Non solo animazione
Dal 2009 è il direttore artistico di “Cartoons On The Bay”. Il RadiocorriereTv ha intervistato Roberto Genovesi: «Crossmedialità e transmedialità, una ragnatela di collegamenti sia per la costruzione della narrazione sia per la gestione economica dei progetti»
Ritorna “Cartoons”, pronto per l’evento?
L’obiettivo di “Cartoons On The Bay” è quello di studiare i nuovi scenari dell’animazione, e di tutto ciò che le ruota intorno, sia in termini di linguaggi sia di contenuti. Anche quest’anno aggiungiamo un tassello in più al mosaico che stiamo costruendo ormai da tanti anni, in particolar modo fermiamo la nostra attenzione sul fenomeno della transmedialità e dei metaversi, che sono sempre più frequentati dai bambini e di cui non possiamo più non tener conto, come abitudini del nostro ipotetico target.
Metaverso, creatività, animazione, qual è il punto d’incontro?
La crossmedialità e la transmedialità, la capacità di costruire sin dall’inizio progetti che contemplino tutti questi ambienti e questi linguaggi. È ormai impossibile, sia dal punto di vista artistico sia manageriale e produttivo, immaginare delle cose che riguardino solo uno di questi universi, di questi linguaggi, di questi mondi. Ormai è tutta una ragnatela di collegamenti necessaria sia per la costruzione della narrazione sia per la gestione economica del progetto.
“Cartoons On The Bay” anche quest’anno ha lanciato la sfida ai creativi e ai produttori di tutto il mondo. Tra pochi giorni la consegna dei Pulcinella Awards. Che risposta c’è stata?
Siamo al secondo anno dopo la pandemia e abbiamo confermato, se non aumentato, i numeri della scorsa edizione. Abbiamo superato abbondantemente le 300 opere in concorso e sono rappresentati più di 50 Paesi. La risposta è stata ottima. Quest’anno abbiamo rafforzato ulteriormente l’area professional, e quindi gli incontri con produttori, broadcaster e professionisti del settore, per evidenziare ancora di più i processi economici che sono alla base di quello che per noi, apparentemente, in superficie, è soltanto un bellissimo spettacolo visivo. In realtà dietro c’è una programmazione che vede in campo soggetti economici e commerciali di alto livello.
Paese ospite sarà la Germania. Cosa scopriremo della produzione tedesca?
Intanto scopriremo che Italia e Germania hanno una lunga storia di collaborazione nel settore dell’animazione. Ci sono molte serie Tv che vanno in onda sui broadcaster tedeschi e su Rai Gulp e Rai Yoyo che nascono da coproduzioni e corealizzazioni. La Germania è anche uno dei Paesi più importanti a livello europeo per quanto riguarda i budget di realizzazione dei prodotti d’animazione ed è importante che questa storia di collaborazione, di cammino comune con l’Italia, si rafforzi sempre di più. Credo che la scelta di avere la Germania come Paese ospite possa essere uno strumento per confermare questa linea.
Ospiti stranieri e italiani di fama internazionale…
Avremo Peter Lord, Ari Folman e Ian Mackinnon, che sono nomi monumentali dell’animazione internazionale, ma avremo anche Bruno Bozzetto e Altan, che saranno a Pescara uno per presentare il suo nuovo cortometraggio e l’altro per ricevere il premio Sergio Bonelli. La presenza degli autori e dei registi italiani a “Cartoons” è quasi una routine, abbiamo ogni anno i più importanti e validi registi, showrunner e animatori.
Come è cambiato negli anni “Cartoons on the Bay”?
C’è stato un primo cambiamento epocale quando nel 2009 l’allora Rai Trade, oggi Rai Com, mi chiamò alla direzione del Festival con una mission aziendale nuova rispetto a quella originaria. “Cartoons” era nato per essere vetrina della produzione italiana, ma da quell’anno mi si chiedeva di trasformarlo in uno strumento di scouting per raccontare a chi faceva animazione come stava cambiando lo scenario economico, produttivo, dei linguaggi e dei contenuti dell’animazione stessa. L’asticella è salita ogni anno, e oggi Cartoons è un festival che considera l’animazione come un protagonista di un grande disegno in cui ci sono altri protagonisti a pari livello, come i videogiochi, i fumetti, i giochi da tavolo, i social, il mondo di Internet. Abbiamo preso atto che il target di riferimento non è più un pubblico seduto sul divano che aspetta di essere meravigliato dal racconto statico, ma un grande mosaico di isole multimediali mobili, che sono i bambini, che si muovono velocemente attraverso gli strumenti tecnologici e che noi siamo obbligati a raggiungere.
Fiore all’occhiello dell’edizione la mostra dedicata a Monica Manganelli…
Quando ho scoperto le sue opere sono rimasto sbalordito. Non solo per l’originalità, ma per la competenza e lo spessore culturale che ci sono alla base di quei lavori. Talvolta, fare un disegno o creare qualcosa, non significa avere una base d’appoggio culturale, ma semplicemente avere estro. Monica Manganelli ha un grande substrato di formazione culturale nel mondo del teatro, del cinema. Ho ritenuto necessario realizzare questa mostra anche perché Manganelli all’estero è molto conosciuta, essendo scenografa di alcuni dei progetti più importanti degli ultimi decenni.