Quel suo profondo rispetto della vita

LINO GUANCIALE

Per la seconda volta nei panni del Commissario Ricciardi, personaggio iconico nato dalla penna di Maurizio De Giovanni, autore che ha saputo generare «questa mirabile invenzione», l’attore racconta al RadiocorriereTv il profondo legame con quest’uomo, capace di «trovare una via per affrontare la complessità dell’esistenza e della realtà, nel rispetto più profondo possibile degli altri»

Come nascono i rari sorrisi del Commissario?

Un po’ lo dice Bruno Modo, quando sorride Ricciardi è un evento. In questa seconda stagione succede più spesso, le crepe della diga che abbiamo visto apparire nella prima si aprono inesorabilmente, nonostante egli voglia continuare a mantenere una distanza di sicurezza che protegga gli altri da se stesso, non il contrario. Ricciardi è ormai “vittima” di una forza più grande di lui, ha assaggiato cosa sia il contatto più prossimo con gli altri e non riesce più a farne a meno. Dalla prima all’ultima puntata si vedrà proprio un incremento progressivo dell’apertura verso i propri affetti e la realtà esterna in generale. Questa è una delle cose che amo di più di questa figura, ogni sua manifestazione emotiva o relazionale è autentica, non è certo uno che dispensa sorrisi di cortesia. Per me, da questo punto di vista, è un esempio da seguire perché, come tutti quanti, anch’io non sempre riesco ad avere questa profonda e umanissima schiettezza.

Che esempio di essere umano sarebbe Ricciardi se vivesse nei giorni nostri?

Credo che farebbe lo stesso mestiere, è il modo in cui riesce a mettere a frutto il proprio dono, a dare un senso alla propria resistenza umana e sociale. Ricciardi decide di darsi alla giustizia perché trova che sia quella la maniera per dare sollievo alle manifestazioni che lo perseguitano e che, in qualche modo, infestano la sua vita, rendendola impossibile. Creando giustizia trova che invece, non solo può dare sollievo agli altri, ma anche a se stesso. La sua occupazione sarebbe la stessa, immagino però un Riccardi molto impegnato sul fronte umanitario, magari proprio su cause dedicate all’inclusione, alla sorte degli ultimi della lista. In questo momento, forse, migranti e rifugiati.

Cosa rende questo personaggio così attraente?

La cosa impressionante è il suo enorme senso etico. Ricciardi non è uno distante dagli altri, è in profonda connessione con gli altri. Di tutti i personaggi che ho incrociato sulla mia strada, dalla versione letteraria di Maurizio (De Giovanni, autore dei romanzi dedicati al Commissario Ricciardi), che ha generato questa mirabile invenzione, a tutti quelli di cui ho esperienza, lui è certamente quello più umano di tutti, quello che ha costruito la propria esistenza sul trovare un modo per relazionarsi con il suo dolore e con quello di tutti. Lo fa, però, sempre con un rispetto profondo della vita degli altri, astenendosi dal dare facili giudizi, dalla superficialità e dalle semplificazioni. È questo, forse, che gli rende possibile resistere in un momento storico molto portato a semplificare, a costruire la realtà attraverso slogan, decisamente costruito sull’annichilimento della complessità. È un uomo che, al contrario, riesce a trovare una via per affrontare la complessità dell’esistenza e della realtà, nel rispetto più profondo possibile degli altri. Questa è una grandissima lezione.

Esistono dei punti di contatti tra lei e Ricciardi?

Ci sono, anche se io non sono vittima di una maledizione come quella che è toccata a lui (sorride). Alcune sfumature del mio modo di approcciarmi agli altri, quel rispetto di cui parlavo, in Ricciardi così macroscopico, corrisponde a quello che tento di mettere in pratica nella mia esistenza. In questa forma di discrezione e di attenzione agli altri sta un ponte, un punto di contatto forte tra me e quest’uomo, che è un’idealizzazione dell’antieroe veramente geniale e fulminante. Caratterialmente siamo senz’altro diversi, al dispetto delle apparenze, soffro di un’impulsività maggiore rispetto a quella che Ricciardi evidentemente doma con la forza della ragione (sorride).

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