Serena Iansiti
La mia Livia, un po’ Greta Garbo e un po’ Lady Gaga
L’attrice napoletana, già protagonista di importanti serie della Rai, veste i panni della ex cantante d’opera che riesce a scuotere il cuore del commissario Ricciardi. Al RadiocorriereTv racconta l’incontro con i romanzi di Maurizio de Giovanni e parla del suo personaggio: «È una donna moderna con una forte personalità, che piace agli uomini ma allo stesso tempo li spaventa». Lunedì 15 febbraio in prima serata su Rai1 la quarta puntata
Nelle prime tre puntate abbiamo conosciuto bene la sua Livia Lucani, l’altra metà del cuore del commissario Ricciardi, un personaggio che sta avendo un’evoluzione profonda…
Livia si è resa conto che la parentesi napoletana l’ha scossa nel profondo, che la sua vita non è più quella che voleva, che desiderava qualcosa di più autentico. L’incontro con il commissario Ricciardi, che non l’ha trattata con condiscendenza ma con fare brusco, come fosse una persona qualsiasi, l’ha certamente risvegliata. Era un bisogno che aveva e che ha ritrovato grazie a quest’uomo burbero, ombroso e cupo, con cui ha certamente un’affinità, che non è soltanto sensuale o di seduzione. In quello sguardo, in quegli occhi, in quel suo tormento, vede qualcosa di molto profondo, di antico, che riconosce e che le è affine. E poi c’è Napoli, che l’ha risvegliata con i colori, il chiasso, i bambini, una vitalità anarchica, diversa da quella romana dell’epoca. A Napoli ha inizio il rapporto tra la pantera che è un po’ Livia e la preda che è Ricciardi. Presto non sarà solo un gioco, ma qualcosa di più.
Una rappresentazione del femminile in anni difficili per la donna, cosa le ha lasciato calarsi in quel personaggio e in quell’epoca…
C’erano uno stile e un’eleganza diversi. Livia è una ex cantante lirica che all’epoca aveva il carisma, il fascino e l’importanza di un’attrice hollywoodiana. Il mio compito è stato un po’ arduo, non mi sentivo in qualche modo all’altezza, poi, lavorando sul personaggio mi sono sentita sempre più a mio agio. Interpretare una “femme fatale” del genere è stata una bella responsabilità.
A chi si è ispirata nel dare carattere al suo personaggio?
A dive del passato, come Marlene Dietrich e Greta Garbo, o a star contemporanee come Lady Gaga, che nonostante lo stile completamente diverso, hanno quel tipo di aurea carismatica che potrebbe essere riconducibile alle dive di un tempo. Livia, pur non essendo fascista, è una delle migliori amiche della figlia del Duce. Lei respira il potere di un fascismo che cresce sempre di più, riceve dei piaceri, però si rende anche conto dei pericoli che possono derivare dalle sue conoscenze e in qualche modo cerca di distanziarsi.