Sul palco mi sento vivo
Maurizio Lastrico
Il RadiocorriereTv ha incontrato l’attore genovese che nella serie “Don Matteo” interpreta il ruolo del PM Marco Nardi: «Come avete visto dalle prime puntate, il mio personaggio si butta subito nei casini». E a proposito del suo futuro dice: «mi auguro di essere pronto ad accogliere le sorprese della vita»
Bentornato PM Nardi, com’è andata a Spoleto?
Bello, bello… la prima cosa che ci siamo chiesti è se ci fosse ancora ciccia da raccontare nella serie e, ovviamente, la risposta è stata sì. Siamo davvero molto soddisfatti, gli sceneggiatori si sono sbizzarriti e, come avete visto, già nelle prime puntate sono successe tante cose grosse (ride). Marco Nardi si butta subito nei casini.
Un’edizione importante, con tante novità e il saluto a Terence Hill…
Terence è una persona fantastica, ha un’apertura umana verso tutti e una forma di lavoro quasi sacra, prende il suo mestiere con impegno ed estrema devozione.
I social sono impazziti per la coppia Nardi-Olivieri, tifano per loro. Cosa succederà in questa nuova stagione?
Il sentimento che lega queste due persone è quello dell’amicizia, si è lavorato per rendere questo legame sempre più forte, cercando di rubare anche la sintonia che unisce me e Maria Chiara nella vita. Abbiamo provato a creare un’amicizia vera, non superficiale o di goliardia e basta.
Un legame “artistico” con la sua collega che abbiamo ammirato anche sul palco di Sanremo. Ci racconta le emozioni di quel momento?
Devo confessare che tutto quello che c’è stato prima dell’esibizione l’ho patito molto, l’ansia era davvero tanta, abbiamo provato con tante persone prima di salire su quel palco per capire se il pezzo funzionasse. Alla fine, quello che mi ha stupito, è che il palco di Sanremo, appena abbiamo iniziato a recitare, somigliava a tutti gli altri, il pubblico reagiva bene ed è stato davvero meraviglioso.
Avete raccontato di come “Don Matteo” sia diventato una sorta di palestra importante per tanti giovani attori. Per lei, invece, cosa significa?
Ho iniziato questa avventura dopo la fine della mia partecipazione a “Zelig”, ho accettato questo ruolo perché mi mancava un tipo di visibilità, fondamentale per andare a teatro. All’inizio ero un po’ snobistico nei confronti della serie, devo dire però che, appena abbiamo iniziato, sono stato accolto benissimo in questa famiglia e ho riscoperto la bellezza di condividere il lavoro con tante persone. Fino a quel momento ero stato un solitario nel mestiere.