Veronica Vitale

Il pianoforte mi ha salvato la vita

Veronica Vitale è pianista, autrice, cantante, cantautrice e produttrice. Il suo nuovo brano è “Trasparenti”, un canto di rinascita e difesa contro ogni forma di bullismo e di autolesionismo, le cui sonorità si collocano all’interno di un genere musicale futurista, definito dalla stessa autrice “Liquid/Fluid”.

© Ligia Cuevas Johnson

Chi sono i “trasparenti”?

Non sono gli invisibili, ma sono comunque delle persone che affrontano tantissimo dolore, che è come l’oscurità. Ma basta della luce per essere poi visti nella loro immensa grandezza. “Mi volevi fantasma nel mondo ma io sono ancora qui, lasciando il mio segno forse molto più visibile delle persone che ci fanno del male”. Una affermazione che presento al mondo, perché anch’io sono stata vittima del bullismo.

Ha definito questa canzone un canto di rinascita. Intende la sua rinascita?

Non solo la mia. Mi riferisco a tutte le persone che hanno un disagio e che non hanno una voce in questo momento. Molto spesso quando si è un personaggio pubblico si ha la responsabilità di parlare per coloro che non hanno una voce.

La sua storia in un certo senso viaggia al contrario. Lei è italiana, ma tutta la sua esistenza d’artista ha preso vita all’estero. Si è mai sentita trasparente?

Io credo che ci si senta trasparenti, o peggio ancora invisibili, quando manca la meritocrazia. Il mio è però un percorso di rivoluzione. Ho conquistato gli Stati Uniti d’America cominciando nel 2013. Non avevo una voce per comunicare queste conquiste tutte italiane all’Italia. Per questo sono voluta tornare per raccontare la storia di una persona che parte da zero e che ce la fa da sola.

Le sonorità di questa canzone si collocano all’interno di un genere musicale futurista. Perché sceglie questo tipo di musica?

Diciamo che il genere fluido, liquido, che ho fondato io, mi permette di scrivere quello che può unire la generazione che mi precede con quella che arriverà. Voglio essere un’artista della crisi, che è rimasta in piedi nella crisi e che si è rinnovata e ha rivoluzionato il modo di fare la discografia. Arrivo in Italia con una discografia particolare basata sul cambiamento, che molto spesso non si accetta, che può essere traumatico, ma che è necessario.

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