Paola Quattrini
Tutta l’emozione di un applauso
Il teatro riparte. Tra le prime protagoniste a calcare nuovamente la scena c’è l’attrice romana, in cartellone al Manzoni di Roma fino al 23 maggio con “Oggi è già domani” di Willy Russell per la regia di Pietro Garinei. «Il palcoscenico è un posto sicuro in cui sognare e vivere altre storie – afferma – Vivendo le storie degli altri si vive meglio la propria»
Cosa significa tornare sul palcoscenico dopo un anno tanto difficile?
Il tempo si è dilatato, confuso, mi sembra trascorso più di un anno. La gioia è grande, come grande è il senso di responsabilità. Credo di essere tra le primissime a farlo, avverto un peso che è una gioia, la dolce responsabilità di non deludere il pubblico e di non fargli perdere la voglia di andare a teatro, perché il teatro è un posto sicuro in cui sognare e vivere altre storie. Vivendo le storie degli altri si vive meglio la propria.
Con “Oggi è già domani” in che mondo ci porta?
“Oggi è già domani” è una commedia davvero giusta per questo particolare periodo. Parla di una donna, Dora Valenti, che vive a Codigoro, un piccolo paese del ferrarese. Dora era piena di speranze, di sogni, di gioia di vivere, ma in famiglia hanno fatto di tutto per farglieli spegnere. Il marito vive con lei, ma non le dimostra più amore, gentilezza, i figli sono distratti e villani. In scena sono da sola, ma sembra che parli con tanti personaggi. Dora si sfoga con il muro della cucina, è proprio il muro a trattenerla dal mandare a quel paese il marito. Riesce a essere paziente fino a un certo punto, quando decide di fare un viaggio in Grecia. Il resto è tutta una sorpresa. Quando me lo propose la prima volta Pietro Garinei lo lessi tutto d’un fiato, come fosse un giallo. Il messaggio è chiaro, bisogna volersi bene, essere più gentili, parlare. Il testo ha in sé tanta voglia di rinascita, di vita, un desiderio che nessuno deve spegnere.
Come viene raccontata la donna nel teatro di oggi?
A volte viene ridicolizzata. Se ne parla tanto, ma in realtà il suo ruolo è sempre in lotta, non è che sia cambiato molto. L’uomo ha sempre la meglio, anche in teatro. Anche le parti più belle sono sempre maschili, per questo quando trovi il personaggio femminile che ti dice qualcosa è una grande gioia.
Come vive la dimensione del cambiamento, della rinascita, che valore assumono questi due concetti nella sua vita?
Per me ogni giorno è una rinascita. Nonostante i miei anni sono una donna che guarda molto avanti, e forse è questo a rendermi così vitale e giovane. Faccio fatica a guardare indietro, mi spaventa. Ho fatto talmente tante cose che mi sembra di avere duemila anni (sorride). Mi piace guardare avanti e pensare ai progetti. I progetti e la libertà sono la cosa più importante della vita.