Ribelli
FEDERICA DE DENARO
Angela Casella madre coraggio, Domenico Modugno, Padre Pio e Marco Pantani sono i protagonisti della seconda edizione del programma in onda su Rai 3 dal 9 settembre. Uomini e donne che si sono ribellati alle convenzioni e al sistema a costo di grandi sofferenze e solitudini. La conduttrice al RadiocorriereTv: «Raccontiamo storie di coraggio e libertà»
“Ribelli”, siamo alla seconda edizione, che viaggio faremo?
Un viaggio che racconta le personalità uniche e ribelli di uomini e donne che, in vari campi, hanno rotto, scardinato, schemi precostituiti, e hanno avuto il coraggio di affrontare rischi e sfide.
Quattro grandi storie con personaggi altrettanto significativi …
Apriremo l’edizione, che prenderà il via il 9 settembre, raccontando una storia straordinaria, che anche personalmente mi ha appassionata tantissimo, quella di Cesare Casella, ma soprattutto di sua mamma Angela, la vera ribelle. La ricordiamo come madre coraggio, un’eroina moderna. Cesare fu rapito a Pavia nel 1988, vittima di uno dei più lunghi sequestri a scopo di estorsione mai avvenuti in Italia, e venne rilasciato dopo 743 giorni di prigionia. Lui è vivo quasi solo grazie a questa mamma che, in preda a una solitudine disperata, arrivò a sfidare la criminalità organizzata. Andò nella Locride dove si incatenò e si rivolse alle donne calabresi parlando loro da mamma a mamma. Questo smosse la coscienza collettiva e portò alla liberazione di Cesare. Grazie anche ad Angela Casella e al suo coraggio in Italia si approvò di lì a poco la legge sul blocco dei beni, provvedimento che diede fine alla lunga lista di sequestri che per decenni aveva tenuto l’Italia sotto scacco dei rapitori.
Non sono solo storie di persone che hanno cambiato il corso della loro vita…
… ma che hanno contribuito a cambiare anche la nostra e quella del nostro Paese. La seconda personalità che incontreremo sarà quella di Domenico Modugno, prima grande icona pop della musica leggera nazionale. Entrò come un tornado nel paludato mondo della musica degli anni Cinquanta, in cui si parlava sono di amore, introducendo i temi del suicidio, dei figli non riconosciuti, solo per citarne alcuni. Con lui la musica leggera cambiò, Modugno fu rivoluzionario anche per la sua gestualità, per il suo vivere la scena. La sua vita stessa fu una vita da ribelle.
Sabato 23 settembre incontrerete una ricorrenza importante.
Quella della morte di Padre Pio da Pietralcina. A San Pio sarà infatti dedicata la terza puntata di “Ribelli”. Parleremo di una delle figure più importanti della chiesa moderna, amatissima e al tempo stesso molto discussa, anche dalla Chiesa stessa. Padre Pio non si fermò davanti a nessuno, nemmeno contro chi contestava il suo agire.
Nell’ultimo appuntamento di “Ribelli” sarà invece raccontato un grande sportivo.
Marco Pantani, icona del mondo del ciclismo, protagonista di una storia dalle tinte chiaroscure. L’aspetto di ribellione, di coraggio, dell’uomo e dello sportivo Pantani, è stato quello di avere denunciato un malfunzionamento del mondo dello sport e del ciclismo in particolare.
Quanta contemporaneità c’è in queste storie?
Tantissima, le figure che raccontiamo possono essere davvero una fonte di ispirazione. Si tratta di persone che hanno avuto il coraggio di prendere in mano la propria vita e di andare oltre gli ostacoli. La società contemporanea ci porta a volte a stare nel nostro comodo, bisogna invece avere il coraggio di scardinare lo status quo. Penso che, ad esempio, Angela Casella sia una donna a cui ispirarsi. La parola ribelli unisce in sé i concetti di coraggio e libertà.
Cosa rappresenta per te “Ribelli”?
Un passaggio importantissimo. Sono felice perché questo programma arriva in un momento di grande maturità, al di là dell’età anagrafica. Parto facendo giornalismo, quello più tradizionale, poi con “Vita in diretta” ho fatto un po’ di tutto, dalla cronaca bianca allo spettacolo, quindi, mi sono dedicata al territorio e alla cucina. “Ribelli” è un regalo del mio direttore, Angelo Mellone, che ha colto in me la voglia di rimettermi in gioco, spero di poter dare tanto. Raccontare storie è un privilegio assoluto, il motivo per cui faccio questo lavoro.