Questione di stoffa
Domenica 3 novembre, in prima serata Rai 1, un nuovo titolo della collection “Purché finisca bene”, una favola moderna, una sorta di Romeo e Giulietta in salsa curry con uno straordinario Kabir Bedi e il sorprendente Pierpaolo Spollon
Matteo è un giovane disegnatore che, in attesa di realizzare il sogno di pubblicare una graphic novel, è impegnato nell’attività di famiglia, la storica sartoria Mampresol, con suo padre Orlando e sua nonna Mina, orgogliosi e provetti artigiani. La cliente più importante è la stravagante Serena Ravagnin che, munita di bozzetti da trasformare in abiti, non fa che seminare ansia e dubbi sull’effettiva bellezza e originalità dei capi da loro confezionati. Per la sfilata che la proclamerà stilista deve essere, infatti, tutto più che perfetto. L’equilibrio familiare viene compromesso quando nella stessa strada apre una nuova sartori, la “Deepti’s Taylor”, di proprietà di una famiglia indiana: Dev, sua sorella Rani e lo zio Ramesh. Per la Mampresol comincia una diaspora dei loro più facoltosi clienti a favore degli indiani, ma il colpo di grazia arriva proprio dalla Ravagnin che, attratta dalle sgargianti stoffe esotiche, decide di affidare a loro i bozzetti per la sfilata. Orlando convince Matteo a infiltrarsi nelle linee nemiche per cercare di far fuori la concorrenza, ma presto il ragazzo scopre che i competitor non sono poi così diversi da loro, ma soprattutto che Rani gli fa battere il cuore! Orlando è tuttavia deciso ad andare fino in fondo e con l’inganno introduce un tappeto tarmato nella sartoria rivale, devastando i vestiti della Ravagnin ormai pronti per la sfilata. Riuscirà Matteo a risolvere i dissidi tra le due famiglie, riconquistare la fiducia di Rani e realizzare i propri sogni?
Kabir Bedi
“Gli attori cercano sempre ruoli interessanti, e questo è per me molto speciale. Questo film racconta una storia di italiani e di indiani, mi piacerebbe che arrivasse al pubblico un messaggio positivo, che la collaborazione è la soluzione migliore al conflitto. Per quaranta anni ho cercato, anche grazie al mio lavoro, i rapporti tra questi due popoli. Possiamo imparare tanto dagli altri, da chi è di un’altra cultura. La guerra non serve a nessuno”.
Pierpaolo Spollon
“È la prima volta che affronto un ruolo in cui devo usare la mia lingua, il veneto, e di girare in luoghi a me molto familiari. Sul set mi hanno utilizzato come insegnante! Per me un’emozione molto grande. Sulla sartoria, invece, non ne so proprio nulla… La sceneggiatura presenta molti punti di rottura che trovano una soluzione proprio nei sentimenti, nell’amore. Che dire di Kabir Bedi, è un essere umano che segna la strada per gli altri, è una persona eccezionale, un attore puntuale, disponibile, dotato di un rigore e di un’educazione che oggi stanno andando scemando e invece dobbiamo riappropriarcene. Poi ha questa voce pazzesca che viene dal cielo e dalla terra, c’è qualcosa di spirituale in lui che andrebbe indagato, ha una compostezza e una serenità invidiabili”.
Il regista Alessandro Angelini racconta…
«Le nostre vite sono come stoffe preziose. A volte si creano delle pieghe ma, con abilità e pazienza, è possibile sbrogliare, ricamare, tagliare qualcosa di nuovo e sorprendente, perché le stoffe, proprio come le nostre vite e i legami affettivi che le orientano, hanno bisogno di cura e attenzione per risplendere. Così parla il protagonista della nostra storia al termine del suo percorso di crescita, facendo emergere l’idea che è alla base del racconto; il sapersi trasformare, arricchendosi, attraverso l’incontro con l’altro. “Questione di stoffa” è una favola moderna, una sorta di Romeo e Giulietta in salsa curry, in cui l’amore tra il veneto Matteo e l’indiana Rani, sboccia inatteso nel bel mezzo della guerra tra le due famiglie d’origine. Da una parte i Mampresol, sarti da tre generazioni -dall’altra i Khumar – i cui antenati hanno vestito niente meno che Gandhi -impegnati a contendersi la realizzazione di una sfilata di moda. Chiaro che in gioco non c’è solo il lavoro ma molto di più; il prestigio delle due sartorie. Più le scorrettezze si susseguono, più i due giovani si avvicinano, scoprendosi simili e trovando la forza di liberarsi dai condizionamenti a loro imposti. Nello scambio di colpi, le due famiglie si ritroveranno sconfitte. A vincere non sarà la strategia di Orlando che invia suo figlio a dare lezioni di veneto alla ragazza con lo scopo di sabotare la sartoria indiana e isolarla dalla comunità, come pure inutili risulteranno gli antichi rimedi fatti di limone e peperoncino per “tenere lontane le energie negative” di Ramesh. A vincere, come in tutte le fiabe nel cui DNA si annida il potere magico del e…vissero felici e contenti, sarà l’unione.»
I PERSONAGGI
Matteo | Pierpaolo Spollon
Cresciuto con l’ingombrante padre e la saggia nonna, Matteo ha il sogno di disegnare graphic novel, ma il suo senso del dovere non gli dà il coraggio necessario per emanciparsi dall’impresa di famiglia. Sognatore e introverso, Matteo non è abituato a esprimere le sue emozioni, che preferisce affidare al disegno. Ha infatti, un autentico talento per riportare sulla carta l’anima delle persone, le loro bellezze nascoste e le loro comiche imperfezioni e questa sua dote non è passata inosservata a una nota casa editrice. Matteo non può accettare, però, la proposta di collaborazione perché, dopo la dolorosa morte di sua madre, non vorrebbe che il padre si sentisse nuovamente abbandonato, e poi ha una grande paura di fallire. In qualche modo si sente in colpa per non avere “la stoffa” e la volontà di prendere in mano le redini della sartoria, condannando l’azienda familiare a un futuro incerto. L’incontro con Rani sarà l’occasione per confrontarsi con qualcuno che apprezza sinceramente il suo talento e che, al contrario di lui e nonostante le aspettative familiari, ha avuto il coraggio di seguire la propria strada.
Rani | Beatrice Sandri
Dopo essere arrivata in Italia e aver studiato moda in Accademia, Rani ora lavora nella sartoria dello zio assieme a suo fratello. Come Matteo è animata da una grande passione: è lei ad aver avuto l’idea di portare in Italia i suoi ricami e le preziose stoffe indiane di cui è una fine conoscitrice. Anche per lei la famiglia vorrebbe qualcosa di diverso, per sua madre ormai è “una donna” e quindi è ora che pensi a sistemarsi, ma Rani è determinata a dare il massimo nel lavoro, proprio per dimostrare alla famiglia di essere ben consapevole di quali siano le giuste priorità per se stessa. Combattiva e tenace, sotto la scorza dura della ribelle e della commerciante, Rani nasconde un animo dolce e una sensibilità attenta, cosa che la avvicina moltissimo a Matteo…
Orlando| Nicola Pannelli
Sarto preciso e appassionato, Orlando all’apparenza può sembrare estremamente rigido, soprattutto nei confronti del figlio, a cui non riserva la stessa gentilezza e gli stessi sorrisi che invece rivolge ai clienti. Non riesce a capacitarsi di come Matteo rinunci a mettere il suo talento per il disegno al servizio della famiglia. Forse rivede in lui gli stessi slanci creativi della moglie che non c’è più e questo lo fa soffrire, perché nella sua vita da imprenditore di successo non c’è posto per nessuna debolezza o inquietudine. La verità è che Orlando è un uomo insicuro, con forti difficoltà ad accettare ogni cambiamento e per questo ha bisogno del sostegno di suo figlio e di sua madre Mina, il vero caposaldo dell’impresa di famiglia…
Nonna Mina | Licia Navarrini
Autentica dispensatrice di perle di saggezza, è il punto di riferimento principale della Sartoria Mampresol. Ha visto crescere molti dei suoi attuali clienti, che tratta con benevolenza materna. Dalla mente vispa e curiosa, Mina cerca di mitigare il carattere burbero del figlio. Estremamente paziente e precisa, ha nelle mani un
mestiere antico e prezioso, ma nonostante l’età e l’esperienza è sempre curiosa di imparare qualcosa di nuovo. All’apertura del negozio “concorrente”, cercherà di dissuadere il figlio dalle operazioni di boicottaggio, sapendo che la questione del futuro della loro azienda è ben aldilà di quella competizione…
Zio Ramesh| Kabir Bedi
Nonostante gli anni passati in Italia, Ramesh è rimasto molto legato alle proprie tradizioni religiose e culturali, di cui va orgoglioso. È un pacifista, non apprezza, né incentiva, la competizione che Dev ingaggia con la Sartoria Mampresol e cerca sempre di mediare e di placare gli animi. È un vero saggio, le sue massime sono sempre illuminanti e, al contrario di Orlando, considera ogni cambiamento una fonte di sfida e arricchimento. Ama infinitamente i suoi nipoti, soprattutto Rani, di cui sa cogliere il lato emotivo e sensibile e a cui fa spesso da tenero consigliere. Ha una particolare inclinazione anche per nonna Mina, che vede simile a lui nel ruolo di capofamiglia e di guida illuminata dell’impresa.