SAGRAMOLA & BIGGI

Geo funziona perché sa cambiare

Il RadiocorriereTv intervista i conduttori dello storico appuntamento del pomeriggio di Rai3, Sveva Sagramola, al timone del programma dal 1998, ed Emanuele Biggi, arrivato nel 2013. La coppia conduce anche “Domenica Geo”, in onda la domenica alle 8.30

foto di Iwan Palombi

Il pomeriggio di Rai3 è sempre più frequentato dai telespettatori, soddisfatti?

SVEVA: Credo che il pubblico stia premiando sempre più la credibilità di “Geo”. Nel corso degli anni abbiamo costruito un rapporto di fiducia con i telespettatori, una frequentazione ormai ventennale basata proprio sull’affidabilità.  Chi ci segue apprezza gli spazi di approfondimento, di riflessione, di svago, sapendo che ogni cosa che viene proposta è frutto di scelte ponderate. Le persone che intervistiamo, i nostri esperti, sono tutti molto affidabili. Giorno dopo giorno raccontiamo la parte migliore dell’Italia, del territorio e delle persone che hanno fiducia nel futuro.

EMANUELE: “Geo” è frutto di un lavoro di squadra, è un programma che propone tantissimi contenuti realizzati da tanti redattori. Fa piacere a tutti vedere che il pubblico apprezza, che la cultura riscuote interesse. La soddisfazione è corale.

Chi è il telespettatore “tipo” di Geo?

SVEVA: Trasversale, nel corso del pomeriggio il pubblico cambia. La nostra platea va dai bambini, alle casalinghe, agli anziani, ma comprende anche le persone che, arrivate a casa dal lavoro, si mettono davanti alla tele aspettando il primo tg.

EMANUELE: Discorso a parte vale per la domenica mattina, quando abbiamo un pubblico ancora più vario. Potendo seguirci anche coloro che nel corso della settimana non sono in casa, il “range” si allarga parecchio.

Come è cambiato il programma nel corso degli anni?

SVEVA: È cambiato insieme al Paese. Quando sono arrivata vent’anni fa era incentrato quasi esclusivamente sulla natura, sugli animali. Oggi, in una fase di mutata attenzione nei confronti dell’ambiente, “Geo” si occupa di consumi, di salute, del modo in cui viviamo e di conseguenza anche delle scelte della politica e dell’economia. Abbiamo allargato il nostro sguardo su numerose tematiche riconducibili all’ambiente, a partire dalla cucina e dal racconto del territorio. La cucina a “Geo” è identitaria, fa parte delle tradizioni, è uno strumento per parlare di salute, territorio, cultura.

EMANUELE: Con l’arrivo di Sveva, negli ultimi vent’anni, “Geo” ha assunto la connotazione di un magazine nel quale si affrontano temi diversi. Sono arrivato nel 2013 quando il programma è cambiato ulteriormente. Ricordo, da telespettatore poco più che ragazzino, uno spazio che proponeva prevalentemente natura e documentari.

Continua a leggere sul RadiocorriereTV N. 6 a pg. 28