Raccolgo la fiaccola di Piero
Al via da giovedì 29 giugno il nuovo programma di Alberto Angela in prima serata Rai 1. Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio nella scienza anche l’astronauta Samantha Cristoforetti, presente in studio in ogni puntata
Carissimi…è con grande piacere che vi annuncio la nascita di un nuovo programma di divulgazione scientifica. Dopo la scomparsa di mio padre, ho pensato spesso a quello che aveva lasciato a tutti noi.
Sulle orme di Piero Angela
Ho deciso di raccogliere quella fiaccola rimasta a terra e di continuare il cammino della divulgazione. Non è stata una decisione facile. Il peso della responsabilità di un compito così delicato, inevitabili paragoni e un panorama televisivo sempre più difficile per temi così importanti sono da mettere in conto. Ma ho anche pensato che, nei miei oltre trent’anni di televisione, ho quasi sempre affrontato sfide molto difficili, a volte proibitive, con serenità, mettendo in campo concentrazione, umiltà, massima qualità, idee e un gruppo di straordinari collaboratori. Aggiungendo poi, alla fine, l’ottimismo, cioè lanciando il cuore oltre l’ostacolo, a prescindere dalle paure.
Da SuperQuark a… una nuova casa
Il nuovo programma di divulgazione scientifica non si chiamerà “SuperQuark” perché è, e rimarrà per sempre, il marchio di mio padre. Era il suo vestito, lo splendido vascello che lui ha governato per decenni nei mari del sapere. È giusto che rimanga suo per sempre. Ho chiesto alla Rai di ritirare questo nome, come si fa con le casacche dei giocatori più amati di una squadra. Rimane, però, la tradizione del programma, non tradiremo i suoi tanti linguaggi. L’intento è di farvi sempre sentire a casa.
Qualche cambiamento…
Alla capacità di raccontare la scienza dell’equipaggio di quel vascello, si aggiunge l’esperienza dei mari di prima serata acquisita da chi con me realizza “Ulisse”, “Stanotte a”, “Meraviglie” e anche “Passaggio a Nord-Ovest”.
Amplieremo i temi della trasmissione, parlando maggiormente di archeologia, geopolitica, antropologia, psicologia, mantenendo sempre vivi e forti gli argomenti tipici di “SuperQuark” legati alla divulgazione scientifica.
La squadra
Si è creata una formidabile e bellissima squadra che darà il massimo per parlare a tutti di scienza e, soprattutto, per diffondere il pensiero scientifico che è il suo vero obiettivo.
Perché questa nuova avventura?
Ci sono almeno tre motivi che mi hanno spinto a realizzare questo progetto.
Innanzitutto, perché non volevo che si interrompesse la rotta che Piero ha tracciato per così tanti anni, una visione che si basa sulla fondamentale intuizione di utilizzare la televisione, che è stata, ed ancora è per molti versi, uno dei mezzi di comunicazione più potente per spiegare la scienza e la cultura. In secondo luogo, perché la rete ammiraglia della televisione pubblica non può non avere un programma di divulgazione scientifica in prima serata. E infine, forse il motivo più importante. In tanti anni, sia mio padre sia io abbiamo incontrato quasi quotidianamente tante persone, da quelle comuni ad archeologi, ricercatori, ingegneri, medici, imprenditori, piloti e persino astronauti che ci hanno detto: “faccio questo mestiere perché da bambino vedevo i programmi di divulgazione di Piero”. Sono stati quei programmi a indicar loro la strada che poi hanno deciso di seguire. E spesso si tratta del mondo della ricerca o delle innovazioni, così cruciali per il nostro Paese e il nostro futuro.
Facciamo la nostra parte…
La nuova trasmissione non vuole abbandonare tutte quelle ragazze e quei ragazzi, le bambine e i bambini che adesso sono a scuola e che, vedendo questo programma, magari, decideranno di fare delle scelte, di intraprendere una professione, di andare in una direzione nella vita, qualunque essa sia. Non solo per quanto riguarda la scuola o l’università, ma per essere in grado di compiere nella vita di tutti i giorni una scelta con la conoscenza, utilizzando l’intelletto. In questo momento, le nuove generazioni hanno bisogno di un aiuto per capire come indirizzare la loro vita, le loro conoscenze, le loro passioni. Noi vogliamo fare la nostra parte, dare strumenti utili per ragionare, lasciando poi la libertà di scegliere i sentieri che si desiderano percorrere nella vita. Raccolgo la fiaccola per terra e la porto avanti, perché è giusto che sia così. Per le nuove generazioni, perché il viaggio della conoscenza non si fermi mai. Mi auguro che vorrete accompagnarci in questo nuovo viaggio.
L’inizio di un nuovo viaggio chiamato… NOOS
Ho pensato a quale fosse il nome più adatto e la soluzione mi è venuta in mente ricordando con affetto un particolare del programma “Viaggio nel Cosmo”, che con mio padre abbiamo realizzato nel 1998. In quel programma, lui viaggiava tra i pianeti e nel cosmo a bordo di un’astronave chiamata “Noos”. Forma arcaica del termine “nous”, questa parola in greco antico aveva diverse sfumature di significato, ma, sostanzialmente, voleva dire: “intelletto”. E così, viaggiare con l’intelletto automaticamente porta alla conoscenza e al sapere.
Riaccendere l’interruttore “ben più di 9 minuti”
“Noos” è quindi un omaggio alle esplorazioni nel sapere di mio padre e, al tempo stesso, rappresenta la continuazione dei viaggi nello spazio interstellare della conoscenza. Quel pulsante che avete visto in una immagine pubblicata sui social serviva per accendere le luci interne di uno dei modelli di astronavi e stazioni spaziali usati nelle riprese in studio di “Viaggio nel cosmo”: per la tecnologia dell’epoca, non poteva rimanere in funzione più di 9 minuti per evitare sovraccarichi al sistema elettrico. Oggi, fortunatamente, le tecnologie ci consentono di fare molto meglio e realizzare cose allora impensabili. Da quel pensiero, il passo è stato breve: è giunto il momento di “riaccendere”, ma per “ben più di nove minuti”, l’interruttore dell’astronave per un lungo viaggio nella divulgazione scientifica.
Un caro abbraccio a tutti voi,
Alberto