VALERIA SOLARINO

Io e Marco, quante risate

Nella serie tratta dai romanzi di Antonio Manzini è la giornalista Sandra Buccellato. L’attrice al RadiocorriereTv: «il rapporto con Marco è la cosa che più mi piace di questa serie. Giallini incarna totalmente il personaggio di Rocco Schiavone e questo è il valore aggiunto». Il mercoledì in prima serata su Rai 2

 

Sandra Buccellato e Rocco Schiavone, un rapporto professionale e sentimentale contraddittorio, a volte tormentato…

Sandra continua a fare inchieste per il suo giornale cercando di ottenere da Rocco informazioni in anteprima su ciò che accade nella Valle. Tra loro ci sono stima e attrazione, è ancora una volta lei a dargli l’opportunità di cambiare vita, anche se alla fine c’è sempre qualcosa che non funziona, non riescono ad avere una relazione sentimentale e nemmeno a essere buoni amici. È un tira e molla continuo…

… che attrae lo spettatore…

… Antonio Manzini dà un’occasione a Rocco. Non che Sandra debba essere necessariamente la donna della sua vita, ma è certamente una possibilità per prendere consapevolezza che il suo passato drammatico è, appunto, passato. Lui non può continuare a tenersi dentro il dolore della perdita della moglie, deve andare avanti. Della donna che ha amato deve rimanere solo il pensiero della bellezza.

Come è stato ritrovare sul set Marco Giallini?

Con lui è sempre tutto molto divertente, il rapporto con Marco è la cosa che più mi piace di questa serie. Giallini incarna totalmente il personaggio di Schiavone e questo è il valore aggiunto. Sono onorata di lavorare con lui che è una persona molto carina.

Com’è stato tornare a girare ad Aosta?

Quello di Aosta è un set particolare, in città ci ero stata solo da turista. Per me oggi pensare alla Valle d’Aosta è pensare a Rocco Schiavone.

Quali aspetti di Sandra le appartengono?

Forse la grande passione che lei ha per il suo lavoro e la serietà con cui lo affronta. Sandra ha caratteristiche anche molto diverse dalle mie, ma lei mi affascina soprattutto per la missione che si è data, quella di poter salvare Rocco.

Cosa ama dare di sé alla sua Sandra?

Noi attori rispettiamo fedelmente la scrittura, ma al tempo stesso, girando la serie, avvengono personalizzazioni, attraverso sguardi, pause, sorrisi, e tante altre situazioni che si creano. Marco Giallini è un attore molto generoso, molto presente durante la scena. Ci sono attori che invece la vivono con distacco. Marco ti permette di far vivere il tuo personaggio insieme al suo e di fare accadere delle cose lì per lì. Questo avviene anche grazie all’aiuto di Simone Spada, il regista, che è molto delicato, non impone ma ci ascolta, una cosa molto bella.

Quali sono gli elementi che fanno di “Rocco Schiavone” una serie di successo?

È senza dubbio un genere che piace. Punto di forza è certamente la scrittura, una narrazione tratta da libri in cui c’è tanta azione. Elemento fondamentale è anche Marco Giallini, che incarna perfettamente il personaggio protagonista e lo fa vivere in un modo carismatico. Sono entrata in questa serie che era già iniziata, prima di avere il mio ruolo ne ero spettatrice e fan.

Tv, teatro, cinema. Quale aspetto della recitazione le manca da esplorare ancora?

Della recitazione ho esplorato tutto. Ho fatto Tv, teatro, cinema. Forse mi manca la direzione, cioè stare dall’altra parte. Ma non so ancora dire se sia una cosa che mi interessi davvero.

 

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