Quanta vita tra le Stelle

Tra i programmi più amati e popolari della Tv “Ballando” ha raggiunto l’edizione numero diciotto con un cast “alla stars”. La conduttrice al RadiocorriereTv: «Il ballo è protagonista insieme ai personaggi che lo interpretano, con le loro debolezze, la loro forza, la loro vita». Con Paolo Belli, la big band, il grande team Rai dell’Auditorium del Foro Italico di Roma, da sabato 21 settembre in diretta in prima serata su Rai 1

“Ballando” diventa maggiorenne… Milly sta preparando la festa?

Queste sono feste da fare un po’ in silenzio perché porta sempre male celebrarsi. Non è una cosa da fare (sorride). Però è chiaro che sentiamo l’onore e l’onere di essere al diciottesimo anno, non è tanto usuale per i programmi. Ci sono titoli che possono essere in onda da cinquant’anni, ma sono titoli con i contenuti che cambiano. Penso alla serie dei “Fantastico”, ma anche di “Domenica In”, altro successo contemporaneo e di sempre. Però è un titolo che rappresenta uno slot orario e ognuno ci mette dentro il programma che vuole. Con “Ballando” il programma è fisso, ha una sua fisionomia che non è cambiabile, questo rende più complicato rimanere attuali, piacere alla gente. Per questo dobbiamo darci un gran da fare.

Che ricordo ha del debutto, 18 edizioni fa?

Fu all’insegna del grande entusiasmo, se vuoi anche dell’incoscienza. Tutti dicevano che un programma di ballo non sarebbe andato bene in Tv, ma nel nostro caso il ballo non rappresentava un siparietto di snodo all’interno di un varietà, di un one man show, bensì un argomento a cui appassionarsi. A “Ballando” il ballo è protagonista insieme ai personaggi che lo interpretano, con le loro debolezze, la loro forza, la loro vita. Il programma fu un successo dalla prima puntata, non ci fu bisogno di spiegarlo alla gente.

Come si mantiene vivo un format?

Intanto con un cast sempre diverso. Ogni anno devi trovare la soluzione giusta per avere un cast che non ripercorra nulla di quello che è già successo l’anno precedente. E poi ci sono tanti accorgimenti, piccole innovazioni introdotte di edizione in edizione, che non devono però sconcertare il pubblico. Serve cautela, devi rimanere fedele a te stesso con piccoli cambiamenti di scrittura.

C’è chi pensa che dietro alle schermaglie tra concorrenti e giuria ci sia il suo zampino…

Assolutamente no. La nostra è una giuria indipendente, non è guidata con l’auricolare da un autore. Ognuno dei giurati interviene spontaneamente. E se i concorrenti fossero stati in qualche modo imboccati da noi, in diciotto anni qualcuno lo avrebbe detto. Nessuno ha mai condizionato nessuno.

Le è mai capitato di temere che lo “scontro” potesse andare oltre?

Ho grande fiducia nel sentimento Rai 1 che anima tutti noi. Quando si arriva a “Ballando con le Stelle” l’apparato ti dà subito la sensazione di essere in un luogo in cui la nostra storia, la nostra tradizione, il nostro rispetto reciproco sono un fatto assodato nel tempo. C’è quasi una legge non scritta, se non ti comporti in una certa maniera la gente si arrabbia. Il pubblico non vuole trovare su Rai 1 quello che magari trova da altre parti.

Si pensi per una volta concorrente, tra i giurati chi temerebbe di più?

(sorride) Non è un fatto individuale ma corale. Tra loro c’è una dinamica straordinaria, si compensano e si esaltano a vicenda. Li temerei come insieme, sono un insieme compatto, ma che non ha mai intenzioni malvage: quando ti criticano lo fanno per non farti adagiare, per farti tirare fuori la grinta. Stiamo in televisione, non stiamo facendo una gara. La giuria ha ben presente quella che è l’aspettativa del pubblico e sprona i personaggi a dare di più.

Mandiamo in pista i giurati e assegniamo un ballo a ognuno di loro… cosa facciamo ballare a Mariotto e compagni?

Lui è un tanguero appassionato, ma devo dire che il tango è un ballo che si adatta un po’ a tutti. Salvo Carolyn, che è una tecnica e che può davvero ballare quello che vuole. Affiderei a tutti il tango come prova di maturità.

Quanto le fa bene “Ballando”?

Lo trovo un programma straordinario perché nel corso degli anni mi ha messo in contatto con tantissimi personaggi. Ho esplorato storie, ho capito cose delle persone, del loro modo di vivere. Al di là della meravigliosa cornice del ballo, che è anche motore del programma, il lato umano è importantissimo: è un’esperienza istruttiva.

Veniamo al cast 2023…

Abbiamo cercato di fare un cast più che mai “all stars”, cercando di mantenere il più possibile fedeal nostro titolo.Un cast di stelle che sono onoratissima di avere con noi, sono personaggi che ci hanno dato fiducia, che hanno messo la loro professionalità nelle nostre mani: abbiamo il massimo impegno per valorizzarli tutti in maniera straordinaria. La nostra vittoria è quando un personaggio che esce da “Ballando” non solo ha vissuto una bella esperienza dal punto di vista umano e professionale, ma ne esce arricchito come immagine, con ancora più affetto e simpatia da parte del pubblico di quando è entrato.

Chi è il suo ballerino impossibile?

Lo dico da sempre: Richard Gere. Nell’anno in cui iniziammo il programma uscì nelle sale “Shall we dance”, il paradigma di quello che facciamo noi, la storia di una persona normale che trova soddisfazione e realizzazione in una cosa semplice quale è ballare. Avere Richard Gere come ballerino per una notte sarebbe la quadratura del cerchio.

Cosa ballano Milly e suo marito Angelo in una serata tutta loro?

Angelo non è uno da ballo del mattone, da ballo romantico. Il suo genere è “La febbre del sabato sera”, che conosce alla perfezione. A lui piace questo e io un po’ lo seguo (sorride).

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