenuto a sei di loro nella famiglia di ‘Mare Fuori’ e gli auguriamo un grande percorso umano e professionale”.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.25

Amici e complici

Posted on

 

 

Semplici e diretti, personalità differenti capaci di formare una grande squadra di professionisti. Nunzia De Girolamo e Gianluca Semprini sono, ancora una volta i volti del pomeriggio estivo di Rai 1

 

 

Da due settimane in onda, come è stato ritrovarvi allo studio 3 di Via Teulada a Roma per questa nuova stagione insieme?

GIANLUCA: È come se non fosse mai finita, ci siamo ritrovati a casa nostra. Per me è la quinta volta, Via Teulada sta diventando il mio luogo di vacanza. C’è una squadra rodatissima, è un piacere lavorare così.

NUNZIA: Significa ritrovare una grande squadra, con alcuni componenti ereditati dal gruppo di lavoro di Alberto Matano, che ha fatto un grande lavoro, con nuovi innesti, e una rinnovata sintonia con Gianluca che è il miglior compagno di viaggio di sempre.

Siete una coppia che ha convinto il pubblico, siete stati scelti nuovamente dall’Azienda. Cosa pensate arrivi di voi nelle case degli italiani?

NUNZIA: Il fatto che nonostante si raccontino tante storie drammatiche, la cronaca nera, tra me e Gianluca ci sono grandi verità e complicità. Spesso incontriamo persone che ci dicono che facciamo loro compagnia. Quel sorriso, anche nei momenti più leggeri del programma, o nel passaggio tra una storia e l’altra, va oltre lo schermo e fa molto bene al cuore delle persone. A darmi soddisfazione, a farmi sentire di casa, è proprio il fatto che la gente mi chiami e si riferisca a me sempre come Nunzia.

GIANLUCA: So che può sembrare scontato ma siamo due persone che, nelle loro diversità, abbastanza semplici e diretti. Non abbiamo molti filtri. E poi io e Nunzia ci completiamo, ci siamo capiti subito e c’è grande rispetto.

Il vostro è un osservatorio privilegiato, che Italia fotografate?

NUNZIA: Un’Italia molto diversa, divisa in più strati sociali, anche sola, con momenti di grande drammaticità, di isteria, di disagio. Ci sono tanti casi “da porta accanto” che non immagineresti. È un’Italia che ti fa tenere i piedi per terra. Non esiste solo la bolla nella quale abbiamo il privilegio di vivere, ma è un po’ come quando vai al mercato e vedi la vita vera, la gente vera, le difficoltà.

GIANLUCA: Quando racconti le vicende di cronaca emerge l’Italia in cui, sembra incredibile, ma continuano i femminicidi, il reato contemporaneo. Dico sempre che purtroppo sono molto più difficili da sconfiggere rispetto a fenomeni come il terrorismo che ha funestato il nostro Paese. Quando trovavi una pista gli inquirenti riuscivano a debellare una cellula. Il femminicidio avviene ovunque, da nord a sud, in qualsiasi ceto sociale. Questo è l’aspetto preoccupante, di contro, nei momenti più leggeri, a volte rivedo l’Italia anni Ottanta, che ha tanta voglia di divertirsi.

Ironia e sorriso sono un po’ la vostra cifra, essere se stessi di fronte alla telecamere paga sempre?

GIANLUCA: Non potrei essere altrimenti, nonostante per anni abbia fatto telegiornali, approfondimenti politici e dovrei avere una sorta di “postura televisiva”. MA la semplicità esce.

NUNZIA: Sempre. Credo che la televisione sia un grande specchio dell’anima. Può ingannare ma per un tempo limitato poi la verità viene fuori. Quando sei te stesso le persone lo percepiscono, per questo diventi Nunzia o Gianluca e ti siedi a tavola, nel salotto con loro.

Lavoro a parte, di che cosa parlate quando vi trovate in mensa o di fronte a un aperitivo?

NUNZIA: Di figli. Lui ne ha tanti io ne ho una. Parliamo di sua moglie o di mio marito, di tutto con molta naturalezza e scioltezza. Ci capita di parlare anche di sport, come in occasione dei recenti successi azzurri nell’atletica. È un rapporto di amicizia e di complicità nato sul lavoro.  Menomale esiste anche questo.

GIANLUCA: Nunzia mi prende anche in giro, dice sempre che sono un fissato del padel, che sono un esagitato e che arrivo in redazione con i pantaloncini corti e il cappellino (sorride). Dice che sono proprio di Roma sud.

A proposito di sport, di fronte ai successi azzurri che tifosi siete?

NUNZIA: Quando gioca la Nazionale sono orgogliosa, tifo molto Italia, credo molto in questo Paese, lo amo profondamente. Di fronte all’inno di Mameli mi emoziono ancora, oltre a cantarlo.

GIANLUCA: Mi auguro un’estate piena di successi, in ogni settore, per ritrovare anche un’Italia che voglia stare insieme, per le strade, nelle piazze, magari a festeggiare.

Cosa non può mancare nella vostra estate?

NUNZIA: Mia figlia, la mia famiglia. Gea recentemente è partita, è andata dai nonni, e già al primo giorno ho sentito una sofferenza enorme. Per l’estate abbiamo preso una casa al mare non distante da Roma per poter stare più tempo possibile insieme.

GIANLUCA: La mia famiglia. Anche noi abbiamo preso casa sul litorale romano. La mattina, magari dopo avere fatto il bagno, raggiungo Roma con il trenino e la sera, dopo la trasmissione, ritorno da loro. Questa sera, ad esempio faremo una grigliata tutti insieme.

Tornando alla vita pubblica, di quali personaggi sentiremo parlare più di altri nei mesi estivi?

NUNZIA: Sino a ora abbiamo sentito molto parlare di due donne della politica, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, si sono confermate sul campo vincenti con caratteristiche molto simili. Credo che nei prossimi mesi sentiremo molto parlare dei reali inglesi di Kate Middleton, speriamo con buone notizie.

GIANLUCA: Ti faccio un nome e dico Gimbo Tamberi, che al di là del lato sportivo è un vero e proprio showman, lo ha dimostrato la scorsa settimana all’Olimpico. Sarà un po’ il nostro portabandiera alle Olimpiadi e sono certo che sentiremo parlare di lui.

NUNZIA: Penso che sarà protagonista quest’anno più che mai la musica. Sto ascoltando “L’ultima poesia” di Geolier e Ultimo, adoro Marracash, e poi tutti i tormentoni estivi, penso ad esempio ad “Aria” dei Ricchi e Poveri, che mi dà un’energia incredibile.

Gianluca, un pregio e un difetto di Nunzia…

GIANLUCA: Lo stesso, che è troppo diretta (sorride).

Nunzia, un pregio e un difetto di Gianluca…

NUNZIA: Un professionista generoso, attento al partner, di supporto e di soccorso. Mai competitivo e sempre conciliante. Non ha grandi difetti, certe volte è un po’ Peter Pan, sincero, immediato nelle reazioni. Una positività che per la sua professione può diventare una negatività. Ogni tanto lo guardo e dico… zitto (sorride).

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.25

Con un battito di ciglia

Posted on

 

In occasione della Giornata mondiale della SLA, Rai Documentari dedica una serata a chi ogni giorno convive con questa malattia. Con Drusilla Foer e Aldo Baglio, Francesca Cavallin, Antonio Ornano, Giancarlo Ratti e con la partecipazione di Mario Calabresi. In onda martedì 18 giugno alle 23.15 su Rai 3 

 

“Con un battito di ciglia” è un docufilm che racconta come, nonostante la SLA, persone come Julius, Pippo, Laura e Luigi, che vivono prigioniere nel proprio corpo, siano dotate di un’eccezionale sensibilità e voglia di vivere e riescano a trasmettere i propri sentimenti e i propri pensieri. Queste persone dimostrano un grande desiderio di comunicare con il mondo e di offrire segni di speranza a tutta l’umanità. “Con un battito di ciglia” non è solo un racconto che parla di SLA, ma un viaggio che fa riflettere anche sulla nostra vita, su quanto sia importante esprimersi e comunicare con gli altri, per rimanere vivi e presenti. È una storia che si rivolge a tutti perché parla di fragilità e di malattia, ma soprattutto di rapporti umani e di relazioni. Le persone malate di SLA non hanno modo di interagire con le stesse modalità e tempistiche di una persona che non ha questo tipo di disabilità, i loro tempi di risposta sono purtroppo inevitabilmente lunghi e soprattutto possono comunicare con noi solo attraverso il movimento degli occhi, una tastiera e una voce elettronica. Nel docufilm, le testimonianze dei quattro protagonisti sono state raccolte attraverso delle domande personali che gli autori hanno inviato loro nella fase di scrittura. Le risposte a queste domande sono state poi lette da una persona scelta dagli stessi protagonisti (la moglie, il compagno, una figlia, la sorella) durante l’incontro con Drusilla Foer. Un incontro ambientato nei giardini di una villa storica all’interno dello splendido parco di Monza, dove a un elegante tavolo, Drusilla Foer ci accompagna in un fortissimo scambio di sentimenti, ricordi ed emozioni con i suoi ospiti: i familiari dei protagonisti. I quattro protagonisti delle storie Julius, Pippo, Laura e Luigi scrivono articoli con le loro riflessioni per il giornale de La Meridiana “ScriverEsistere” e hanno scritto libri dove raccontano aspetti della propria vita e considerazioni personali. Per ciascuno di loro un attore o un’attrice hanno letto e interpretato i loro pensieri: Aldo Baglio per Pippo, Francesca Cavallin per Laura, Antonio Ornano per Julius e Gianluca Ratti per Luigi. Nel docufilm, tra le testimonianze di amici e familiari, ci sarà anche la partecipazione speciale di Mario Calabresi, giornalista e scrittore, che in questi anni ha avuto modo di conoscere questa realtà, stringendo un forte legame con Laura Tangorra, una dei protagonisti. Il docufilm ha ricevuto il patrocinio di AISLAAssociazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.25

Con Massimo nel cuore

Posted on

Dal 14 al 16 giugno i luoghi de “Il Postino”, sull’Isola di Salina, ospiteranno la XIII edizione del Marefestival. Tra gli ospiti Maria Grazia Cucinotta, Francesco Pannofino, Carla Signoris, Barbara Bouchet. Il direttore artistico Massimiliano Cavaleri: «Massimo rivive nell’isola che ha tanto amato»

 

Poeta del cinema, comico dei sentimenti, attore geniale e irripetibile: sono tante le definizioni di Massimo Troisi che ancora oggi emoziona e manca, eppure sono trascorsi trent’anni da quel fatidico 4 giugno 1994, quando morì per i problemi cardiaci che lo affliggevano da tempo, già evidenti nella sua ultima, memorabile e toccante interpretazione de “Il Postino”. E sono passati 28 anni da quando gli Oscar del 1996 lo hanno consacrato film-capolavoro con cinque candidature e la vittoria della statuetta per la romantica colonna sonora firmata da Luis Bacalov. Ogni anno l’isola siciliana di Salina, che condivise il set insieme con la campana Procida, ospita il Marefestival Premio Troisi giunto alla XIII edizione: appuntamento da venerdì 14 a domenica 16 giugno per una tre giorni ricca di film, personaggi, interviste e incontri nelle piazze dei Comuni di Santa Marina Salina e Malfa, con ingresso libero. Il RadiocorriereTv incontra il direttore artistico della manifestazione, il giornalista siciliano Massimiliano Cavaleri.

 

Chi saranno gli ospiti della XIII edizione e quali i temi trattati?

Sono varie la categorie di Premio: nella sezione “Attori” saranno insigniti del riconoscimento Francesco Pannofino, attore e doppiatore di altissimo livello, una delle voci più autorevoli del grande schermo, entrato nella storia del cinema; Carla Signoris, uno dei volti più amati e raffinati del nostro cinema; Barbara Bouchet, icona di eleganza e sensualità; Sergio Friscia, attore e showman a tutto tondo; Alessio Boni, numero uno del teatro, che vanta una carriera cinematografica importante; Francesca Inaudi, personalità apprezzata anche all’estero; premieremo nella sezione “Comici” Uccio De Santis, che sta inventando un nuovo modo di fare ironia, made in Puglia; tra i “Produttori” Corrado Azzollini con la proiezione della commedia d’autore “Gli agnelli possono pascolare in pace”, diretta da Beppe Cino e con protagonista Maria Grazia Cucinotta, madrina della nostra manifestazione fin dalla prima edizione.

 

Non solo cinema, il Marefestival dà spazio anche alla musica e all’attualità…

In ogni edizione accogliamo alcuni big della musica, quest’anno sul palco due siciliani, Alberto Urso, vincitore di Amici nel 2019 e in gara a Sanremo 2020, che renderà omaggio alle musiche de “Il Postino”; Mario Incudine, uno degli artisti più versatili della scena musicale e teatrale italiana. Nei pomeriggi del Festival ospitiamo focus su varie tematiche tra cui il cinema come strumento al servizio della salute, dunque efficace nel trasmettere messaggi di prevenzione e corretti stili di vita e altri trasporti e portualità nelle Eolie.

 

Com’è nata l’idea del Festival dedicato a Troisi?

Frequentando Salina da semplice turista e, ammirando i luoghi suggestivi e bucolici, immortalati ne “Il Postino”, grazie alle poesie di Neruda e al tramonto di Pollara, mi sono accorto della necessità di dover celebrare Troisi proprio in quell’isola. Tutti parlavano di lui ma nessuno aveva fatto qualcosa per rendergli memoria. Così, nel 2013, decidiamo di istituire il riconoscimento in ricordo di Troisi, facendogli intitolare la passeggiata di sbarco a Santa Marina Salina e donando la scultura con la bicicletta, che ancora oggi impreziosisce la strada. Da quel momento, negli anni successivi, sono state realizzate altre iniziative, anche nella piazzetta di Pollara. Finora in dodici anni di Marefestival abbiamo consegnati 82 Premi Troisi a grandi personalità, nel 2024 arriveremo a 92. Ogni anno Massimo “rivive” nell’isola che ha tanto amato…

 

Quanto manca Troisi al cinema italiano oggi?

Quando consegnai anni fa il Premio a Maurizio Costanzo, disse che fu una “perdita secca”. Ancora oggi, e lo percepisco soprattutto durante il festival, rappresenta un prezioso riferimento. L’emozione degli artisti, spesso per la prima volta a Salina per conoscere i luoghi del film, è forte perché Troisi era unico, irripetibile, “un angelo” capace di toccare il cuore e le corde della sensibilità di ogni spettatore con frasi e pensieri brevi ma intrisi di significato e originalità. “Il Postino” è il suo testamento cinematografico: la storia del portalettere che diventa amico del grande poeta Neruda rispecchia lo stile troisiano. L’uomo qualunque, modesto e umile, accede ad una conoscenza più colta, nobile e aulica: “Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l’esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla” recita il Noiret-Neruda… e l’animo di Massimo l’ha compresa.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.24

Piloti Caccia International Flight Training School

Posted on

Un anno nella scuola di addestramento per piloti di Caccia migliore d’Europa – quella di Decimomannu, in Sardegna – raccontata dalla docuserie diretta da Annalisa Mutariello, in onda da mercoledì 12 giugno su Rai 2

Storie di ragazze e ragazzi, uomini e donne, che frequentano l’International Flight Training School, la scuola italiana di perfezionamento al volo per piloti di Caccia migliore d’Europa, e forse del mondo. Ma quali sono le caratteristiche per potere accedere al corso e chi sono i giovani e talentuosi piloti che ci riescono?

Da mercoledì 12 giugno in seconda serata, su Rai 2 va in onda “Piloti Caccia – International Flight Training School”, una docuserie in quattro puntate che racconta un anno di vita all’interno dell’esclusiva scuola di addestramento della base militare di Decimomannu, in Sardegna, dove sono ospitati i giovani piloti provenienti da tutto il mondo che hanno deciso di dedicare anima e corpo all’alta missione dell’Aeronautica militare.

La docuserie li mostrerà in azione durante le esercitazioni: le incredibili riprese in volo consentiranno di apprezzare la difficoltà delle manovre e l’importanza di un addestramento intenso e continuo, finalizzati alla formazione di piloti in grado di gestire ogni tipo di scenario, anche di combattimento. Ma non solo. Anche le storie personali e umane dei protagonisti, fatte di sacrifici e rinunce, di sentimenti, sogni, paure e speranze, avranno spazio nella narrazione. Le interviste agli allievi e ai loro istruttori aiuteranno a capire le regole dell’addestramento e il rapporto che si stabilisce tra essi, fatto di fiducia, rispetto e vicinanza. Nata da una sinergia virtuosa fra Aeronautica Militare e Leonardo S.p.A., “l’International Flight Training School” di Decimomannu è un’eccellenza italiana: solo i migliori piloti del mondo possono accedervi ed è da qui che esce l’élite mondiale dei piloti di caccia. I frequentatori provengono da Canada, Regno Unito, Germania, Austria, Svezia, Arabia Saudita, Qatar, Singapore, Giappone, Olanda e ovviamente Italia. La qualità di IFTS è data dall’esperienza degli istruttori ma anche dall’eccellenza di mezzi, aerei e simulatori: il famoso M-346 costruito da Leonardo, è considerato ad esempio, il miglior aereo da addestramento del mondo.

 

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.24

Il pubblico rivive nelle storie

Posted on

Regista, sceneggiatore, produttore di film come “La Sirenetta”, “Alladdin”, “Hercules”, “Oceania”, premiato con il “Pulcinella Awards alla Carriera” a “Cartoons On The Bay”, John Musker racconta il suo lavoro e la sua visione dell’animazione

Quali sono, nell’animazione, le storie che durano?

Io e il mio partner Ron Clements abbiamo diretto diversi lungometraggi per Disney. In tutti questi film abbiamo cercato di raccontare storie classiche, quelle che sarebbero durate, e molte fiabe dove i bambini diventano adulti. C’è un rito di passaggio dall’essere un bambino all’essere un adulto: è quel momento in cui ti confronti con i problemi del mondo reale. Quindi penso che più possiamo raccontare una storia con la quale le persone si identificano, si rivedono in quei personaggi e nei loro problemi, e più si entra nel film e si sente di esserne parte, come in “La Sirenetta”, “Aladdin”, “Hercules”.

Cosa accade quando le persone si identificano nei personaggi dell’animazione?

Quando si rivedono nello schermo e vengono coinvolte emotivamente, le persone si legano ai personaggi, al film. Ed è questo ciò che noi proviamo a fare. Non sempre funziona, ma è nostra intenzione riuscire davvero a connetterci con il pubblico intorno al mondo.

 

Come cambia l’animazione con il digitale?

Io credo che l’animazione sia un mezzo davvero illimitato e che si stia ancora sviluppando. C’è l’animazione digitale e ci sono diversi modi per proporre i prodotti, come le piattaforme e lo streaming. Ho ancora un bel numero di idee per cortometraggi che vorrei realizzare, quindi mi trovo ancora in un processo di esplorazione. Ho appena finito “I’m Hip”, mi ci sono voluti alcuni anni, l’ho animato tutto da solo. Ci son alcuni altri film che mi piacerebbe animare e sono in fase di pianificazione.

Quali sogni sente di dover ancora realizzare?

Non direi di aver realizzato tutti i miei sogni, infatti ne ho tanti e voglio ancora esplorare le idee perché la narrazione è vasta, non ci sono limiti ai numeri di storie che ci sono lì fuori. Credo che tutti i nostri film siano realmente basati sulla nostra personale osservazione delle persone e degli ambienti e più stimoli ne ottieni, più le storie vengono suggerite. Quindi guardo alle cose per quello che sono, ma certe volte le guardo e penso quello che potrebbero essere.

Come vede le nuove generazioni di registi?

Sono ansioso di vedere cosa faranno. Penso che ci siano molte opportunità per loro di raccontare storie che siano senza tempo e che coinvolgano il pubblico di tutto il mondo. Adoro andare al cinema ed essere sorpreso e stupito.

Quali sono le sfide dell’animazione oggi?

Ce ne sono tante, soprattutto nelle sale cinematografiche, perché anche gli effetti del covid e di quegli anni di pandemia, stanno ancora influenzando i film. Come far venire voglia al pubblico di vedere un film è la sfida sempre presente.

 

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.24

Popolare e di qualità Il grande racconto della musica italiana

Posted on

 

Sono partiti in 1.187 e arrivano in 8 all’ultimo capitolo del lungo viaggio artistico di Musicultura 2024. La fase conclusiva della XXXV edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore si svolgerà a Macerata dal 17 al 22 giugno. La Rai è main media partner dell’evento con Rai Radio 1, Rai 2, TgR, Rainews24, RaiNews.it, Rai Italia e RaiPlay. Le serate finali saranno trasmesse da Rai 2 il prossimo 5 luglio

Svelati dal direttore artistico Ezio Nannipieri gli otto vincitori del prestigioso Concorso che, dal 1990, tutela la qualità espressiva della canzone italiana, favorendo il ricambio artistico generazionale. Gli artisti che accedono alla fase finale del festival sono, tra l’altro, autori dei propri brani: Nico Arezzo (Modica) – Nicareddu; Anna Castiglia (Catania) – Ghali; De.Stradis (Bologna) – Quadri d’autore; Nyco Ferrari (Milano) – Sono fatto così; Bianca Frau (Sassari) – Va tutto bene; Helle (Bologna) – Lisou; Eugenio Sournia (Livorno) – Il cielo; The Snookers (Morbegno) – Guai. La selezione, su una rosa di 18 finalisti, è stata affidata al Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura (a cui aderirono per primi nel 1990 Fabrizio De Andrè e Giorgio Caproni) composto in questa XXXV edizione da: Francesco Amato, Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Dardust, Teresa De Sio, Giorgia, Mariangela Gualtieri, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Ermal Meta, Mariella Nava, Piero Pelù, Ron, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni e Sandro Veronesi. Si conferma anche quest’anno la collaborazione tra Servizio Pubblico e Festival, una partnership tra Rai e Musicultura capace di garantire all’evento una copertura crossmediale articolata e qualificata. “Per noi è un onore. Musicultura è una delle manifestazioni a cui teniamo di più, intercetta il pubblico più giovane e va alla ricerca di talenti attraverso una selezione di qualità” dice Francesco Pionati, direttore di Rai Radio1 – radio ufficiale del Festival, già protagonista nell’iter preliminare del concorso, e ora pronta a seguirne anche la fase finale con dirette, differite e collegamenti a cura di Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola. Le serate finali dello spettacolo, il 21 e il 22 giugno allo Sferisterio, diventano un programma televisivo curato dalla sapiente regia di Duccio Forzano e condotto dall’inedita coppia Carolina Di Domenico e Paola Turci: “Non sono una persona che dice sì a tutto, perché credo che la musica debba avere la responsabilità di portare avanti la qualità. Ho accettato perché Carolina mi ha proposto un progetto non solo di altissima qualità e di grande umanità”. Lo speciale televisivo andrà in onda venerdì 5 luglio, in seconda serata su Rai 2 e avrà, grazie a Rai Italia, il compito di diffondere l’evento in ambito internazionale: “Siamo partner dal 2017 e trasmetteremo questa manifestazione il 15 luglio in quattro canali nel mondo. Con Musicultura intercettiamo un pubblico giovane attraverso la cultura e la musica” ricorda Fabrizio Ferragni, direttore Rai Offerta Estero, a cui segue il commento di Paolo Petrecca che per Rainews24, Rainews.it ricorda: “Ci siamo sempre stati, siamo alleati di questa festa della musica che con le nostre testate cerchiamo di valorizzare, rendendola sempre più accessibile ai giovani, grandi frequentatori del sito. La canzone popolare è un fiore all’occhiello del nostro Paese, da riscoprire e, andando oltre la tradizione, cercando di valorizzare qualità e talenti dei giovani artisti”. Ampia e accurata l’attività social e la presenza della TgR “la testata Rai con maggiore profondità che, fin dalle sue fasi iniziali, segue le storie dei protagonisti con approfondimenti e ritratti degli artisti – osserva il direttore Luca Salerno – Possiamo dire che svolge un’attività analitica sul campo, stando a contatto con tutti i protagonisti”. Venerdì 21 giugno sono attesi sul maestoso palco dello Sferisterio Diodato, fresco della vittoria del suo secondo David per la miglior canzone originale con “La mia terra”, garanzia di profondità ed eleganza artistica, la poliedrica e meritatamente lanciatissima Serena Brancale, il giovane chitarrista polacco Marcin, al debutto in Italia dopo avere già conquistato col suo formidabile approccio tecnico e stilistico il pubblico americano e quello di mezza Europa, Filippo Graziani, che con la pubblicazione di “Per gli amici”, album composto da otto brani inediti del padre Ivan, da lui arrangiati e interpretati, ha realizzato una delle più brillanti iniziative discografiche di questo 2024. Sabato 22 giugno è invece il momento di Enzo Avitabile che a Musicultura festeggerà, con i Bottari e la formazione al completo, i 20 anni di “Salvamm‘ o munno”, capolavoro discografico che segnò uno snodo fondamentale nel viaggio espressivo dell’artista, considerato il re della world music partenopea. Per l’occasione Avitabile verrà insignito dell’Onorificenza per Alti Meriti Artistici con cui l’Università di Macerata e l’Università di Camerino rendono annualmente omaggio nell’ambito di Musicultura a grandi protagonisti della musica e della parola. La serata sarà impreziosita dalla potente autenticità di Nada, cantautrice originale e preziosa, dalle partecipazioni speciali di Carlotta Proietti, figlia d’arte che sa testimoniare con la sua voce una raffinata romanità, e di Alessandro Bianchi con la sua intelligente comicità. Molti gli ospiti attesi anche a La Controra, il “festival nel festival” che da lunedì 17 a sabato 22 giugno vivrà nelle piazze e nei cortili del centro storico di Macerata con concerti, recital, incontri, dibattiti, tutti ad ingresso libero. Sarà il live di Fabio Concato il 18 giugno ad aprire musicalmente l’intensa settimana de La Controra nella centralissima Piazza della Libertà; tra gli altri nomi attesi negli angoli più suggestivi del centro storico di Macerata anche Diego Bianchi, Gigliola Cinquetti, Serena Grandi, Mimmo Locasciulli, Mauro Pescio, Cochi Ponzoni, Luigi Sbriccoli, Gek Tessaro.

 

IL CONCORSO

Attenta alle espressioni artistiche della canzone popolare e d’autore, dal 1990 Musicultura rappresenta un punto di riferimento trasparente e un banco di prova credibile per le aspirazioni di tantissimi giovani artisti, a oggi complessivamente oltre 34.000. Gli artisti accedono alla fase conclusiva del concorso al termine di una lunga selezione che all’inizio ha coinvolto 1.187 artisti e 2.374 canzoni registrando, per il quarto anno consecutivo, il nuovo record di iscrizioni al Concorso. Dopo una prima fase di ascolto e scrematura, i giovani artisti sono approdati alle audizioni dal vivo, aperte al pubblico e trasmesse in streaming (oltre 700.000 visualizzazioni), che hanno consentito a Musicultura di individuare una rosa di diciotto finalisti. A decretare il vincitore assoluto, al quale andrà il Premio Banca Macerata di 20mila euro, sarà il voto degli spettatori (4.800 nell’arco delle due serate). Altri significativi riconoscimenti sono il Premio PMI per il miglior progetto discografico, il Premio delle Università di Macerata e di Camerino per il miglior testo, e l’ambita Targa della Critica intitolata a Piero Cesanelli, l’ideatore del Festival e suo direttore artistico dalla prima edizione fino al 2019. Si aggiunge per questa edizione anche l’istituzione di un nuovo, speciale riconoscimento – il Premio “La Casa in riva al Mare”. A deciderne l’assegnazione a uno degli otto vincitori sarà una giuria di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione di Ancona. L’iniziativa, promossa e sostenuta dal Garante dei diritti della persona della Regione Marche Giancarlo Giulianelli, rappresenta il punto di arrivo di un più ampio progetto, che nel corso dell’anno ha visto Musicultura operare all’interno del carcere con percorsi laboratoriali a tema musicale che hanno coinvolto i detenuti e che hanno visto le canzoni trasformarsi, in un ambiente tutt’altro che facile, in formidabili passe-partout d’accesso ai sentimenti e all’immaginazione.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.24

Una grande squadra

Posted on

In Tv, in Radio, su RaiPlay e RaiPlay Sound, la grande offerta del Servizio Pubblico. Dal 14 giugno al 14 luglio

Lo spettacolo del grande calcio internazionale e le emozioni di uno degli appuntamenti sportivi più attesi. Sarà Germania-Scozia, il 14 giugno su Rai 1, ad aprire gli Europei di calcio 2024 in Germania. Due le squadre protagoniste assolute: la Nazionale azzurra guidata dal CT Luciano Spalletti, trionfatrice dell’ultimo Europeo, e la grande squadra Rai, che trasmetterà 31 gare in diretta Tv, su Rai 1 e Rai 2, e tutte le 51 le partite in diretta radio, su Radio 1 e Radio 1 Sport. Il pubblico potrà seguire gli incontri anche su RaiPlay e RaiPlay Sound. Uno sforzo produttivo importante nel segno del Servizio Pubblico: le partite in diretta, i programmi di approfondimento, gli inviati sul campo, la cronaca di Tg e Giornali radio, la programmazione di RaiPlay, per raccontare tutti i colori dell’evento. Euro 2024, sarà totalmente accessibile, grazie a Rai Pubblica Utilità, infatti, il programma “Dribbling” sarà sottotitolato nella versione in onda su Rai 2, mentre in quella disponibile su RaiPlay sarà sottotitolato e tradotto nella Lingua Italiana dei Segni. Ogni partita sarà sottotitolata, mentre, per la prima volta nella storia della Tv, gli incontri degli Azzurri saranno accompagnati, sul canale dell’audiodescrizione, dalla cronaca descrittiva dedicata ai telespettatori non vedenti e ipovedenti, a cura di un giornalista di Rai Sport. Nel dettaglio, saranno ventidue le gare trasmesse su Rai 1 e nove quelle su Rai 2, con il racconto affidato a quattro coppie di telecronisti: Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro (che commenteranno le partite dell’Italia), Stefano Bizzotto e Lele Adani, Dario Di Gennaro e Andrea Stramaccioni e Luca De Capitani e Sebino Nela. Ogni incontro sarà preceduto e seguito da uno studio di presentazione e commento.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.24

Una testimonianza civile

Posted on

In occasione dell’anniversario della tragedia di Vermicino, Rai 1 presenta “Alfredino, una storia italiana”, in prima serata martedì 11 e mercoledì 12 giugno. In questo emozionante racconto corale, il cuore non è la tragedia familiare, ma il contesto in cui la vicenda si svolse la vicenda, i personaggi coinvolti che, nel tempo, sono diventati tasselli fondamentali di un affresco vibrante dell’Italia all’inizio degli anni ’80. Erano i giorni dell’attentato al Papa, della Loggia P2, dei sequestri delle Brigate Rosse e una nazione intera si ritrovò improvvisamente unita nella speranza di salvare un bambino

Il 10 giugno del 1981, nella campagna intorno a Roma, un bambino cade in un pozzo: comincia così una vicenda straziante che per due lunghissimi giorni avrebbe tenuto tutta l’Italia incollata alla tv. Per ben 48 ore il piccolo Alfredino Rampi di soli sei anni rimase prigioniero di un pozzo artesiano lasciato incustodito. I tentativi di salvare il bambino richiamarono, oltre a una gigantesca quanto sbalordita e impotente organizzazione di soccorsi, l’attenzione dell’informazione, della politica, e della gente comune di tutto il paese. La Rai avrebbe documentato ininterrottamente le vicende di Vermicino, in una diretta tv passata alla storia del nostro Paese. In quattro puntate, il lavoro del regista Marco Pontecorvo riesce a fare un’accuratissima ricostruzione storica di quei giorni, e a mettere in evidenza il fortissimo versante emotivo che colpì al cuore tutta l’Italia. Anna Foglietta è precisa e coraggiosa nel prestarsi a interpretare Franca Rampi: i tanti italiani che in quei giorni s’incollarono al teleschermo non hanno mai dimenticato il volto e le parole di quella mamma.

 

Quando si combatte tutti insieme, si può anche perdere, ma non si è mai del tutto sconfitti

La parola al regista, Marco Pontecorvo

La storia di Alfredino appartiene alla memoria di tutti gli italiani, anche quelli che non l’hanno vissuta. Proprio per questo abbiamo sentito una responsabilità maggiore nell’abbracciare il progetto. Tutti hanno veramente dato il massimo. Pur avendo seguito i verbali, abbiamo cercato di uscire dalla pura cronaca, di scavare negli animi dei personaggi e attraverso di loro raccontare un affresco dell’Italia di quell’epoca. Un Paese colpito da scandali, crisi di governo e terrorismo che si è fermato col fiato sospeso seguendo la prima diretta televisiva in un’alternanza di speranza e sconforto. Raccontiamo la vicenda stando con la macchina da presa a volte accanto ai nostri personaggi, a volte nella loro soggettiva. Siamo scesi nel pozzo insieme agli speleologi e ai volontari, vissuto con loro l’impossibilità di calarsi, la claustrofobia e la frustrazione di non poter salvare Alfredino. D’accordo con la famiglia Rampi si è deciso di non vedere mai il bimbo nel pozzo. Speriamo di essere riusciti a rendere la sua assenza una presenza ancor più forte che se fosse stato in scena. Abbiamo anche creato momenti di astrazione che, facendoci uscire dagli eventi, creano uno spazio di riflessione e di tregua dallo scorrere incessante del tempo. Calandoci dentro la storia riusciamo a capire il perché di tante scelte e l’eroicità di tanti personaggi. La signora Franca, per esempio, donna di incredibile forza, è riuscita a trasformare quella tragedia immensa in una spinta che ha poi dato vita, grazie al presidente Pertini, alla Protezione Civile. Mi è sembrato importante avere uno stile asciutto, entrando in punta di piedi nella vicenda e a volte guardandola dall’esterno.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.24

Sanremo, dietro la Quinta

Posted on

In onda sabato 8 giugno in seconda serata su Rai 1 racconta come la musica e le canzoni siano cambiate negli anni ed in particolare negli ultimi cinque festival

Il docufilm punta i riflettori sulle fatiche, le ansie e le paure che aleggiano tra gli artisti, mentre già si respira un clima di grande complicità ed attesa, fin dalle primissime prove, a Roma, in un set a porte chiuse, nel quale solo la nostra macchina da presa è potuta entrare. La frenesia delle ultime giornate che precedono la gara arriva dietro le quinte e pervade cantanti, orchestrali e maestranze Rai, che si svelano e rivivono il loro primo ricordo da bambini sul Festival, condividendolo con la macchina da presa. Dalla loro memoria all’immenso patrimonio delle Teche Rai il passo è breve: per celebrare gli importanti anniversari dell’azienda [70 anni della tv e 100 della radio], una selezione inedita di immagini di repertorio sui Festival del passato e sull’Italia in bianco e nero, impreziosisce il racconto. Infine, attraverso un espediente tecnico di scomposizione del suono in presa diretta, si offrirà, per la prima volta, al telespettatore la possibilità di ascoltare con la voce a cappella i propri idoli sul palco più importante d’Italia: nel momento più intenso della performance, i suoni strumentali si abbasseranno repentinamente, lasciando spazio alla magia della nuda voce.

 

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.23