Nella nuova grande casa delle notizie

Nel quartiere generale di Saxa Rubra a Roma incontriamo Paolo Petrecca, a capo della grande redazione che realizza il canale televisivo all news, il sito informativo rainews.it e il televideo. Il direttore ci apre le porte del nuovo studio disegnato da Renzo Piano: «Un rinnovamento nell’idea, nei materiali, nella colorazione». Immutata la mission di Servizio Pubblico: «Il nostro mestiere è il racconto della verità, qualunque essa sia, senza gettare chi ci segue nel panico e senza dire menzogne»

Rai News 24 da pochi giorni ha una nuova casa, lo studio disegnato dal maestro Renzo Piano, riconoscimento importante per il canale all news della Rai. Come nasce questo incontro?

Da un dialogo casuale, amichevole, tra Renzo Piano e l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes. Piano, che ha definito Rai News un ponte verso le notizie, da lui utilizzato nei suoi frequenti viaggi all’estero, ha ridisegnato lo studio insieme agli architetti Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, e la cosa ci rende particolarmente orgogliosi. Un rinnovamento nell’idea, nei materiali, nella colorazione.  L’utilizzo del legno di ciliegio ci dà la sensazione di entrare in un salotto, in un luogo caldo. Centrale è la newsroom, in trasparenza, con i giornalisti al lavoro, elemento distintivo di Rai News 24. E soprattutto c’è un grande specchio, in studio, sul quale si riflette il lavoro dei cameramen e del personale tecnico. Giornalisti, tecnici, notizie, conduttori, è una squadra che dà il prodotto finale al quale lavoriamo tutti i giorni dell’anno.

Ogni progetto nasce da un confronto, come è andata con Piano?

Il grande architetto fa il progetto, che deve poi integrarsi con il mondo televisivo, con le esigenze tecniche. Insieme al comparto tecnico, a Marco Silenzi e Paolo Poggio, vicedirettore e caporedattore centrale, che hanno lavorato molto al confezionamento finale, abbiamo indicato alcune modifiche, sempre in grande sinergia con il team di Renzo Piano. Ho la fortuna di essere un frontman, di guidare una squadra motivata, cosa che ci consente di portare le notizie a casa della gente con grande determinazione, ma anche con grande semplicità. Lo facciamo in un ambiente molto più caldo di quello precedente, un po’ diverso da quelli che sono gli studi televisivi dei telegiornali.

Il covid e l’emergenza sanitaria, quindi la guerra, la crisi politica e il voto. Com’è stato raccontare tutto questo in modo ininterrotto, nelle 24 ore, agli italiani?

Sono passati quasi tre anni dal primo segnale del covid. In quel periodo ero già vicedirettore e il direttore Antonio Di Bella mi aveva delegato la gestione delle emergenze. È stato complicato. Anche  noi giornalisti, come i medici, ci siamo trovati sul campo e l’emergenza era costantemente dietro l’angolo. Ci sono state giornate, soprattutto nella prima fase, in cui a causa del propagarsi del virus abbiamo dovuto svuotare improvvisamente la regia o la newsroom. All’inizio non c’erano strumenti di protezione, le mascherine, i tamponi. Cercando di trovare qua e là qualche buona notizia, abbiamo raccontato un mondo devastato in cui la gente non sapeva come fare a uscire di casa, in cui c’erano le polemiche sui green-pass ed era fondamentale difendersi dalle fake news. Il nostro mestiere è il racconto della verità, qualunque essa sia, senza gettare chi ci segue nel panico e senza dire menzogne. È stato difficile cercarla in mezzo a tanta confusione, facendo poi da filtro con i telespettatori. Dal campo di battaglia del covid siamo passati a quello ucraino, e tutto questo ci ha portato in una crisi economica che definirei la prova finale. Ora dobbiamo impegnarci a raccontare presente e futuro.

I dati Auditel confermano come Rai News 24 sia entrata nella quotidianità del pubblico Tv…

Il canale ha ascolti sorprendenti mentre solo 15 anni fa eravamo una nicchia. La nostra rassegna stampa del mattino raggiunge il 3 per cento di share. Nel corso della notte, tra le 2 e le 6.30, siamo in onda su Rai 1 e consegniamo alla rete share con punte fino al 15 per cento. Un bel risultato.

Tra le grandi sfide lanciate, e vinte, c’è rainews.it, il sito dell’informazione Rai…

È il sito di tutta la Rai, sta andando molto bene ed è motivo di grande soddisfazione per me e per il vicedirettore Diego Antonelli. Ogni giorno raggiungiamo tra il milione e mezzo e i tre milioni di persone e abbiamo avuto punte anche di sette milioni. La crescita è continua, stiamo raccontando in modo capillare la guerra in Ucraina, abbiamo raccontato la crisi del governo Draghi, la campagna elettorale, il voto. Ci seguono sempre più i giovani, motivo per cui abbiamo ulteriormente potenziato la nostra redazione sportiva e lavoriamo molto sui video. Segnalo anche la forte interazione Rainews.it/Rainews24.

A chi parla Rai News 24?

Bisogna parlare ai giovani senza mai dimenticare il nostro pubblico più adulto, quello che guarda la televisione quotidianamente. Puntiamo sulla semplicità, sulla riscoperta dell’italiano, su input grafici che siano d’ausilio al racconto. Abbiamo cambiato la titolazione, rendendola più immediata e incisiva, e stiamo lavorando per creare una redazione titoli. Per quanto riguarda i giovani, e i giovanissimi, abbiamo dato più spazio al Tg Kids. L’idea è di parlare loro con un maggiore ausilio delle grafiche e delle immagini.

Da quindici anni in questa redazione, quali sono i momenti di questo viaggio che ti sono più cari?

Entrai in Rai con il contratto biennale dopo otto anni di precariato e non fu una passeggiata (sorride). I miei ricordi più belli sono legati alla rassegna stampa serale, che conducevo e avevo impostato come un vero e proprio talk. La rassegna è stata un grande trampolino di lancio anche per molti degli ospiti che ci sono passati e oggi vengono chiamati in tutte le tv. I ricordi sono tanti e molti di questi drammatici, penso al terremoto de L’Aquila, al crollo della torre di controllo nel porto di Genova, al naufragio della Costa Concordia. Da direttore, invece, il momento più brutto è stato quando ho ricevuto la telefonata con la quale mi si informava dello scoppio della guerra in Ucraina, di notte, ed siamo andati subito in onda con quelle terribili immagini.

Cosa auguri al canale che dirigi e ai suoi spettatori?

L’augurio è che si continui così, con lo stesso entusiasmo che instillò Roberto Morrione, primo direttore. Mi auguro anche che il pubblico non si disaffezioni mai e che anche grazie a questa nuova casa disegnata da Renzo Piano sia sempre più legato a noi.

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