NEK
Liberi nell’arte
«L’arte è ascolto, è condivisione, crea unione e rappresenta un universo sconfinato dove non esiste il male» racconta l’artista impegnato per la quarta volta nella conduzione di “Dalla strada al palco”. Al suo fianco, in prima serata su Rai 1 da venerdì 10 gennaio, Bianca Guaccero
Nuovo anno, nuova edizione di “Dalla strada al palco”. Tante novità…
Con grande emozione mi sento pronto… o quasi (ride). Siamo giunti alla quarta edizione, un traguardo importante che dimostra quanto l’attenzione del pubblico e della Rai sia cresciuta nel tempo. Quest’anno il programma fa un salto di qualità: siamo stati promossi su Rai 1. È un passo significativo, che ci permette di “indossare il vestito da sera”, quello delle grandi occasioni. Di fronte a sfide così importanti non ci si sente mai del tutto preparati, ma sia io che Bianca faremo del nostro meglio per regalare al pubblico qualche ora di spensieratezza e leggerezza.
Non è la sua prima esperienza come conduttore. Come vive questo ruolo?
Lo considero un piacevole percorso “parallelo” alla mia carriera musicale, che risponde al mio continuo desiderio di imparare e di mettermi alla prova. Sono sempre aperto alle novità, e questa curiosità mi accompagna da oltre trent’anni, anche nella musica. La creatività, per fortuna, è un mondo senza confini: non si smette mai di fare nuove scoperte, di affinare il proprio talento e di svelare lati inaspettati di sé, sia a livello personale che professionale. Questo ruolo, infatti, mi permette di esplorare e crescere, offrendo sempre qualcosa di nuovo al pubblico e a me stesso.
Al suo fianco Bianca Guaccero… che coppia sarete?
Bianca, come me, si metterà completamente al servizio del programma, un po’ come fa un musicista quando si dedica a una canzone: usa il proprio talento e le proprie competenze per arricchire il brano, senza cercare di rubare la scena. Diversamente, chi punta solo a mettersi in mostra finisce per essere un virtuoso fine a se stesso, che non lascia davvero il segno. Io e Bianca cercheremo di accogliere il pubblico con calore e di essere il ponte ideale tra gli artisti di strada – che sono i veri protagonisti dello show – e le persone che hanno deciso di trascorrere il loro tempo in nostra compagnia. Il nostro obiettivo è valorizzare al massimo le performance e creare un’atmosfera autentica e coinvolgente per tutti.
Cosa avete in serbo per noi?
A parte la doppia conduzione, che rappresenta un valore aggiunto, accanto ai “passanti” – diversi in ogni puntata e provenienti dal mondo dello spettacolo – che, per la prima volta, saranno chiamati a esprimere, ogni puntata, il loro voto e giudizio sulle performance degli artisti in gara, proprio come il pubblico in studio che voterà con il proprio telecomando. Una bella novità sarà la presenza dei nostri osservatori speciali: i bambini. Saranno lì, tra gli spettatori-giudici, a esprimere la loro meraviglia di fronte a un’esibizione artistica, proprio come accade per strada quando un performer cattura la loro attenzione. Con questa nuova edizione di “Dalla strada al palco”, vogliamo creare un vero e proprio varietà d’arte, con ospiti “speciali” che affiancheranno gli artisti di strada, raccontando insieme i loro sogni nel cassetto; ci saranno artisti internazionali fuori gara che impreziosiranno lo spettacolo con performance straordinarie. Ma, soprattutto, ci saranno le storie. Le storie degli artisti che decidono di mettersi in gioco, con il loro talento e la loro passione, su questa grande piazza di Rai 1.
Che storie ascolteremo?
Ascolteremo storie di riscatto nei confronti di una vita che ha segnato pesantemente la vita di questi talenti, e che hanno trovato nell’arte una splendida via di salvezza. Durante le tre edizioni precedenti, ho avuto la fortuna di entrare in contatto con tanti artisti che sono stati letteralmente “salvati” dall’arte, riscoprendo una libertà autentica proprio in un angolo di piazza o lungo il lato di una strada. Devo ammettere che, inizialmente, anche io appartenevo a quel gruppo di spettatori un po’ superficiali che, osservando le loro esibizioni, pensava: “Non avranno avuto altra scelta nella vita, purtroppo”. Ma mi sbagliavo. La maggior parte di loro ha scelto consapevolmente quel palco: una scelta di libertà, per sfuggire alle scomodità e ai compromessi di una vita artistica legata ai meccanismi rigidi dello show business. Sono storie di coraggio, di passione e di amore per l’arte, che meritano di essere ascoltate e celebrate.
Se il mondo fosse un grande teatro a cielo aperto…
… sarebbe un luogo meraviglioso perché attraversato dalla creatività. Dove c’è poesia e musica c’è bellezza. L’arte è ascolto, è condivisione, crea unione e rappresenta un universo sconfinato dove non esiste il male.
Artisti tra improvvisazione, passione e talento. Che significato attribuisce a queste parole?
Ogni percorso artistico contiene una buona dose di improvvisazione. È quel lampo inatteso, quel momento fugace che afferri al volo e trasformi in arte. Alcune canzoni nascono da incontri strutturati, da progetti pensati a tavolino; altre, spesso le più belle, sono il frutto di un’idea improvvisa che devi catturare e fissare in parole e melodia. L’improvvisazione è una compagna di viaggio per ogni artista, ma anche per un conduttore televisivo, specialmente in diretta, quando bisogna essere pronti a colmare un vuoto o gestire l’imprevisto. Accade anche nella vita di tutti noi: per quanto si possa pianificare, le variabili sono sempre pronte a stravolgere ogni scaletta. Il talento, invece, è un dono innato, qualcosa che si percepisce subito e che affascina perché rende straordinario ciò che una persona fa con apparente semplicità. Il talentuoso ha un dono che è mille volte più potente di qualsiasi tecnica appresa, è fondamentale, senza si va poco lontano, soprattutto oggi. Il pubblico non si lascia ingannare facilmente, ha bisogno di talenti capaci di resistere al tempo, di mettersi o sempre in discussione, costantemente in discussione e di accettare consigli per affinare il proprio dono. È ciò che ho sempre fatto nella mia carriera: ho imparato a nutrire il mio talento con umiltà e dedizione. Ma il talento da solo non basta, senza la passione per il proprio mestiere si rischia di diventare semplici mercenari. Se io avessi scelto questo mestiere solo per guadagnare denaro o per vivere comodamente, sarei finito molto tempo fa, professionalmente e forse anche fisicamente. La passione è il motore di tutto: senza di essa, noi artisti ed entertainer saremmo schiacciati dalla pressione psicologica, dallo stress di una vita precaria. È l’amore per ciò che facciamo a renderci capaci di sopportare tutto e a farci andare avanti, sempre.
Dalla sua posizione privilegiata di “osservatore” dell’arte di strada, cosa ha scoperto?
Ho scoperto il desiderio profondo di ritrovare empatia, quel piacere unico che nasce da uno sguardo, da un sorriso, dall’attenzione genuina delle persone. È quel “like” reale che, purtroppo, molti oggi cercano solo sui social. Chi ha tra le mani l’arte – che sia un giocoliere, un musicista o qualsiasi altro artista –, vive sempre in rapporto con il giudizio e l’attenzione degli altri, e sente il bisogno di conquistarla e condividerla. Gli artisti di strada che ho incontrato in questi anni, pur essendo perfettamente inseriti nel mondo contemporaneo e spesso attivi anche sui social, hanno una caratteristica in comune: vogliono mantenere vivo il contatto umano. Quando si esibiscono in una piazza o all’angolo di una via, il loro obiettivo è catturare l’attenzione di un passante distratto, che certamente non pensa a fermarsi ad ascoltare una canzone o ammirare un numero di giocoleria. Quando questo accade, quando un passante si ferma e si lascia coinvolgere, è una vittoria immensa, sia artistica che umana. Alla fine, tutti noi che viviamo di arte puntiamo a questo: a un incontro autentico, a un incrocio di sguardi e sentimenti. Senza questo, tutto rischia di diventare finto e artificiale, perdendo il senso più profondo dell’arte.
Anche lei con la sua carriera ha attraversato tante strade e piazze…
Anche il mio ultimo giorno dell’anno ero in piazza a Ladispoli, tra la gente. Io me lo ricordo bene quando, nei primi anni Novanta, all’inizio della mia carriera, mi esibivo per strada, facendo un percorso molto simile agli artisti che ritroviamo nel nostro spettacolo. Ed è proprio questa la ragione per cui si crea un’empatia profonda con gli artisti che presentiamo, perché abbiamo esperienze simili sulla pelle.
Il programma terminerà proprio a ridosso di Sanremo… chiudiamo con una dedica e un in bocca al lupo a Carlo Conti (che è anche ideatore del programma)?
A Carlo Conti voglio molto bene. Nel 2015 mi chiamò per il suo primo Festival di Sanremo, dopo 18 anni dalla mia ultima partecipazione. Da quel momento, il nostro rapporto si è intensificato e mi ha portato fino a qui, in prima serata su Rai 1 alla conduzione di uno show che amo moltissimo. Non lo ringrazierò mai abbastanza, mi ha offerto un modo bellissimo per iniziare questa mia avventura televisiva. Gli auguro prima di tutto di divertirsi, perché in un progetto così grande, con una pressione enorme, dopo i vari Sanremo condotti da Amadeus, che hanno avuto un grande riscontro mediatico, il divertimento è fondamentale. Gli auguro di fare un grande Festival, che, tra l’altro, è il più grande reality show della storia della musica, il re dei talent. In quei tre minuti (che prima erano quattro, poi accorciati di un minuto) un artista deve essere efficace, sia se è la prima volta che sali sul palco dell’Ariston, sia se partecipi per cercare una conferma. Il Festival di Sanremo è un momento culturale importante per l’Italia che va difeso e Carlo ha fatto un importante lavoro a cominciare dal cast.
Anche Sanremo è una immensa piazza di talento…
Proprio così, lo è da sempre e per questo il mondo ce lo invidia. Dobbiamo esserne fieri e, anche se a volte ha sofferto un po’, grazie allo straordinario lavoro artistico dei direttori artistici, negli ultimi anni è stato riportato davvero in alto. Oggi tutti vogliono partecipare al Festival, perché la visibilità che offre non si trova in nessun altro evento promozionale.
L’edizione di quest’anno, che vede Nek affiancato da Bianca Guaccero, reduce dal grande successo di “Ballando con le Stelle”, è ancora più coinvolgente grazie a una serie di novità pensate per stupire e appassionare il pubblico. Ogni puntata si apre con numeri spettacolari che coinvolgono i conduttori, l’orchestra e il corpo di ballo, dando il via a un inizio scoppiettante. Ancora più protagonisti i “passanti importanti”: le stelle del mondo dello spettacolo diventano parte integrante dello show, interagendo direttamente con gli artisti e contribuendo a creare momenti di varietà memorabili. Anche questa seconda serata sarà una grande festa, ricca di sorprese, con interventi musicali inaspettati di artisti affermati che duetteranno con i talenti in gara, regalando loro momenti da sogno e partecipando a numeri unici creati appositamente per l’occasione. Lo studio, completamente rinnovato, e il grande palco esterno ospiteranno anche le coreografie del corpo di ballo, che arricchiranno ogni esibizione, e i numeri spettacolari di artisti di fama internazionale. A supportarli, la band del Maestro Luca Chiaravalli. Rimangono intatte le caratteristiche che hanno reso Dalla Strada al Palco una celebrazione universale dell’arte e della libertà di espressione: al centro dello show ci sono gli artisti e le loro storie. Performer di ogni genere, provenienti da tutta Italia e dal mondo, porteranno sul palco la loro passione, il loro straordinario talento e il loro rapporto unico con il pubblico. Le performance saranno giudicate dal pubblico e dagli ospiti in studio, che, insieme, alla fine di ogni puntata decreteranno i migliori. Questi si sfideranno durante la puntata finale per aggiudicarsi il premio di miglior artista di strada d’Italia.