Sal Da Vinci

La mia musica… made in Napoli

Il cantautore partenopeo, new entry a “Made in Sud” su Rai2, si racconta al RadiocorriereTv: “Le canzoni riescono a entrare nel cuore delle persone danzando in punta di piedi e non ne escono più”. E del singolo “Viento”, che anticipa il nuovo album, dice: “è una storia d’amore che potrebbe appartenere a ognuno di noi. Gli amori non finiscono mai, restano nell’aria e vivono poi nei ricordi”

Sul palco di “Made in Sud”, nella sua Napoli insieme a tanti amici. Come sta vivendo questo momento?

Con grande entusiasmo in un gruppo affiatatissimo. Anche il mondo dello spettacolo si sta rimettendo in moto, da qualche parte inizia a sbocciare qualche fiore, ci auguriamo che prossimamente ci sia, per tutti, una prateria fiorita.

Nel programma la musica e la comicità diventano un tutt’uno…

La musica crea aggregazione. Quella di “Made in Sud” è per me un’esperienza nuova, anche se il programma ha una matrice linguistica che mi appartiene. Portare leggerezza, e fare sorridere in modo originale le persone, è un’impresa ardua, una battuta si consuma subito, non la puoi portare avanti per tutta la vita, la musica, invece, resiste sempre. Esserci è davvero una bella soddisfazione, un bagaglio nuovo che arriva dopo un’altra esperienza bellissima, a teatro, con il musical “La fabbrica dei sogni”, in cui ero sul palco insieme a Fatima Trotta, interrotta nel corso dell’inverno a causa del lockdown. Avevamo ancora ottanta repliche da fare, ci siamo fermati, è stata un po’ una botta al cuore. Ripartiremo quando non ci sarà più bisogno di distanziamento sociale, per continuare a fare vivere momenti fantastici agli spettatori che, senza l’arte, diventano molto più tristi.  

Quanta ironia c’è nelle sue giornate?

Non mi prendo mai troppo sul serio, anzi, sono molto autoironico. Nella nostra vita non ci è dovuto nulla, il vero successo risiede nella vita stessa. Se poi riesci a realizzare i tuoi sogni e ad aiutare gli altri hai fatto bingo, non c’è cosa migliore. Noi artisti siamo persone fortunate, abbiamo la possibilità di fare un lavoro bellissimo, che trasmette emozioni. Ma per riuscire serve verità, il pubblico capisce se c’è sincerità e fiuta gli artisti costruiti a tavolino.

Cosa rende Napoli e la sua musica tanto amati nel mondo?

Nella nostra storia siamo stati contaminati da tanta musica, da tanti popoli, da tante culture che ci hanno lasciato, ciascuno a modo proprio, un’eredità. Gli ingredienti di partenza sono di grande qualità e rendono il piatto prelibato. Napoli ha un suo sound, un suo modo di vedere la vita e di combattere le avversità, un linguaggio che non è un dialetto, ma una vera e propria lingua. Sotto il Vesuvio sono venuti a studiare e a comporre musicisti del calibro di Beethoven e Puccini. Via Toledo è stata abitata da molti musicisti europei che hanno lasciato qualcosa di importante. Scrittori, poeti, compositori, da Salvatore di Giacomo a Libero Bovio, da Renato Carosone a Pino Daniele. All’estero, la musica napoletana, è spesso sinonimo di musica italiana, è l’Italia che canta ed è una bellissima cosa.

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