SECONDA LINEA
Il talk che va oltre il talk
In onda il giovedì in prima serata dall’1 ottobre su Rai2, il programma condotto da Alessandro Giuli e Francesca Fagnani rivoluzionerà gli spazi classici di questo genere televisivo. Tra i temi portanti l’ambiente, la ricerca scientifica, le nuove generazioni
Cosa rappresenta per voi la seconda linea?
ALESSANDRO: Nella metafora rugbistica è quell’elemento di fatica, di sforzo, che deve premiare una missione, quella di fare meta. La seconda linea sono i faticatori di una squadra forte, coesa, che lavorano per tutti. Da un punto di vista più televisivo è invece una prima linea che ancora non sa di esserlo, i nuovi volti di primissimo piano del discorso pubblico che verrà.
FRANCESCA: L’idea è di dare voce a quel mondo che apparentemente è una seconda linea rispetto alla politica che vediamo ogni giorno nei talk, coloro che sono meno appariscenti, ma che sono fondamentali per arrivare a meta, dagli imprenditori ai medici, agli agricoltori.
Il giovedì è una serata affollata, come pensate di fare la differenza?
FRANCESCA: Il nostro campionato, almeno all’inizio, non può essere quello degli ascolti. L’obiettivo è creare una finestra in più, che sia gradevole, interessante, che sappia affrontare tutti i temi con un tono anche un po’ di leggerezza. La gravità ci ha accompagnato in questi mesi e molti problemi restano sul tavolo, anche per questo bisogna cercare di usare toni che non esasperino. Mischieremo registri, ospiti, inserendo rubriche divertenti e intelligenti.
ALESSANDRO: Non conosco serate televisive che non siano affollate (sorride). Cercheremo di essere un pochino colti, un pochino gentili e un po’ spiazzanti, in un approfondimento che intrattiene anche, e che diversifica l’offerta rispetto al canonico conflitto della politica di ogni giorno. È la scommessa a cui tutti ambiamo, vogliamo offrire un racconto un po’ diverso dalle altre due grandi narrazioni del giovedì sera.
Un approccio informale per portare di fronte al teleschermo anche chi non guarda spesso la Tv…
ALESSANDRO: Li staneremo casa per casa, uno per uno. Saranno giovani quando offriremo il dibattito sulle generazioni, sulle classi d’età, sulla digitalizzazione. Parleremo alle persone più grandi quando, ad esempio, affronteremo temi sanitari.
FRANCESCA: Ci piacerebbe trovare un pubblico trasversale, che vada dai ragazzi agli adulti, non ideologizzato.