Quello che le donne dicono
ILLUMINATE
Martina Stella, Anna Ferzetti ed Euridice Axen sono tre delle protagoniste della nuova stagione della docu-serie in onda su Rai 3 e disponibile su RaiPlay. Alla vigilia dell’8 marzo abbiamo incontrato le attrici impegnate a raccontare rispettivamente Nilla Pizzi, Suso Cecchi D’Amico e le sorelle Fontana
MARTINA STELLA
Donne che raccontano altre donne, cosa le ha lasciato questa esperienza?
È stato un progetto bellissimo, di grande qualità, e sono stata felice e onorata di farne parte. Sono sempre stata una grande spettatrice del programma, e quando dopo una serie di incastri con altri progetti lavorativi sono riuscita a registrare l’episodio, ho percepito una sensazione di magia. Credo che ripercorrere la vita, la carriera, il percorso artistico e umano di Nilla Pizzi, di questa grande artista, regina della canzone italiana, sia stato interessante e molto emozionante.
Come la vita di una persona può “illuminare” quella di un’altra?
Credo che il cinema, la musica, l’arte in generale, illuminino ed emozionino gli altri. In particolare, ripercorrere la vita professionale e umana di artisti meravigliosi, di donne straordinarie dalle vite straordinarie, è sicuramente qualcosa che non può lasciarti indifferente, qualcosa che ti illumina, ti ispira, ti colpisce profondamente.
Cosa l’ha colpita della personalità di Nilla Pizzi?
Conoscevo Nilla Pizzi come cantante, attraverso le sue canzoni e la sua voce inconfondibile ovviamente, ma non conoscevo la sua vita nel profondo, il suo percorso umano e psicologico, grazie a questo programma ho avuto l’opportunità di farlo e sono rimasta affascinata, oltre che dall’inconfondibile talento, anche dalla modernità, dalla determinazione di questa giovane donna che partendo dalla provincia riesce a girare tutto il mondo grazie al suo lavoro, alla sua grande passione, da sola, senza un marito o un uomo che la guidino. Una giovane donna che, in maniera sensibile e intelligente, è riuscita ad abbattere regole e schemi sociali dell’epoca. Una grandissima artista e una grandissima donna.
Pochi giorni e sarà l’8 marzo, cosa rappresenta questo giorno per lei?
È una giornata importante, la giornata internazionale della donna, dei diritti di tutte le donne per ricordare le conquiste sociali e l’importanza delle lotte che tante donne prima di noi hanno affrontato in passato. Sembra una banalità ma l’8 marzo dovrebbe essere celebrato tutti i giorni perché c è ancora tanta strada da fare per contrastare la violenza, gli stereotipi, per educare anche le nuove generazioni alla parità e al rispetto.
ANNA FERZETTI
Donne che raccontano altre donne, cosa le ha lasciato questa esperienza?
Io sono una fan delle donne e non solo perché lo sono, ma perché amo lavorare tra donne, credo che ci possa essere un’alchimia importante e che un gruppo di donne possa fare molto insieme. È stata un’esperienza bellissima e importante, soprattutto poter raccontare una donna come Suso Cecchi D’Amico.
Come la vita di una persona può “illuminare” quella di un’altra?
In tanti modi, secondo me rendere felice qualcuno è uno dei più gratificanti. Per farlo bisogna essere aperti e disposti a impegnarsi, a mettersi in discussione e, in certi casi, da parte. Bisogna supportare emotivamente amici, familiari, o la persona con cui si condivide la vita, incoraggiarli, ascoltarli prima di tutto, ma anche riconoscere le qualità degli altri e illuminarle, valorizzarle, sostenerle, incoraggiarle. Riconoscere le qualità altrui equivale anche a riconoscere se stessi.
Cosa l’ha colpita della personalità di Suso Cecchi D’Amico?
Non ho cercato di rifare Suso Cecchi D’amico, perché è difficilissimo poter essere qualcun altro, ho dato una mia visione ma non era questa la richiesta. Ho cercato di darle una voce più che altro e un volto, ma non somigliante. Però molti aspetti di lei mi hanno colpito: è stata una donna autonoma, con un grandissimo senso dell’umorismo, una donna semplice, diretta, coltissima e anche molto elegante. Ha avuto una carriera straordinaria in un periodo anche difficile, dove il cinema era maschilista, e ha avuto modo di lavorare con tante persone importanti come Rossellini, Zeffirelli, Monicelli, Antonioni, firmando a sua volta de grandissimi capolavori come “Il Gattopardo”, “I Soliti Ignoti”, “Ladri di biciclette”. Credeva nel lavoro di gruppo, che per lei aveva un grande significato e che condivido anche io moltissimo. Credo che questo mestiere, e tanti altri, si debbano fare in gruppo, dove ci si ascolta, dove c’è uno scambio continuo di pareri, dove ci si compensa. È stata una donna che ha amato tantissimo il compagno, nelle tante lettere che gli scriveva emergeva un carattere divertente e un senso dell’umorismo che si percepiva sempre. Ha mandato avanti la casa, i figli, è stata molto presente come madre, riuscendo comunque a lavorare e a prendersi il suo spazio. Sono felice e onoratissima di aver avuto modo di raccontarla. Suso diceva: “Lo sceneggiatore non è uno scrittore, è un cineasta, e come tale non deve rincorrere le parole bensì le immagini, deve scrivere con gli occhi”, ed è così, mi trovo pienamente d’accordo e ho sempre apprezzato questo suo pensiero.
Pochi giorni e sarà l’8 marzo, cosa rappresenta questo giorno per lei?
Da ragazzina consideravo la festa della donna una giornata in cui uscire con le amiche, stare un po’ da sole tra noi, un giorno di svago e divertimento. Poi, naturalmente si cresce, si legge, si cerca di capire perché esiste questa festa, che rappresenta un giorno importante per vari accadimenti. Credo però che ogni giorno sia un giorno buono per festeggiare la donna. Certo, sono molto amareggiata per quello che accade, ho iniziato ad avere paura a stare da sola in giro per le strade, c’è diffidenza. Per me l’8 marzo è più un pretesto che una vera e propria festa. Un pretesto anche per riflettere sulle conquiste politiche, sociali, economiche: bisogna continuare a lottare per tutto questo e per i diritti delle donne.
EURIDICE AXEN
Donne che raccontano altre donne, cosa le ha lasciato questa esperienza?
Di questa esperienza rimane l’incontro, sicuramente, con tutte le donne meravigliose dell’atelier Fontana che mi hanno stupita per la loro apertura e simpatia.
Come la vita di una persona può “illuminare” quella di un’altra?
In tanti modi, ma tutti hanno a che fare con l’amore.
Cosa l’ha colpita della personalità delle sorelle Fontana che ha raccontato nel programma?
La forza di volontà, il coraggio e quel pizzico (anche più di un pizzico) di follia… Se pensiamo al fatto che per tentare la fortuna hanno preso il primo treno che è passato (letteralmente) senza decidere la destinazione… Questa cosa mi è rimasta particolarmente impressa.
Pochi giorni e sarà l’8 marzo, cosa rappresenta questo giorno per lei?
Un’ipocrisia.