ROCCO PAPALEO
Siamo in corto circuito costante
Protagonista su Rai2 di “Maledetti amici miei”, il giovedì in prima serata, Rocco Papaleo si racconta al RadiocorriereTv: “Di me non nascondo niente, anche perché raccontarsi è un po’ un dovere per un artista”. E rivela: “L’amicizia incondizionata, quella che vivevo da ragazzo al mio paese, quando gli amici erano tutto, non c’è più. Con il passare del tempo si diventa un po’ più individualisti e solitari”
Quattro amici di vecchia data che si incontrano in Tv, che cosa succede?
Un corto circuito tra persone che vivono in un costante corto circuito. Siamo amici da tanti anni ma al tempo stesso non ce le mandiamo a dire. C’è sincerità partendo da una base di affetto, di stima reciproca, il programma è un modo di mettere in piedi un teatrino di umanità complementari che speriamo generi divertimento. C’è anche l’intenzione di raccontare questa intimità in modo spettacolare con l’aiuto della musica, della messa in scena.
Con “Maledetti amici miei” avete scelto di mettervi a nudo, di raccontarvi in modo vero…
La riservatezza riguarda il modo in cui si espone la propria intimità. L’artista, per definizione, non è riservato, perché mette in campo la propria anima, le proprie sensazioni, la propria storia. A contare, invece, è come ognuno traspone la propria vita, magari non utilizzando i social ma anche attraverso la propria “opera”. Non nascondo niente, anche perché raccontarsi è un po’ un dovere. Poi decidi che cosa mettere in scena, magari non proprio tutto.