Pino Rinaldi

Detectives, casi risolti e irrisolti

I casi giudiziari e di cronaca nera più famosi, ma anche quelli poco conosciuti, raccontati attraverso i documenti d’indagine. Protagonisti delle storie sono gli investigatori della polizia di Stato che li hanno seguiti in prima persona. L’ideatore e conduttore del programma al RadiocorriereTv: «I racconti che appassionano maggiormente il telespettatore sono quelli in cui scatta l’identificazione». Da sabato 12 giugno in seconda serata su Rai2

 © Danilo-DAuria

Dove ci condurrà “Detectives”?

Il programma nasce dalla collaborazione tra la polizia di Stato e la Rai e presenterà casi risolti e irrisolti, questi ultimi nell’ottica del Servizio Pubblico. La polizia, infatti, si appellerà direttamente ai telespettatori, a eventuali testimoni, invitandoli a rivolgersi ai suoi agenti.

Storie e casi tra loro anche molto diversi, come li racconterete?

Per quelli che hanno un colpevole seguiamo due strade, l’indagine di polizia e quella di carattere psicologico, cercando di rispondere a due domande: chi è stato e perché l’ha fatto. Racconteremo, ad esempio, la storia del serial killer Maurizio Minghella, ascolteremo il dirigente che ha eseguito le indagini e che ci spiegherà quanto successo, ma incontreremo anche un neuropsichiatra che ci chiarirà perché Minghella uccideva e perché sceglieva donne che erano nel periodo mestruale. Per quanto riguarda i casi irrisolti, per avere uno sguardo lontano rispetto alla polizia italiana, ci avvaliamo di un super profiler, Jim Clemente, che per vent’anni ha lavorato all’FBI a Quantico, in Virginia, autore della serie televisiva “Criminal Minds” e del programma “True Criminal Minds”. Nel corso della puntata, Clemente traccerà il profilo dell’assassino cercando di andare oltre il mero dato cronachistico.

Come raccontate i fatti di sangue?

Prima della sigla riassumiamo in pochi minuti l’oggetto della puntata, sottolineando i punti critici, gli aspetti più interessanti. Si parte in studio dall’indagine, ripercorrendola passo dopo passo. Di fronte alle criticità intervengono la psicologia e i fatti che descrivono il contesto. Nel raccontare l’uccisione di Flavio Simmi, ad esempio, non possiamo tralasciare il contesto criminale romano di quegli anni.

La cronaca è uno strumento centrale del racconto…

Se trattata in maniera intelligente e seria può essere una cartina di tornasole per comprendere meglio la psicologia individuale e collettiva. L’artefice di un delitto non vive in una campana di vetro. Analizziamo il contesto sociale, i valori, le sensibilità. Il fattaccio letto in maniera intelligente è un segnale importantissimo per comprendere e per comprenderci. Quella linea che separa la normalità dalla non normalità, il comportamento civile da quello criminale, e può essere superata da chiunque, ahimè, e dipende da una serie di fattori. Per questo utilizzo in maniera molto forte la dimensione psicoanalitica, il contesto.

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