Televisione, la mia passione

CLEMENTINO

«‘The voice’ mi rende vero, come sono nella vita»: perla terza volta sulla poltrona dei giudici nel talent condotto da Antonella Clerici, l’artista si racconta e spiega al RadiocorriereTv cosa cerca nei concorrenti: «l’originalità, qualcosa che ancora non ho ascoltato e che mi dà la sensazione di armonia». Il venerdì in prima serata su Rai1

THE VOICE SENIOR

Nella prima edizione disse che non si sarebbe aspettato di fare il giudice in un talent. Torna anche nella terza edizione, sempre più a suo agio nel ruolo di coach?

Più passa il tempo e più penso che voglio fare televisione anche nel resto della mia vita perché ho scoperto la bellezza di fare l’intrattenitore. La bellezza è proprio nel fare la televisione. Mi piace. Nella mia vita credo di aver avuto già tante esperienze come attore teatrale, al cinema, come rapper, cantante, a Sanremo. Ma la tv ha un tocco di classe in più e la metto sullo stesso livello dei concerti dal vivo. Entri nelle case delle persone e questa è una cosa fantastica.

Cosa si aspetta da questa terza edizione?

Dico sempre che quest’anno devo vincere io. Un anno è toccato a Gigi, un altro a Loredana, adesso per la par condicio tocca a me dato che i Ricchi e Poveri sono appena arrivati. Ovviamente è un modo di scherzare, di creare tormentoni. Mi aspetto di andare bene, di essere riconosciuto al meglio anche come intrattenitore, non solo come rapper. Mi piacerebbe tanto essere apprezzato anche come presentatore, poi magari fare un programma da solo, con un bravo regista e un bravo autore. Sarebbe un sogno. E comunque siamo partiti benissimo quest’anno, con numeri di ascolto davvero alti. Stiamo andando più forti delle altre due edizioni.

Com’è stato ritrovarsi con Loredana Bertè e Gigi D’Alessio? E come ha accolto l’arrivo dei Ricchi e Poveri?

Tutto molto bello. I Ricchi e Poveri, poi, sono fantastici perché hanno un modo di scherzare che a me piace tantissimo. Sono delle leggende della musica e, devo dire la verità, è stato bello ritrovare una coppia tra i coach, perché c’è una persona in più come giudice. Poi parliamo di un gruppo che ha fatto la storia della musica. Sono super popolari, sono anche ascoltati all’estero è questo per noi è molto positivo. Con Gigi e Loredana c’è un ottimo rapporto. Gigi è un fratello e Loredana la mia cantante preferita. Insieme abbiamo ritrovato quel sapore di serietà e di scherzo che abbiamo sempre avuto insieme. Io sono un po’ il nipotino del gruppo a cui è permesso dire tutto.  I Ricchi e Poveri, Angelo e Angela, sono gli angeli, io sono il diavoletto. Mi diverto, tutti i coach hanno pazienza con me perché sanno che all’improvviso inizio a cantare, a gridare. “The voice” mi rende vero, come sono nella vita.

Il pubblico di “The Voice Senior” è molto lontano apparentemente dal suo genere musicale. Eppure, lei è amatissimo, perché?

Non lo so e me lo chiedo continuamente. Con Antonella Clerici c’è un ottimo rapporto e quando vado a trovarla nell’altra sua trasmissione, “È sempre mezzogiorno”, ottengo sempre un discreto successo. Allora mi chiedo insistentemente come mai uno come me, che è un rapper che viene dalla musica urbana, riesce ad avere questo successo in un programma così popolare. Semplicemente credo che se prima mi ascoltavano i figli, adesso mi guardano i genitori. Ora ai miei concerti non viene più solo il ragazzo, ma vengono anche il padre e la madre. Nelle piazze riesco ad avere tutte le età e questo mi rende orgoglioso. Io vengo dai villaggi turistici, dove avevo un pubblico misto. Forse nel mio subconscio lavoro allo stesso modo, intrattenendo tutti, ma con le regole dello spettacolo.

Ogni cantante di “The Voice Senior” ha una storia da raccontare. Ce n’è qualcuna della passata edizione che non dimentica?

Di storie indimenticabili ce ne sono tante. Persone che hanno superato malattie, persone che in famiglia hanno ragazzi speciali, altri che nella vita hanno lavorato tantissimo in ruoli pesanti fisicamente, oppure che per tanti anni non ce l’hanno fatta a sfondare nella musica. Molte storie belle sono anche quelle delle rivincite di chi era popolare in passato e poi è piombato nell’anonimato e cerca di rientrare alla grande. Ma non possiamo non ricordare Claudia Arvati, una grandissima cantante. Bruttissimo pensare che fino a poco tempo fa era sul palco con noi e poi all’improvviso abbiamo dovuto salutarla. Fa molto male vivere questo tipo di esperienza.

Quanto conta l’originalità nella sua musica e nei suoi ruoli televisivi?

L’ottanta per cento. Io sono per un venti per cento bello. Tra l’altro mi sto trasformando. Mi si sta allungando il naso, ho perso i capelli.  Per fortuna che ci sono l’originalità e la simpatia che mi aiutano. Nella musica ricordo che quando ascoltavo il rap, la chiave stava proprio nell’originalità. Il ragazzino quando premeva play sullo stereo, dopo dieci secondi, anzi cinque, doveva capire che quello era Clementino.

Un ricordo legato alla sua passione per la musica?

Ne ho moltissimi. Ad esempio, alle scuole medie ero il compagno di classe intrattenitore. Quando c’era lo spettacolo di Natale o quello di fine anno, io dovevo essere lì davanti a cantare rap o a presentare. Ricordo i primi saggi di chitarra con mia madre e mio padre che mi portavano in giro per la Campania. E poi le prime corride nei paesini della provincia di Napoli, oppure quando provavo a fare le prime rime e suonavo gratis con un gruppo, per farci conoscere. Una volta un organizzatore a cui chiesi soldi per esibirmi mi disse, prendendomi in giro, che non ero Eminem. Adesso deve pagare il biglietto per venirmi a vedere. Insomma, è una rivincita anche per me.

Chi cerca a “The Voice Senior”? Chi fa girare la sua sedia?

Qui chiudiamo il cerchio: l’originalità, qualcosa che ancora non ho ascoltato e che mi dà la sensazione di armonia, a prescindere che sia divertente o d’amore o malinconica. La chiave è che mi deve comunicare uno stato d’animo puro.

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