Paolo del Brocco
Le grandi emozioni tornano in sala
Centotrentacinque film, di cui sessanta tra opere prime e seconde, nel solo biennio 2020-2021. Il RadiocorriereTv incontra l’amministratore delegato di Rai Cinema: «crediamo nel ruolo che il cinema può ricoprire – afferma – siamo pronti a ripartire con un nuovo slancio»
Nonostante la pandemia il cinema italiano non si è mai fermato del tutto. Obiettivo di Rai Cinema è dare nuovo impulso al settore, quali sono le strategie e i numeri?
Grazie alla sensibilità della Rai siamo riusciti a collocare parte degli investimenti non utilizzati nel 2020 – a causa dello slittamento di molte produzioni – all’interno dell’esercizio 2021, tutelando un ambizioso piano biennale di produzione 2020 – 2021. Aver garantito la prosecuzione delle produzioni, da cui partono tutte le economie della filiera, significa essere riusciti a mantenere acceso il motore della cinematografia italiana. In questo modo abbiamo cercato di dare una risposta concreta alle difficoltà del settore. Nel biennio 2020-2021 Rai Cinema sta investendo su 135 film – di cui 60 tra opere prime e seconde – e 40 film documentari, per un investimento complessivo di oltre 150 milioni di euro, collaborando con 120 diverse società di produzione e 180 registi.
Uno sforzo che va di pari passo all’incremento delle risorse messe a disposizione dal ministero della Cultura…
Il ministero ha dato un impulso fortissimo al comparto con il notevole incremento del fondo cinema e audiovisivo, che nel 2021 arriva a ben 640 milioni, con le varie misure che hanno consentito aumenti significativi del tax credit alla produzione e alla distribuzione, con i contributi ad hoc per tutto il sistema: dalle sale alle società di distribuzione, oltre ai 125 milioni per il fondo d’emergenza del cinema e audiovisivo. Senza questi interventi oggi parleremmo di un avvenuto blocco totale della produzione, di tante società chiuse e di migliaia di lavoratori a spasso da oltre un anno.
Come la pandemia e questi anni nuovi e diversi influiranno sulle pellicole che vedremo?
Ci sarà grande voglia di contenuti, di storie più profonde, che ci colpiscano sempre più a livello di sentimenti, e questo a prescindere dal genere cinematografico. Saranno forse meno le storie un po’ più asettiche, intimistiche, che hanno caratterizzato una certa parte del cinema d’autore. Gli autori si stanno spostando, c’è una tendenza in atto che va nella direzione di storie che possano incontrare maggiormente il pubblico. E poi c’è l’esigenza di un prodotto identitario, la voglia di vedere storie in cui riconoscersi, dove trovare i nostri luoghi, la nostra vita, le nostre caratteristiche, il nostro Paese. Se da un lato le piattaforme hanno sicuramente tenuto viva l’attenzione rispetto all’audiovisivo in generale, e anche al cinema, con storie più standardizzate adatte a un pubblico molto più vasto e per forza di cose con caratteristiche meno locali, il nostro cinema ha sempre avuto caratteristiche molto local, identitarie. Credo che ci sarà maggiore esigenza di questo tipo di prodotto.
Rai Cinema dà da sempre fiducia alle nuove leve, come e dove si scopre il talento?
Come diceva un grande regista il talento in Italia c’è sempre stato, ma serve l’architettura economica per far sì che quel talento emerga. Nella cinematografia si manifesta in varie forme, molto fanno le scuole di cinema. Chi deve scegliere, come noi, deve avere una certa esperienza per osservare le prime mosse, capire come questi talenti scrivono, che gusto hanno e che storie vogliono rappresentare. E poi bisogna vederli all’opera in cortometraggi, documentari. Scovare i nuovi talenti e farli crescere significa per noi fare ricerca e sviluppo. Non tutti coloro che vengono messi alla prova diventeranno grandi registi e avranno una luminosa carriera, accadrà per una parte di loro, perché dalla quantità nasce anche la qualità. Anche questa per noi è una pietra miliare, quasi la metà dei film che contribuiamo a realizzare sono opere prime o seconde, è così anche nel nuovo piano di produzione. Trovare talenti nuovi è parte della mission della Rai.