Studio Battaglia

Serie TV

Dal 15 marzo debutta su Rai1 l’adattamento di “The Split”, serialità di successo della BBC. Scritta da Lisa Nur Sultan è diretta da Simone Spada. Nel cast Barbora Bobulova, Lunetta Savino, Miriam Dalmazio, Giorgio Marchesi, Marina Occhionero, Michele Di Mauro, Carla Signoris, Thomas Trabacchi e Massimo Ghini

© Matteo Graia

Sono le migliori avvocate divorziste di Milano. Donne in carriera, madri, figlie, mogli, tutte decisamente calate nel loro e nel nostro presente. Il racconto, adattamento del britannico “The Split”, intreccia, con un linguaggio e un’estetica contemporanei, un lungo caso orizzontale (la separazione dei coniugi Parmegiani) a numerosi casi di puntata dai risvolti inediti riguardo gli aspetti più attuali del diritto di famiglia: unioni civili, accordi di riservatezza, tutela dell’immagine, famiglie omogenitoriali, congelamento degli embrioni, uso dei social media, diffamazione, eredità digitale, insomma tutto l’universo in costante espansione dei rapporti coi nuovi media. A dirigere la serie scritta da Lisa Nur Sultan, in onda da martedì 15 marzo in prima serata su Rai1, Simone Spada. “‘Studio Battaglia’” può essere definito un legal drama con linee di comedy familiare molto raffinate e personalmente è stata l’occasione per mettermi alla prova su un genere che non avevo mai affrontato da regista – afferma Spada – Ambientata in una ricca città del nord come Milano, in cui classico e moderno si mescolano in armonioso contrasto, con un cast eccellente, di cui vado fiero e che non smetterò mai di ringraziare, è una serie che parla d’amore perché parla di rapporti, di famiglia, di padri e madri, di figli, di mogli e mariti. Il mio obiettivo è stato da subito quello di trovare il giusto equilibrio tra la ricchezza della scrittura e il ritmo del racconto visivo, tra l’alternanza delle storie personali delle protagoniste e i casi di puntata, mescolando generi ma non linguaggio e accompagnando con maggior eleganza possibile e semplicità le tante vicende che caratterizzano questa storia che mi piace definire ‘popolare’, ma che allo stesso tempo porta con sé un’originalità e modernità che mi hanno entusiasmato da subito”.

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