Nel segno di un padre

VINCENZO FERRERA

“Al contrario dei suoi familiari che hanno scelto la vita della lotta, Antonio ha smesso di combattere, perché è morto dentro. Il suo cuore si è spezzato. La sua vicenda aggiunge tristezza alla tragedia” commenta l’attore napoletano che, dopo il grande successo di “Mare Fuori”, interpreta il papà della ragazza scomparsa e uccisa nella serie “Per Elisa”

Una storia così privata, eppure così esemplare…

Girare a Potenza ha avuto un suo perché, è una città che porta assolutamente il peso di questa storia. Abbiamo girato d’inverno, con il freddo e con accanto sempre lo spettro della Chiesa della Santissima. Dal punto di vista dell’emotività è stato abbastanza pesante, ma ha agevolato il nostro mood per entrare nei personaggi. Siamo stati nelle vie nelle quali tutto è iniziato, abbiamo respirato quelle atmosfere…

Cosa l’ha colpita di questa vicenda?

Mi ha toccato nel profondo l’assoluta follia di questa storia, che ha devastato una povera famiglia umile che non meritava tutto questo. Com’è possibile che una famiglia si possa ritrovare nella condizione di perdere una figlia, una sorella, essere catapultata all’interno di una rete di depistaggi, per scoprire solo dopo diciassette anni che il suo corpo era stato “custodito” nel sottotetto di una Chiesa? Com’è possibile che la città non si sia messa a disposizione di questa famiglia, e che, al contrario, l’abbia tradita? Su questa vicenda sono calati il silenzio e il velo dell’omertà.

Il male non è sempre e solo nelle mani di un assassino. C’è qualcosa di più profondo nella storia di Elisa Claps?

Quello che colpisce non è tanto la figura del serial killer, Danilo Restivo era un ragazzo malato, con evidenti problemi psichici, ma ciò che si è creato attorno a lui per proteggerlo e tacere chissà quali segreti. È sconvolgente che la città abbia assunto un atteggiamento paramafioso… tutti conoscevano Danilo Restivo, quella stessa persona che sugli autobus tagliava i capelli alle ragazze e se li portava a casa. 

Eppure, nessuno ha voluto cercare la verità…

Se tutti avessero fatto la propria parte, probabilmente Heather Barnett, la donna inglese uccisa da Restivo, si sarebbe potuta salvare.

Il libro di Tobias Jones offre una base importante al racconto di “Per Elisa”…

Questo volume ha il merito innanzitutto di aver riacceso un faro su una vicenda che, come spesso accade nel nostro Paese, era stata dimenticata e offre un riconoscimento importante alle lotte della famiglia Claps. Spero che la serie faccia il resto e che venga apprezzata tanto quanto il libro.

Cosa ci può raccontare di Antonio Claps, il papà di Elisa?

Non ho avuto la possibilità di incontrarlo e parlare con quest’uomo, che purtroppo è scomparso tempo fa, ma ho visto l’intensità delle emozioni quando Filomena ha conosciuto l’attrice che ha interpretato Elisa, o quando Gildo ha incontrato Gianmarco Saurino… sarebbe stato difficile per me fare domande a un uomo al quale è stata strappata la figlia. Antonio è stato consumato dalla disperazione, da padre di un ragazzo di quindici anni posso solo comprendere. Al contrario dei suoi familiari che hanno scelto la vita della lotta, lui ha smesso di combattere perché è morto dentro. Il suo cuore si è spezzato, ha vissuto in preda alla depressione, la sua vicenda aggiunge tristezza alla tragedia.

Com’è entrato dentro questa vita?

In maniera molto semplice, immaginare la perdita del proprio figlio ti spinge inevitabilmente a provare empatia. Credo di aver interpretato questo ruolo con grande verità e con sincerità, mettendoci tutto quello che potevo. Ho pensato tanto a mio figlio.

 “Una fiction non è un tribunale” recitava un titolo di giornale. La tv può, però, smuovere le coscienze, indurre una riflessione. Qual è il potere di un racconto per immagini di questa portata?

Intanto è fondamentale continuare a parlarne, cercare di fare chiarezza su una vicenda piena di lati oscuri. È doveroso nei confronti della famiglia Claps.

Il titolo “Per Elisa” è una sorta di omaggio a questa vita spezzata che, in qualche modo, rimanda alla melodia di Beethoven che tutti conosciamo, facile da riprodurre, come semplice sarebbe stata la soluzione del caso Claps, ancora oggi un mistero…

Una melodia riconoscibile e molto infantile che tutti impariamo a suonare alle scuole medie, che però cozza con un evento così complicato, una storia assolutamente unica e così nebulosa. A pagarne le conseguenze è stata anche la città. Potenza sente tutto il peso di questo nero attorno a sé.

Cosa la deve colpire, da attore, di una storia?

Devo trovare una verità di fondo, non deve sottostare ai vari cliché della fiction. Devo dire che sono stato molto fortunato perché sia “Mare fuori”, sia “Per Elisa” sono storie che si distinguono per la verità totale, per la sincerità con cui gli attori recitano, per la scelta di non andare dietro a facili stereotipi. Sono racconti che non fanno sconti a nessuno.

Questa è una co-produzione internazionale. Arriverà il messaggio giusto anche all’estero?

Con “Mare Fuori” ci siamo assolutamente riusciti, riunire le famiglie e far passare un messaggio assolutamente educativo. Penso che sarà così anche con “Per Elisa”, una storia talmente tragica e molto commovente che colpirà le corde emotive di tutti, pubblico italiano e internazionale.

Cosa restituisce all’uomo il mestiere dell’attore?

Sarebbe facile rispondere “la possibilità di interpretare altri personaggi per non essere se stessi nella vita”, il che è anche vero, perché ciascuno di noi si porta dietro un proprio lato oscuro che noi attori possiamo esorcizzare con il mestiere. Il mio lavoro mi dà certamente la grande soddisfazione di pensare che avevo ragione io nell’intraprendere gli studi nel teatro, mi dà una gioia enorme, perché faccio il lavoro che amo e mi pagano per questo. Con gli ultimi lavori il mestiere è diventato per me quasi una responsabilità etica. Grazie e “Mare Fuori” ricevo moltissimi messaggi di persone che desiderano diventare “educatori” proprio come il mio personaggio Beppe, un ruolo talmente bello che fai fatica a lasciarlo.

Continua a leggere il Radiocorriere Tv N.44