Vi aspetto a Macondo

CAMILA RAZNOVICH

La conduttrice al RadiocorriereTv: «Parliamo del mondo che verrà e del mondo che vorremmo che arrivasse, raccontando storie virtuose di persone che hanno deciso almeno di provarci». Il sabato in prima serata su Rai 3

Camila Raznovich,2019

Camila, perché “Macondo”?

Parte tutto da Gabriel García Márquez e dal suo romanzo “Cent’anni di solitudine”, dal villaggio ideale, utopico, di Macondo, dove si può vivere senza guerre, senza povertà, senza carestie. Siamo partiti dalla domanda “ma è possibile vivere in un mondo migliore”? Macondo è stato anche il nome della prima comunità in cui ho vissuto quando ero bambina.

Che cosa significa la parola “armonia”?

Quando tutto è in una specie di bilanciamento, di equilibrio. Non è né bellezza né bruttezza, è equilibrio tra i vari elementi.

Che cosa possiamo fare per trovare consapevolezza dei danni che abbiamo fatto a questo Pianeta?

Leggere, informarsi, cercare le fonti importanti. Sicuramente capire quale sia il perimetro del problema per poi cercare di risolverlo, ognuno nel proprio. Poi ci sono scelte, quelle dei governi, che sono ben al di sopra delle nostre teste.

Nel nostro piccolo cosa rende complesso il cambio di passo?

Dovremmo rinunciare a degli agi, a dei comfort e a dei lussi a cui siamo abituati, cosa che non siamo, ancora, evidentemente, disposti a fare.

Lei nella sua vita a cosa ha rinunciato?

A una zona di comfort, ma da tanto tempo, in quanto non mi è mai stata concessa. Quando ero piccola per scelta dei miei genitori e poi, evidentemente, per una scelta e un’abitudine mia. Ho rinunciato alla comodità della vita borghese, routinaria e sicura.

Tutto parte dalle azioni di ogni giorno…

Mentirei se dicessi di essere l’eroina della sostenibilità. Ma ci sono tante piccole azioni che possono aiutare, come chiudere il rubinetto mentre si lavano i denti, oppure quando sotto la doccia si lavano i capelli. Per lavare i piatti e risparmiare acqua meglio utilizzare un moderno elettrodomestico piuttosto che non farlo a mano. E ancora non sprecare cibo, imparando a riciclare gli avanzi, utilizzare le borracce e non le bottiglie di plastica, spostarsi, quando è possibile, con la bicicletta. E molti altri accorgimenti ancora.

Che mondo vorrebbe lasciare alle sue figlie?

Un mondo nel quale si sentano libere di esprimere ciò che sono, quello che vogliono, e di non avere paura di essere ambiziose.

Che cosa significa essere ambiziosi?

Non intendo rispetto al prossimo o rispetto a un’ipotetica classifica di successo. Ma per realizzare la propria anima e ciò per cui siamo stati messi in questo mondo: cercare di raggiungere la migliore versione di noi stessi, morire migliori rispetto a quanto lo eravamo quando siamo nati.

A chi dedica “Macondo”?

A coloro che ci hanno seguito e mostrato affetto in tutti questi anni. Spero di non deluderli e di riuscire a fare un programma all’altezza delle aspettative.

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