Vivere non è un gioco da ragazzi
Serie Tv
Un solo errore basta per rovinare la propria vita e quella di chi ti sta accanto. Arriva l’8 maggio su Rai 1 per tre puntate la fiction tratta dal libro “Il giro della verità” di Fabio Bonifacci e diretta da Rolando Ravello
Un sassolino che diventa una valanga inarrestabile, una storia che gira intorno al concetto di verità, offrendo al pubblico le diverse direzioni che questa può prendere. Un argomento che riguarda ciascuno di noi perché, in questo gioco spietato che è la vita, basta un gesto, anche innocente, per compromettere tutto. È quello che accade a Lele, un adolescente con tutte le carte in regola per condurre una vita serena al riparo dai pericoli. Eppure, un solo errore, molto comune tra i ragazzi – passare una pasticca a un amico – spezza una giovane vita e ne schiaccia un’altra sotto il peso della colpa. Un dramma che travolge le famiglie, gli amici e si allarga a macchia d’olio a tutto il piccolo mondo intorno, rivelando un disagio comune. Quello della droga «è un tema molto scomodo, soprattutto per l’ammiraglia della Rai, a cui va dato atto del coraggio… Con mia figlia adolescente ho scoperto un mondo completamente diverso da quello che frequentavo alla sua stessa età. Il nostro trasgredire era la canna, lo spinello, oggi ci sono le droghe chimiche, costano poco, ti sballano per tutta la notte, ma sono molto pericolose» afferma Rolando Ravello, il regista che maneggia con estrema cura il prezioso materiale offerto da Fabio Bonifacci, autore del romanzo “Il giro delle verità” (ed. Solferino) e sceneggiatore della serie. Il filo conduttore di questo racconto, che vede coinvolto un cast di altissimo livello, è certamente quello della droga “ricreativa”, percepita ormai come “quasi normale”, ma che spalanca le porte al centro della storia, “la fuga da se stessi e dalle proprie emozioni”, il sempre più fragile rapporto tra adolescenti e genitori di questa generazione. «Non è vero neanche un po’ che i ragazzi del 2020 sono fuori controllo o stupidi o vuoti o chissà che altro. Credo invece che manchi il tessuto familiare, con genitori pieni di sensi di colpa e un mondo Teen, parola che detesto, che non ha più neanche quel barlume di ideali che ha salvato molto di noi a quella età. Non hanno qualcosa con cui identificarsi di solido. Hanno invece i social, una piazza globale rischiosa e faticosa» continua Ravello, che porta in scena una serie ricca di colpi di scena e di svolte, utilizzando un tono drammatico nel dolore e nella colpa, ma che lascia comunque aperta la via della commedia e della leggerezza, con un finale aperto alla speranza. Se non scappi da ciò che sei, se stai lì e affronti quel che devi, ce la puoi fare.
TRAMA
Lele ha diciotto anni, è un bravo ragazzo di umili origini, frequenta il liceo con i figli dell’élite bolognese. È innamorato di Serena, bellissima, intelligente e perfetta reginetta della scuola. Invitato una sera in discoteca da Serena e dal suo gruppo di amici, Lele per fare colpo su di lei prende una pasticca di Mdma. Risucchiato nel mondo delle discoteche e della droga, Lele rimane però presto senza soldi e, per continuare a frequentare Serena, si ritrova a comprare le pasticche nel suo quartiere e a rivenderle in discoteca al doppio del prezzo. Una sera vende una pasticca al suo amico Mirco, che viene trovato morto il giorno dopo proprio a causa della droga. Per Lele, corroso dai sensi di colpa perché convinto di essere l’assassino di Mirco, inizia un calvario che stravolge il rapporto con Pigi, suo migliore amico, con Serena e con i genitori. Anche il resto del gruppo, legato da un patto di omertà volto a custodire il segreto sull’uso di droghe, vive una profonda crisi che porta ciascun membro a fare i conti con la verità e con i propri fantasmi interiori. Dopo molte vicissitudini, dolori e scoperte, Lele decide di liberarsi dal peso delle menzogne e del senso di colpa. Perciò confessa tutto prima al padre e poi al poliziotto Saguatti. La sua confessione scatenerà una sorta di “epidemia di verità” che porta tutti i principali personaggi a fare i conti con i propri segreti.
La storia inizia così…
Lele ha diciassette anni, è un bravo ragazzo che vive in periferia con la famiglia, ma frequenta il liceo del centro coi figli dei ricchi. È innamorato di Serena e per conquistarla deve affrontare uscite che superano la sua paghetta. Così Lele, che fino a due mesi prima non usava droghe, inizia a vendere una pasticca a settimana per pagarsi i sabati. Una sera ne dà una all’amico Mirco che il mattino dopo viene trovato morto per una “pasta” tagliata male. Lele si sente un assassino e vorrebbe confessare, ma il compagno di banco Pigi, figlio di un penalista, lo convince a non farlo. Iniziano così i tormenti della sua coscienza, uniti a pericoli molto più concreti: un poliziotto ambiguo sospetta di lui e vuole farlo confessare, mentre gli spacciatori da cui ha comprato la pasticca minacciano di ucciderlo se parla. E due genitori che già hanno grossi problemi economici e personali, vedono sparire il loro figlio in un tunnel di angosce di cui nulla è dato sapere.