Nella vita di Donatella
AMBROSIA CALDARELLI
«Ho sentito il peso della responsabilità, ma anche la consapevolezza di vivere una opportunità importante. Mi sono sentita molto fiera di avere avuto la possibilità di interpretare una donna che, seppure nel dramma, ha contribuito a un cambiamento epocale nella società italiana» racconta al RadiocorriereTv la giovanissima attrice, protagonista con Greta Scarano di “Circeo”, il martedì in prima serata su Rai 1
Quanta fatica c’è stata per entrare nei panni di Donatella Colasanti, una donna che ha avuto un vissuto così pesante?
Dal punto di vista emotivo è stato un viaggio davvero impegnativo, non potevo mai perdere di vista il rispetto verso una persona realmente esistita. Non ho avvertito fatica, certamente sentivo il peso della responsabilità, ma anche la consapevolezza di vivere un’opportunità importante. Mi sono sentita molto fiera di avere avuto la possibilità di interpretare Donatella Colasanti, una donna che, seppure nel dramma, ha contribuito a un cambiamento epocale nella società italiana.
Dal provino al set, che esperienza è stata “Circeo”?
Ricordo che avevo mandato un video per partecipare ai provini, senza però pensarci più di tanto. Mi hanno richiamato per vedermi dal vivo, per un provino con il regista, e mi sono resa conto che per questo ruolo stavano provinando tantissimi ragazzi. Più andavo avanti nella selezione, più mi rendevo conto che mi stavo affezionando alla storia. Alla fine, ho cominciato anch’io a credere che avrei potuto farcela. E così è stato. Alla mia carriera auguro di prendere parte sempre di più a progetti come “Circeo”, una tappa importante del mio percorso professionale.
Quali sono state le indicazioni del regista per entrare nella vita di Donatella Colasanti?
Sono stati mesi molto intensi sul set, il regista Andrea Molaioli mi ha lasciato molta libertà, si è sempre preso cura di me, aveva a cuore la mia opinione sulle scene, mi chiedeva sempre come volessi raccontarle. Sono stata seguita e sostenuta passo dopo passo sia da Andrea che da Greta, da loro ho ricevuto molti consigli, non solo a livello attoriale, ma su come affrontare il lavoro dal punto di vista emotivo. Tutto questo è stato fondamentale, mi ha tranquillizzato molto.
Spesso si accusano le donne di non fare squadra, Greta Scarano ha invece parlato di “sorellanza”…
Con Greta non abbiamo avuto bisogno di dire niente, è stato tutto naturale. Il carattere di entrambe ha reso possibile stringere un legame molto stretto tra noi, che ha certamente permesso di rendere veritiero il rapporto tra Donatella e Teresa. Quando nella vita reale si va d’accordo, il resto va da solo…
Una serie al femminile…
Lo sguardo femminile è presente ovunque nella serie, a partire dalla sceneggiatura. Raccontiamo il movimento femminista e la sua capacità di scendere in campo e lottare per i diritti delle donne, la stessa Donatella non rinunciare alla sua battaglia, e la sua avvocata, Teresa Capogrossi, porta la voce delle donne nelle aule dei tribunali.
Conosceva la storia del massacro del Circeo e quello che è accaduto dopo?
Vivendo a Roma ne avevo sentito parlare anche dai miei genitori, ma non sapevo molto di Donatella Colasanti. La serie mi ha dato l’opportunità di conoscerla, di entrare nella sua vita, nelle sue emozioni. Ha fatto una scelta forte, nonostante tutto quello che le era capitato, è andata avanti, non come una vittima o una sopravvissuta, ma come una persona che voleva giustizia. Ha sempre combattuto in prima persona, dentro e fuori dai tribunali.
Una ragazza così giovane…
…così coraggiosa. La sua forza mi ha colpito molto, mentre tutti le consigliavano di lasciar perdere, lei che era una “sempliciotta” di borgata, ci ha messo la faccia e il suo coraggio ha cambiato la storia italiana. Spero che il pubblico voglia vedere la serie, che i giovani possano comprendere il valore di storie come quella di Donatella, così drammaticamente attuale. Questa donna è un esempio per tutte le donne, il suo gesto ha insegnato che, di fronte alla violenza, ai soprusi non bisogna far finta di niente, si deve rispondere, si deve lottare per affermare se stesse e non farsi mai dire cosa si può o non può fare.