Sigfrido Ranucci

Vogliamo vederci chiaro

Dal covid alla scalata della Cina per diventare la prima potenza mondiale, dal recovery fund, all’alta velocità ferroviaria, al Vaticano.  Da lunedì 15 aprile tornano le inchieste di “Report”. Dieci nuove puntate in prima serata su Rai3

foto di Dario D’India

È trascorso più di un anno dall’inizio della pandemia, “Report” che fotografia scatta?

Proprio per gli eventi che si ripetono ciclicamente si ha l’impressione di rimanere sempre allo stesso punto, di trovarsi di fronte a un nemico insidioso, difficile da sconfiggere e che ogni volta cambia le carte in gioco. Vediamo i casi di varianti che stanno spuntando, sembra un brutto incubo che non ha fine. Il rischio è di diventare ripetitivi nella narrazione. La speranza viene dai vaccini, nonostante tutte le difficoltà che si hanno nella macchina organizzativa. Cercheremo di scattare questo tipo di istantanea.

Una fotografia che guarda anche oltre confine…

Abbiamo buttato l’occhio anche fuori dall’Italia, siamo andati in Brasile per capire l’origine e la diffusione della variante brasiliana, vedremo come si è diffusa in Italia. Vedremo anche come funzionano i vaccini, come vengono distribuiti: siamo andati in esclusiva nello stabilimento russo dove si costruisce lo Sputnik, il vaccino controverso dal punto di vista politico. Poi siamo andati anche a scattare la foto degli appalti e dei bandi covid: in mano a quali imprenditori, faccendieri, ditte nate poco tempo prima dalla firma dei contratti abbiamo messo la nostra sicurezza? Che cosa ne consegue? Che abbiamo imbarcato una quantità impressionante di dispositivi fuori norma. Abbiamo concesso di farci prendere cura da chi non era specializzato nel settore, da chi si è improvvisato col fine di fare affari. Siamo andati anche a vedere la sanità veneta, cercando di capire. All’inizio hanno gestito bene, poi, a un certo punto, si è rotto qualcosa e a gennaio scorso hanno registrato il tasso di mortalità più alto d’Italia.

La campagna vaccinale sarà sufficiente per tornare alla normalità, in Italia e nel mondo?

Sufficiente per contenere gran parte della diffusione del virus, ma serviranno tempo e perseveranza. Temo che sarà una storia che ci accompagnerà ogni anno, non credo che il covid si esaurirà in questa stagione finito il ciclo di vaccinazioni, penso anche che sarà molto più serio da combattere e che se non si farà una politica mondiale della vaccinazione, andando a vaccinare anche i Paesi poveri, il virus mutato e magari resistente ai vaccini, potrà tornarci da qualche Paese povero.

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