ROCÍO MUÑOZ MORALES

L’arte è anche bella risata

 

Protagonista al cinema, a teatro e oggi in tv con “Freeze” insieme a Nicola Savino. L’artista spagnola parla del game show del martedì di Rai 2 e del suo rapporto con il gioco: «Sono una eterna bambina. Mi piace giocare, imparare giochi nuovi, anche attraverso le mie figlie». E al RadiocorriereTv confida: «Amo l’imprevedibilità. Non organizzo mai troppo, non sono impostata. Mi piace sorprendermi, vivere la verità del momento»

Rocío, che rapporto ha con il gioco?

Sono una eterna bambina. Mi piace giocare, imparare giochi nuovi, anche attraverso le mie figlie. Credo che crescere non significhi smettere di giocare, bisognerebbe farlo più spesso anche da grandi.

A che cosa le piace giocare?

Sono molto fisica, amo i giochi che hanno a che fare con il movimento. Con le bambine organizziamo spesso delle caccia al tesoro, in casa o all’aperto. Negli ultimi tempi ho imparato a giocare a padel, ma amo anche giocare a palla e a racchettoni quando vado al mare.

Con i giochi di società come se la cava?

Mi piacciono i giochi di carte, ci gioco con mia madre e le mie figlie. Nel corso dell’estate ci siamo divertite molto tutte insieme.

Cosa ha pensato quando le hanno proposto di condurre “Freeze”?

Mi sono innamorata di questo gioco da subito, dopo aver visto l’edizione giapponese. Ridendo dall’inizio alla fine ho pensato che fosse giusto per me, che ne sarebbe valsa la pena farlo. Sia io che Nicola (Savino) ci stiamo divertendo proprio tanto…

Che intesa si è creata tra voi?

Ci conosciamo da tempo, avevamo già lavorato insieme e ritrovarsi è stato molto piacevole. Già all’epoca c’era intesa: abbiamo stima l’uno dell’altra, tra noi c’è fiducia.

Come sta andando con Mara Maionchi e Ubaldo Pantani?

Sono persone meravigliose, li ho sempre seguiti in tv. È bello ora averli vicino, da loro si può imparare questo mestiere, sono molto fortunata a poter condividere questa esperienza.

Che rapporto ha con l’improvvisazione e con l’imprevedibilità?

Amo l’imprevedibilità. Non organizzo mai troppo, non sono impostata. Mi piace sorprendermi, vivere la verità del momento. Credo che le cose più interessanti accadano proprio in quei frangenti. Vengo dal teatro, ogni anno mi ricavo uno spazio per farlo e del teatro amo la verità, l’immediatezza, anche l’imprevedibilità.

Da attrice di teatro che rapporto ha con la conduzione televisiva?

Credo nell’arte a 360 gradi. Mi piace l’idea di generare emozioni in qualsiasi modalità, non amo gli schemi e ho sempre voluto mettermi alla prova. Anche la televisione è un modo molto potente di comunicare con il pubblico e di farlo viaggiare lontano dal proprio presente attraverso l’intrattenimento. Ho studiato giornalismo ma non l’ho finito, ma più che l’informazione amo soprattutto l’intrattenimento.

Che cosa le ha lasciato lo studio del giornalismo?

Mi ha aiutato ad avere un’attenzione diversa verso gli altri e le loro storie. Mi ha fatto anche conoscere meglio le modalità per approcciarmi alle altre persone.

Che ruolo ha il pubblico nella sua vita?

Sono molto grata alle persone. Sono arrivata in Italia dodici anni fa e sono cresciuta professionalmente insieme al pubblico italiano che continua a seguirmi e a donarmi tanto calore. È sempre generoso, empatico. Tento di diventare una professionista ancora migliore proprio per dire grazie al mio pubblico con il massimo rispetto.

Che cos’è per lei la comicità?

Ho grande stima per chi sa fare ridere. È un mestiere difficile, serve talento. La velocità mentale e intellettuale alla quale viaggiano i comici mi incuriosisce tantissimo. Vivono a 300 km all’ora.

Cosa la diverte di più nella vita di tutti i giorni?

Nelle mie giornate sorrido moltissimo. Potrò sembrare banale ma a oggi le mie figlie mi fanno divertire, riescono a toccare corde che solo loro sanno toccare, con una purezza che mi fa davvero tanto ridere.

Che cosa le piace che le sue bambine dicano di questa mamma che lavora in teatro, al cinema e in tv?

Per loro sono semplicemente la mamma che fa questo lavoro. Mi vedono provare, studiare. Per loro quella è la mamma. Voglio che siano fiere di me, non tanto come professionista, ma come donna.