La bambina che non voleva cantare

Come Nada e Viviana

Tecla Insolia e Carolina Crescentini sono le protagoniste del film per la televisione diretto da Costanza Quatriglio che racconta l’infanzia e gli esordi della cantante livornese attraverso il rapporto con la madre. Il 10 marzo in prima serata su Rai1

foto di Fabrizio Di Giulio

Tecla: Ho iniziato prima a cantare che a parlare

Girando questo film per la Tv che idea si è fatta degli anni Sessanta?

Penso di appartenere molto alla scia degli anni Settanta, più che degli anni Sessanta, per il modo libertino di vivere la vita. Ho scoperto e ho capito che sono stati anni meravigliosi dal punto di vista culturale, musicale, però c’erano molte limitazioni. Pur nella magia e nella meraviglia di quel periodo, riconosco che sono fortunata a essere nata in un’epoca in cui l’informazione è al passo con tutto e con tutti.

Quando ha scoperto Nada e la sua musica?

La musica di Nada mi ha accompagnato nella crescita. Avendo iniziato a studiare canto a cinque anni, oltre alla musica che mi facevano ascoltare i miei genitori, fatta prevalentemente di canzoni popolari, ho cominciato a cantare i brani di Mina, canzoni d’amore importanti. Anche la musica di Nada ha avuto il suo ruolo nel mio percorso di studi, e poi c’è stata questa bella occasione.

Nada, da bambina e ragazza, era inconsapevole del proprio talento. Che emozione prova nel pensare a quella giovane artista?

In conferenza stampa è stato mostrato un video messaggio realizzato da Nada e guardandolo mi stavo emozionando. Non credo di avere realizzato del tutto l’importanza del personaggio che sono andata a rappresentare e la responsabilità che mi sento addosso. Spero che venga apprezzato e capito il modo in cui Nada è stata raccontata.

Che rapporto ha con la musica?

Credo di avere iniziato prima a cantare che a parlare. La musica e l’arte hanno fatto sempre parte di me. Negli ultimi anni sono riuscita a raggiungere un livello di consapevolezza per la passione che provo che mi sta aiutando a capire molte cose degli altri e di me.

Nella musica e nella recitazione ha punti di riferimento?

Cambio artisti musicali di riferimento ogni settimana (sorride), passo dal cantautorato italiano del passato a quello più moderno, come Lucio Corsi o Mannarino, dalla musica jazz sperimentale, a quella classica, balcanica, elettronica. Nella recitazione volgo invece lo sguardo al cinema d’autore, a quello francese.

Cos’è per lei il talento?

È un mix di cose diverse, di tante capacità messe insieme. Talento è una parola che racchiude più concetti, che nasce dal bisogno di esprimere qualcosa e di riuscirci.

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