Pino Rinaldi
Detectives, casi risolti e irrisolti
I casi giudiziari e di cronaca nera più famosi, ma anche quelli poco conosciuti, raccontati attraverso i documenti d’indagine. Protagonisti delle storie sono gli investigatori della polizia di Stato che li hanno seguiti in prima persona. L’ideatore e conduttore del programma al RadiocorriereTv: «I racconti che appassionano maggiormente il telespettatore sono quelli in cui scatta l’identificazione». Da sabato 12 giugno in seconda serata su Rai2
Dove ci condurrà “Detectives”?
Il programma nasce dalla collaborazione tra la polizia di Stato e la Rai e presenterà casi risolti e irrisolti, questi ultimi nell’ottica del Servizio Pubblico. La polizia, infatti, si appellerà direttamente ai telespettatori, a eventuali testimoni, invitandoli a rivolgersi ai suoi agenti.
Storie e casi tra loro anche molto diversi, come li racconterete?
Per quelli che hanno un colpevole seguiamo due strade, l’indagine di polizia e quella di carattere psicologico, cercando di rispondere a due domande: chi è stato e perché l’ha fatto. Racconteremo, ad esempio, la storia del serial killer Maurizio Minghella, ascolteremo il dirigente che ha eseguito le indagini e che ci spiegherà quanto successo, ma incontreremo anche un neuropsichiatra che ci chiarirà perché Minghella uccideva e perché sceglieva donne che erano nel periodo mestruale. Per quanto riguarda i casi irrisolti, per avere uno sguardo lontano rispetto alla polizia italiana, ci avvaliamo di un super profiler, Jim Clemente, che per vent’anni ha lavorato all’FBI a Quantico, in Virginia, autore della serie televisiva “Criminal Minds” e del programma “True Criminal Minds”. Nel corso della puntata, Clemente traccerà il profilo dell’assassino cercando di andare oltre il mero dato cronachistico.
Come raccontate i fatti di sangue?
Prima della sigla riassumiamo in pochi minuti l’oggetto della puntata, sottolineando i punti critici, gli aspetti più interessanti. Si parte in studio dall’indagine, ripercorrendola passo dopo passo. Di fronte alle criticità intervengono la psicologia e i fatti che descrivono il contesto. Nel raccontare l’uccisione di Flavio Simmi, ad esempio, non possiamo tralasciare il contesto criminale romano di quegli anni.
La cronaca è uno strumento centrale del racconto…
Se trattata in maniera intelligente e seria può essere una cartina di tornasole per comprendere meglio la psicologia individuale e collettiva. L’artefice di un delitto non vive in una campana di vetro. Analizziamo il contesto sociale, i valori, le sensibilità. Il fattaccio letto in maniera intelligente è un segnale importantissimo per comprendere e per comprenderci. Quella linea che separa la normalità dalla non normalità, il comportamento civile da quello criminale, e può essere superata da chiunque, ahimè, e dipende da una serie di fattori. Per questo utilizzo in maniera molto forte la dimensione psicoanalitica, il contesto.