Peppino Mazzotta
Fazio? Si faccia una famiglia
Il RadiocorriereTv incontra l’amato attore calabrese, tra i protagonisti, da oltre vent’anni, de “Il Commissario Montalbano”. “Nessuno di noi si aspettava di fare per tanto tempo il personaggio che gli era stato affidato allora – afferma – Il rapporto che si crea è curioso, Giuseppe Fazio per me è un po’ come un parente e i parenti sono oggetto di un amore incondizionato, ma a volte anche di un po’di tensione”
A oltre vent’anni dalla prima stagione come sta l’ispettore Fazio?
Bene, è un personaggio cresciuto nel tempo, un po’ per mano di Andrea Camilleri che lo scriveva, un po’ grazie agli sceneggiatori che gli hanno dato sempre più spazio. Penso che sia un personaggio che abbia fatto breccia nell’affetto del pubblico.
Come è cambiato, nel tempo, il suo vivere il personaggio?
Non è facile dirlo, dopo tanti anni non si riesce più a distinguere dove inizi l’uno e dove finisca l’altro. È cambiato perché sono cambiato io, sono cresciuto, quando ho iniziato ero un ragazzino e oggi sono un adulto. Nel frattempo è anche cambiato Giuseppe Fazio per come è scritto, ha sempre avuto più spazio a fianco del commissario. Continua a non avere una vita privata, è un personaggio dalla funzione narrativa precisa, come accade nei gialli, il suo compito è quello di stare a fianco dell’investigatore.
Due puntate dal sapore particolare, quelle del commissario Montalbano che stanno andando in onda. Senza il maestro Andrea Camilleri, senza il regista storico Alberto Sironi, senza lo scenografo Luciano Ricceri
Per noi questo è un anno un po’ diverso da tutti gli altri, perché tre papà della serie sono andati via, erano i papà più importanti, quelli che l’hanno creata. Rispetto al passato, quando la trasmissione delle puntate era un momento di gioia, c’è un po’ di dolore, che abbiamo vissuto un po’ per conto nostro e un po’ tutti insieme.