Supereroi”, una canzone sincera

Mr Rain è una delle più belle sorprese dell’ultimo Festival di Sanremo. Mattia Belardi, questo il suo nome, è acclamatissimo e riceve numerosissimi attestati di stima. «Avere colpito tante persone è la vittoria più grande, al di là di dischi di platino e classifiche – spiega l’artista -Mi stanno scrivendo da tantissimi posti, anche medici dagli ospedali e poi psicologi, insegnanti, scuole, parroci»

Con “Supereroi” ha conquistato Sanremo, il pubblico, le classifiche e continua la sua ascesa. È una… super canzone?

Ho semplicemente portato una parte della mia storia… Pensare che poi “Supereroi” si sia fatta largo nelle vite di molte persone è la vittoria più grande, al di là di dischi di platino e classifiche. Tutto questo fa ovviamente piacere, e la cosa più bella è che questa canzone sia così apprezzata. Me ne rendo conto anche da tutti i messaggi e dai video che mi arrivano.

Secondo lei, perchè “Supereroi” ha colpito così le persone?

Secondo me le persone hanno capito che è una canzone veramente sincera. Io ho raccontato semplicemente quello che ho vissuto e credo che la sua forza stia nel senso di chiedere aiuto. Guardando i tanti messaggi che mi arrivano, trovo tante persone che mi ringraziano perché hanno trovato la forza di fare il primo passo e chiedere aiuto. Una cosa stupenda.

Cos’era per lei Sanremo e poi cosa è diventato?

Sanremo era un palco che ho sempre sognato. Avrei sempre voluto cantarci e avere questa opportunità gigante che permette di arrivare nelle case delle persone. Credo sia al momento il palco più importante che abbiamo. Ci ho provato per molto tempo e non ci sono riuscito. Adesso ho coronato uno dei miei sogni.

Si è parlato tanto dei bambini che ha portato a Sanremo. Come ha presentato loro questa canzone?

Semplicemente gliel’ho fatta ascoltare e ho spiegato loro il cuore di “Supereroi”, cioè il coraggio di mostrarci sempre come siamo, che è un po’ quello che facciamo quando siamo piccoli e che poi abbandoniamo con il tempo perché ci costruiamo questa maschera, questa armatura nella quale ci proteggiamo da insicurezze, paure. La cosa bella di quando si è piccoli è che si è semplicemente se stessi. Ho spiegato ai bambini di cercare di mantenere il più possibile il loro modo di essere e di non aver mai paura di chiedere aiuto.

Ma non è la prima volta che i cori sono presenti nella sua musica…

Uso i cori come amplificatori di messaggi. Inserisco la componente coro per far arrivare ancora di più l’essenza di una canzone, per renderla un po’ di tutti quanti. Sono contentissimo di aver portato un coro di voci bianche su un palco perché era uno dei miei sogni.

La sua canzone è un invito ad ammettere le proprie fragilità e a chiedere aiuto. A lei è successo?

Assolutamente sì. Ho trascorso un periodo veramente cupo due o tre anni fa. Sono sempre stato introverso, ho sempre tenuto tutto dentro e ho fatto fatica a spiegare agli altri come stavo se non scrivendo e facendo musica. Questa cosa nel tempo mi ha logorato e mi ha portato all’ultima goccia, fino a quando, nel 2020, nel periodo precedente la pandemia, ho deciso di vivere meglio con me stesso, intraprendendo un percorso preciso e mostrandomi alle persone così come sono, anche con le mie paure. Questo ha cambiato la mia vita. Mi sento una persona totalmente diversa.

Come vive tutta l’esposizione che è derivata dal Festival di Sanremo?

Sono in giro da quasi un mese, non mi sono mai fermato ed è bellissimo. Sto incontrando tantissime persone e ci scambio anche tante chiacchiere.  È stupendo perché capisco di aver fatto qualcosa di veramente bello. Sto cercando di metabolizzare tutto questo e non ho ancora il punto della situazione. Ero convinto di andare a Sanremo e di fare la mia gara, ma non pensavo che questa mia canzone colpisse così tanto. Sono cose che non puoi prevedere e mi sento pieno di gioia. Ma, ripeto, non ho ancora metabolizzato del tutto quanto accaduto…

Quali sono i supereroi che hanno popolato la sua infanzia?

Tra i cartoni, Spiderman. Tra i personaggi, Eminem, che è quello che mi ha portato a fare musica. Ma anche tutte le persone che sono state vicine a me e che hanno popolato la mia vita, che hanno contribuito alla mia crescita e al mio percorso, intendo la mia famiglia, la mia fidanzata, la mia band, i miei amici e tutti quanti gli altri. Sono tutti Supereroi.

Papa Francesco ha citato una frase della sua canzone per i suoi dieci anni di Pontificato. Quando lo ha letto, che cosa ha pensato?

L’ho scoperto ed è stato fantastico. Lì capisci di aver lasciato un segno. Una vittoria sicuramente.

È vero che molte persone, anche un parroco, le scrivono e la ringraziano per il testo della sua canzone?

Mi stanno scrivendo da tantissimi posti. Anche medici dagli ospedali e poi psicologi, insegnanti, tante scuole. La canzone sta arrivando a tantissime persone e davvero mi sembra surreale. Al bambino, al ragazzo, alla mamma o al nonno, questa canzone piace e sta coprendo varie generazioni, anche in campi particolari.

È stato un fan di Eminem, ma i suoi testi non ne sembrano affatto influenzati…

All’inizio sì. Poi ho trovato la mia chiave e ho seguito semplicemente quello che mi andava di fare. Io mi racconto, perché la musica è stata sempre l’unico modo che ho trovato di parlare di me. Le tematiche sono diverse dalle sue e ho trovato la mia via. Lui è stato fondamentale perché mi ha fatto entrare nel mondo dell’hip hop e mi ha trasmesso questa voglia di fare musica.

Ha mai avuto un contatto con Eminem?

Purtroppo no, ma lo sogno. Era tra i miei sogni anche Macklemore che poi ho avuto la possibilità di conoscere, due anni fa circa, ho cantato prima di un suo concerto ed è stato fantastico. Eminem è un pezzo di un puzzle che ancora devo completare e spero, al più presto, di incontrarlo anche solo 5 minuti, perché sono un suo super fan.

Quando uscirà il suo album? Ed intanto “Supereroi” diventa anche un tour con partenza il 6 aprile a Firenze…

Sto lavorando al nuovo album e uscirà quest’anno, ma ancora non posso dire la data. Devo finire tutte le canzoni perché ho pochissimo tempo per stare in studio. Poi io scrivo solo quando piove e quindi devo incastrare un po’ di pianeti… Però sto lavorando moltissimo anche al tour che ha la prima parte già sold out. Quest’anno sarò in giro per tutta l’Italia e finalmente riuscirò ad incontrare tutte le persone che mi hanno sostenuto a Sanremo ma anche prima. Si creerà quella magia possibile solo con i live.

Il suo supereroe nella vita quotidiana?

Dirne uno sarebbe riduttivo. Penso davvero che per me lo siano tutte le persone che mi circondano perché ognuna di queste, in qualche modo, mi ha aiutato. Sceglierne una è come chiedere ad una madre il figlio preferito.

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