Un ponte tra le mie passioni

BEATRICE DE DO

Cantautrice e batterista, è tra i protagonisti dello show più innovativo della Tv. La incontriamo di fronte al glassbox di via Asiago a Roma, quartier generale di “Viva Rai 2!” «Partecipo, imparo, non mi annoio mai – racconta al RadiocorriereTv – La mia musica, i miei testi, raccontano quella parte di me capace di vivere le emozioni forti che non lascio trapelare»

Una grande passione per lo spettacolo e la musica, due lauree in Culture e Formati della TV e Business TV e Cross Media. Chi è Beatrice De Do? 

Una ragazza che non smette di avere il cuore in gola dall’emozione ogni volta che si arrampica sulla scaletta per andare a cantare sul tetto del glass, e che si precipita alla batteria tra la folla quando serve. Sono io, insomma, che ho la fortuna di vivere un’avventura esclusiva dentro una specie di pullman di cristallo, capace di andare a velocità supersonica pur rimanendo immobile. Adoro la gente e, per stare bene, ho bisogno di sentirmi impegnata. Mi deprimo quando le giornate non scorrono secondo i ritmi sostenuti cui ho fatto l’abitudine. In questo particolare momento della mia vita, mi aiutano a prendere le distanze da episodi molto dolorosi. Gli studi e il sacrificio innegabile che comportano, per me come per tutti, mi permettono di provare a costruire un ponte tra le mie passioni, cioè la televisione, lo spettacolo, e una professione nel settore.

La musica invece?

Rappresenta il rifugio. È “casa”. A quattordici anni ho esordito come conduttrice-dj nel programma in diretta streaming “Radio DeDo”, dove intervistavo ospiti dal vivo insieme a un enorme peluche, davanti alla consolle. Nel frattempo, scrivevo racconti e testi, sui quali componevo la melodia strimpellando il piano. Recentemente, Iva Zanicchi ha voluto inserire un mio brano intitolato “Appunti di viaggio” nel suo ultimo album, “Gargana”: un grande onore. Dopo la maturità, mi sono presentata al provino per entrare nell’orchestra di “Domenica In” come vocalist e percussionista, diventando elemento fisso del cast. Successivamente, ho ricoperto il ruolo di “giudice del muro” nelle quattro edizioni di “All Together Now”.

Ci racconta il suo primo incontro con Fiorello? 

Il “discorso Fiorello” merita un capitolo a parte: ero in prima elementare e ogni sera all’ora di cena, cascasse il mondo, obbligavo l’intera famiglia a sorbirsi la video-cassetta di “Mary Poppins”. Un rito straziante e irrinunciabile fino al sabato in cui il video-registratore si inceppò e la linea tornò alla prima rete nazionale. Dopo un secondo di fermo immagine, vidi la faccia di un giovane uomo sorridente trasformarsi completamente sullo schermo. Il pubblico in sala non smetteva di ridere e di applaudire. Era la prima puntata di “Stasera pago io – Revolution” e ne fui veramente colpita. Ero letteralmente conquistata da quell’umorismo così dirompente.  Poi, un giorno, il destino mi mise letteralmente sulla strada del mio mito. A distanza di anni accade che Rosario, vedendomi suonare il cajón durante un’esibizione, decide di prendermi nel suo programma “Edicola Fiore”. 

E quello con il cast di “Viva Rai2!”?

Con Ruggiero, ci siamo conosciuti all’epoca di “Edicola Fiore”, mentre con Biggio e Casciari al bar Ricci, postazione di “aspettandovivarai2”. Con l’intero  cast di “Viva Rai2!” si è creato un clima di complicità che ha facilitato i rapporti interpersonali, anche al di fuori della trasmissione. Serena Ionta e io, per esempio, siamo diventate davvero amiche, ci frequentiamo, usciamo spesso insieme. Fiorello tiene in maniera particolare a favorire armonia e collaborazione all’interno del suo gruppo di lavoro, indispensabili ai fini della miglior riuscita del programma.

Porta la sua musica nell’edicola più popolare d’Italia, come sta vivendo questa esperienza e cosa le sta insegnando?  

A me piacciono le sfide, mi piace interagire con altre persone… Sono curiosa, socievole e, per fortuna, piuttosto autoironica, quindi, il glass è un posto in cui mi diverto e mi trovo a mio agio. “Viva Rai2!” mi sta allenando a una convivenza artistica che, in uno spazio ridotto sia come luogo che come tempo, in un attimo diventa spettacolo, ovunque, in ogni angolo. È un sofisticato meccanismo a orologeria, di cui Fiorello aziona il detonatore quando lo ritiene opportuno. Noi cerchiamo a modo nostro di amplificarne l’effetto esplosivo.

Il glass di Rai 2 è un microcosmo in cui è d’obbligo sapersi mettere in gioco. Quanta ironia c’è nella sua vita? E nella sua musica?

Il motore del glass è la capacità di improvvisazione di Fiorello, quella rapidità di battuta senza eguali… Il suo cogliere al volo un dettaglio, magari insignificante per altri, e riuscire a renderlo divertentissimo. Lui ha una tale naturalezza nella gestione dei tempi comici che diventa impossibile non esserne coinvolti, non seguirlo. È un corso accelerato di ironia e, soprattutto, di autoironia. Ognuno di noi arriva da una realtà mediale diversa, ma si mette alla prova senza problemi: Biggio danza come una libellula, Casciari recita in un napoletano impeccabile, io mi trovo perfettamente a mio agio nel cantare le sigle di Teleminkia… Partecipo, imparo, non mi annoio mai. La mia musica, i miei testi, invece, escludendo i brani dance scritti in inglese, raccontano quella parte di me capace di vivere le emozioni forti che non lascio trapelare. Quella meno buffa e spiritosa, più vulnerabile e nascosta.

Di quale musica si nutre e cosa le dà il confronto con Enrico Cremonesi? 

Sono una consumatrice di soul e rock, nella sua contaminazione con la musica degli anni ’90. Di Enrico Cremonesi posso dire che è un “Maestro”, nel vero senso della parola. Ha uno straordinario bagaglio di cultura musicale, è uno sperimentatore aperto a ogni tentativo di innovazione, un rivoluzionario pieno di intuizioni improvvise. In sala proviamo spesso a fondere generi diversi, considerando anche che Serena si sente particolarmente vicina all’indie, per trovare soluzioni originali. A volte utilizziamo strumenti fatti a mano. Lavoriamo con entusiasmo, perché il confronto regala continuamente delle idee, degli stimoli diversi.

Nel glass sono passati grandi protagonisti dello spettacolo, chi l’ha colpita di più e perché? 

In realtà, mi viene da rispondere “cosa” mi ha colpito di più e quale insegnamento può essere arrivato da ognuno di loro a chi, come me, è in fondo solo una debuttante… Ho visto Laura Pausini ignorare la pioggia per fermarsi a stringere la mano alle persone che erano lì ad aspettarla, per salutarle a una a una, con riconoscenza. Mi sono meravigliata che Giorgia, dopo aver cantato in modo straordinario, sia venuta a complimentarsi per la mia esibizione, preoccupata che avessi preso freddo sul tetto… Ho apprezzato la gentilezza e la simpatia di Pierfrancesco Favino e la disponibilità dei Pooh, che sono già “storia”, ma certo non lo fanno pesare, e la semplicità di Tananai che, alla sua età, non si è montato la testa. Il successo, quello vero, che rimane, non è un caso. Si compone di tanti elementi e, se il primo è il talento, il secondo è lo studio, unito a rispetto e umiltà.

Cosa la rende veramente felice?

Sto cercando di superare un periodo veramente durissimo e il lavoro mi aiuta molto. Nel giro di pochi mesi ho perso il mio papà, in circostanze ancora da chiarire, e mio nonno, colonna portante di una famiglia folle e piena di allegria, di cui ero orgogliosissima. A rendermi felice bastava un piatto di rigatoni alla carbonara… Vorrei che tornasse quel tempo.

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