Viva la danza

ROBERTO BOLLE

L’étoile parla dello spettacolo evento realizzato in occasione della Giornata Internazionale della Danza grazie al sostegno del Ministero della Cultura in collaborazione con la Rai. «Sarà un viaggio in cui troveremo la danza classica insieme a molti altri generi, dall’hip hop allo swing, dal latino-americano al tip tap – dice il protagonista – Penso che il programma potrà avvicinare le persone a questa meravigliosa arte». Lunedì 29 aprile in prima serata su Rai 1

La Giornata Internazionale della Danza si celebra anche in Tv, lei è il testimonial di questa serata evento. Che cosa vedremo il 29 aprile?

Una grande serata con la danza protagonista. Sarà uno spettacolo ambientato al Maggio Musicale Fiorentino di Firenze, un format che si sviluppa non più in uno studio televisivo, come è stato per “Danza con me”, ma in teatro. Avremo esibizioni sul palcoscenico e in altri ambienti, sarà un viaggio in cui troveremo la danza classica insieme a molti altri generi, dall’hip hop allo swing, dal latino-americano al tip tap. Ci sarà anche tanto back stage. La punteggiatura dello spettacolo sarà proprio quella del dietro le quinte, con scene divertenti che intratterranno il pubblico e che mostreranno anche quello che accade subito prima e subito dopo un’esibizione.

Cosa significa rendere omaggio alla danza?

La danza ha un enorme valore educativo, soprattutto per i più giovani e portarla in prima serata Tv, di fronte a una grande platea, è il migliore omaggio che possiamo farle. Mostriamo come non sia un’arte elitaria, ma ben comprensibile anche ai non addetti ai lavori.

La danza è festa, spettacolo, ma è anche uno strumento introspettivo. Quanto l’ha aiutata, nel tempo, a conoscersi?

Tantissimo. È stata strumento di conoscenza e mi ha cambiato. Mi ha aiutato a definire la mia personalità, a cambiare come persona. Se non avessi fatto il ballerino oggi sarei sicuramente una persona molto diversa. Mi ha fornito grandi strumenti per affinare la mia personalità, dandomi sensibilità, forza, disciplina. Qualità che sono importanti nella vita.

Étoile e divulgatore dell’arte della danza.  Come coniuga queste due sue anime?

Sono un divulgatore perché conosco la materia, grazie al teatro che mi ha fatto avvicinare al cuore delle persone. Non lo farò mai senza la danza.

Che cos’è per lei il palcoscenico?

Il palcoscenico ha una sua sacralità, è il luogo in cui avviene una magia. Su quelle tavole ci trasformiamo e diventiamo spesso qualcuno che non siamo noi, è un luogo che porta in mondi lontani, in epoche diverse. È anche uno strumento che ti fa evadere dalla realtà, che ti fa avere una prospettiva differente.

Emozioni da condividere con il pubblico…

Penso che la trasmissione riuscirà ad avvicinare le persone al teatro ancora di più di quanto avveniva con “Danza con me”. Quello che vedi da casa, attraverso la Tv, lo ritrovi esattamente a teatro.

Conosciamo le sue gesta artistiche, le è capitato di provare timore prima di esibirsi?

C’è sempre un mix di adrenalina, tensione, incertezza. C’è anche la paura di sbagliare. Soprattutto quando ero più giovane c’erano momenti in cui vedevo tutto più grande di me, delle mie possibilità. Penso ai primi ruoli da primo ballerino, alle prime volte in cui sono andato ospite in teatri come L’Opéra di Parigi, il Royal Ballet di Londra, ricordo la sensazione di paura, di terrore, che avevo dietro le quinte. Il mese scorsa ero proprio al Royal Ballet, dove non andavo da prima della pandemia e anche in quell’occasione ho avuto incertezza, preoccupazione. Bisogna convivere con l’apprensione. Quando stai per andare in scena non importa se ti sei preparato per mesi, perché sul palco tutto può accadere. Una distrazione può compromettere un passo, una sequenza, puoi sbagliare, puoi scivolare. È tutto così precario, e questo lo senti. L’esperienza mi ha aiutato a concentrarmi sempre di più sulla parte artistica, che ti dà più sicurezza rispetto a quella tecnica, ma alla fine la mente fa tantissimo. La maggior parte delle volte a condizionarti è proprio il tuo pensiero.

Cosa prova di fronte all’affetto del suo pubblico?

Una grande gratitudine. L’affetto lo avverto quando qualcuno mi avvicina.

E questo le piace?

Molto. A differenza di ciò che accade ad altri personaggi, verso di me, e forse verso il mio mondo, c’è sempre grande rispetto e questo è molto bello. Non c’è mai un’invasione anche corporale, ma molta gentilezza.  Vedi persone che hanno il cuore pieno di gratitudine perché hai regalato loro delle emozioni, in teatro o in televisione. Hai dato il tuo piccolo contributo per farle stare bene, hai dato loro un pizzico di magia, di poesia e di bellezza in più.

La danza, lo show

Oltre ai grandi danzatori Roberto Bolle ha chiamato a raccolta alcuni artisti del mondo della musica, del cinema e della televisione cui ha affidato parti del racconto. C’è Katia Follesa, direttrice di scena tuttofare che controlla, comanda, consiglia e, alla bisogna, si adopera in ogni mestiere perché lo spettacolo possa sempre e comunque continuare, con maestria e tanta, tanta ironia. Ci sono i due conduttori del documentario, Fabrizio Biggio e Valentina Romani, che, condotti per mano dallo stesso Roberto Bolle, entrano nella pancia del Teatro e da un punto di vista privilegiato, sul palco, nei camerini, nelle sale prova, osservano, imparano, scoprono il magico mondo della danza, emozionandosi insieme con il pubblico. C’è Francesco Pannofino una sorta di “Fantasma dell’Opera”. E infine c’è un duetto con una delle artiste più apprezzate del panorama musicale contemporaneo: Elodie.

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