SILVAN
Sim Sala Bim, una magia infinita
Tra i più famosi illusionisti al mondo, è il “mago dei maghi” e il narratore del talent in onda il martedì su Rai2. Al RadiocorriereTv racconta gli esordi a Venezia di fronte a Orson Welles, parla dell’amore immenso per l’arte magica, dei successi nei teatri e in Tv: «Fin da ragazzo sentivo in me una naturale predisposizione per il palcoscenico. Suscitare stupore e meraviglia era la mia strada». Ringrazia il suo pubblico e la Tv di Stato: «Sono un uomo felice e fortunato. In attesa di una serata d’onore per la Rai, che mi ha visto nascere»
Una bellissima carriera nel segno della magia, all’inizio si aspettava tutto questo successo?
Mi ritengo un uomo fortunato: sono felicissimo di aver scelto questa affascinante professione, convinto che l’uomo non rinuncia mai ad un appassionato tributo all’irrazionale. La magia ha radici profonde nello spirito umano, come racconto nel mio ultimo libro “La nuova arte magica”, edito da La nave di Teseo (450 pagine), che traccia l’evoluzione della magia dal 3000 a.C. fino ai nostri giorni. Quando ero ragazzo a Venezia mi esibii per Orson Welles, che era intento a portare a termine il suo “Otello” cinematografico, ed è probabile che la vivacità del suo sguardo penetrante mi abbia trasmesso quel quid indefinibile di magia che egli stesso ha praticato in scena ai suoi esordi. Sovente trovo gioia nel pensare ai miei amici di scuola: medici, avvocati, dentisti, commercianti… io sono l’unico mago! Una professione che con passione, studio e applicazione costante ho affrontato nelle sue molteplici sfaccettature. Fin da ragazzo sentivo in me una naturale predisposizione per il palcoscenico. Suscitare stupore e meraviglia era la mia strada, mi aspettava un destino artistico più grande della mia immaginazione.
Cosa la fece innamorare di quest’arte?
La convinzione di essere credibile nell’interpretare il gioco di prestigio, forse perché fin da ragazzo c’era in me la volontà e la speranza di acquisire dei veri poteri magici.
Cosa rende un mago credibile agli occhi del pubblico? A un prestigiatore è richiesta grande manualità, lei come si allena?
Parafrasando un celebre filosofo, “Più sai e più sai di non sapere”. C’è tanto da imparare: nella mia vita ho presentato migliaia di trucchi, ciò nonostante mi ritengo solo a metà strada. Studio e alleno le mie mani tre ore al giorno, felicissimo di aver incontrato in questo magico castello bravissimi ragazzi, felici e gioiosi di diventare prestigiatori. A loro auguro di mantenere l’entusiasmo, la passione e di percorrere la stessa strada.
C’è un trucco che non ha mai svelato a nessuno, nemmeno in famiglia?
Centinaia. La gabula, i grandi trucchi attraverso i quali si realizza l’impossibile non vanno mai svelati.