Una pianta per amica

Un legame antico e profondo, quello tra uomo e natura, da riscoprire e rinsaldare giorno dopo giorno. Il volume di Daniela e Luca Sardella sensibilizza il lettore al rispetto e alla cura delle piante, alla salvaguardia ambientale e affronta il tema della gestione del verde in tempi di crisi idrica e climatica, spiega come annaffiare utilizzando poca acqua, descrive le specie che meglio purificano l’aria e quelle adatte ai climi caldi. Non mancano poi consigli pratici di giardinaggio e di concimazione e suggerimenti su come prevenire e combattere le malattie delle nostre “amiche”

Luca Sardella, il libro si apre con questa frase: “La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”. Iniziamo da qui…

Quando parlo ai bambini, paragono la terra ad un giocattolo perfetto. Chi lo ha ideato ha fatto prima il sole, gli oceani, la terra, gli animali, l’uomo e la sua intelligenza affidandogli la custodia di questa biodiversità perfetta, da tramandare a figli e nipoti. Ma l’uomo non ha tenuto fede al patto e ha iniziato a costruire cose, correndo molto, senza girarsi e capire il disastro che lasciava dietro di sé. Siamo arrivati ad un punto in cui, girandoci, ci siamo accorti che la natura non ci può più dare una mano.

Il suo è un legame profondo con la natura e con le piante in particolare. Come nasce e si sviluppa?

Sono un agronomo ma ho iniziato ad incuriosirmi sin da bambino. Le mie passioni erano la musica e le piante. Nasco come cantautore legato all’ambiente e, quando ho parlato con Bob Dylan o con Pippo Baudo, mi hanno detto di non mollare né l’una né l’altra passione. Faccio tutte e due le cose con amore. Ho curato i giardini di Michael Jackson, ho dedicato una rosa a Papa Francesco, questa è la mia vita.

Il libro è scritto a quattro mani con sua figlia Daniela. Le ha trasmesso questa passione per le piante?

Daniela è un avvocato e fa altre cose, ma sin da piccina ha visto me e si è innamorata di questo mondo. Lavoriamo insieme in televisione e addirittura sulle nostre piante, mi consiglia lei perché è molto attenta all’ecologia e all’ambiente.

Le piante ci aiutano a vivere meglio?

Io ho chiamato il libro “Una pianta per amica” prendendo spunto da Mogol con “Una donna per amico”. Gli scienziati ci spiegano che le piante, per i malati, hanno un ruolo importante, ma anche i bambini che crescono nel verde ne beneficiano rispetto a quelli che vivono nel cemento che sono meno creativi. L’ambiente interno di casa è inquinato più di quello esterno. Chi ci può aiutare? Solo le piante. Ad esempio, l’orchidea cattura le onde elettromagnetiche del computer, ci sono piante idonee al bagno, altre alla cucina e alla camera anche per addormentarci con più facilità. Ci aiutano a vivere meglio perché catturano inquinanti e raccolgono i gas serra.

Come si stanno comportando le piante nel cambiamento climatico?

Molte scappano. Le piante si muovono e, come nei tempi addietro, molte spariranno e alcune le chiamiamo aliene perché prima vivevano in altre aree. C’è un movimento continuo e, quando le piantiamo, dobbiamo saperle scegliere in base ai cambiamenti del clima. In questo libro spieghiamo le strategie rispetto anche al surriscaldamento della terra. Un uomo immette nell’aria 5,5 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Un albero riesce ad assorbirne solo 167 kg. Quanti alberi servono a persona?

Il suo libro è anche un modo per sensibilizzare il lettore?

Certamente. Ho scritto tanti altri libri editi Rai e hanno avuto molto successo. Ma ormai sono vecchi, non perché la carta si sia ammuffita, ma perché la pianta descritta non ha più le stesse esigenze. Questo libro spiega come comportarsi con le piante oggi, serve a stimolare le persone a rinverdire il proprio ambiente. Perché anche una pianta di basilico o di rosmarino in casa ci aiuta a vivere meglio, anche la più piccola. E poi dobbiamo fare un appello ai Governi per piantare gli alberi e per prevedere per ogni palazzo un’area verde, perché prima o poi non si potrà più tornare indietro.

C’è un esempio virtuoso nel mondo rispetto alla tutela delle piante e al cambiamento climatico?

Città del Capo è la numero uno. Ha ridotto a zero la plastica e sta riducendo l’anidride carbonica, ha dato uno stop alla deforestazione e ha creato piste ciclabili ovunque. In Italia le città green al top sono Pordenone, Trento e Bolzano. Dobbiamo cambiare tutti, andando di più in bicicletta e mettendo da parte la macchina, creando tante oasi verdi, perché non basta un posto solo. Ad esempio, il Brasile, che viene definito “il polmone” del pianeta, sta diventando un polmone di carbonio. L’inquinamento si sposta e arriverà anche qui e con incendi, deforestazione, stanno modificando tutto.

La sua passione è anche la musica. A cosa sta lavorando in questo momento?

Ho creato tante canzoni e continuo sempre a produrre. Anche gli spot televisivi con miei brani sono stati di grande successo. Mogol ha scritto due poesie per due mie musiche. Un mio lavoro sta per uscire, ma sarà anticipato da una canzone che Fiorello mi ha fatto scrivere per il suo programma su Re Carlo. Sono certo che diventerà un tormentone estivo. Mogol era un mio sogno e l’ho realizzato.

A proposito di sogni, ce n’è un altro che non ha ancora realizzato?

Tornare in Rai e dimostrare come gli ascolti potranno promuovermi. I miei programmi sono stati grandi successi con ascolti alti. Vorrei portare un progetto rinnovato, innovativo, futuristico dimostrando che sono forte, credibile e che mi impegno seriamente per un programma. Intanto voglio ringraziare il RadioCorriereTv per questa intervista. Ho collaborato con il giornale alcuni anni fa e ne conservo un bellissimo ricordo.

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