MINA SETTEMBRE 3

Travolti dall’anima di Napoli

Terza volta per Serena Rossi e Giuseppe Zeno, protagonisti assoluti della nuova stagione di una serie amatissima dal pubblico, diretta da Tiziana Aristarco, in onda la domenica in prima serata su Rai 1

A questo punto della vostra frequentazione con Mina e Domenico, cosa rende questi due personaggi così speciali per il pubblico e per voi?

SERENA ROSSI: Io voglio molto bene a Mina, mi piacerebbe averla come amica. È una donna così aperta, solare, accogliente ed empatica, sempre pronta ad ascoltare e a dare consigli. Credo che tutti, in fondo, ci meriteremmo una Mina Settembre nella nostra vita. Penso che questa grande umanità che traspare dalla serie sia uno degli elementi che l’hanno resa così amata, sia dal pubblico che da noi interpreti.

GIUSEPPE ZENO: Domenico è un “essere umano” che vorrei come amico anche io. Mi dà l’impressione di essere una persona che non si arrabbia mai, sempre conciliante. È un personaggio buono, mi ispira una grande tenerezza. Non credo che, nel corso delle varie stagioni, lo abbiamo mai visto davvero arrabbiato…

SERENA ROSSI: Beh, una volta ha fatto a botte con Giorgio Pasotti (ride)… che lusso vedere due uomini lottare per me!

GIUSEPPE ZENO: (sorride) In generale, però, Domenico è un uomo accogliente. Sono davvero molto felice di avergli prestato il mio corpo, la mia voce e, spero, anche un po’ di anima.

In scena personaggi che devono trovare un equilibrio tra un’empatia umana piuttosto spiccata e l’esigenza di mantenere un distacco professionale per non essere travolti dalle situazioni. Ci riusciranno?

SERENA ROSSI: Mina ha ormai una notevole esperienza professionale e, quest’anno più che mai, la vedremo più pacata ed equilibrata, meno impulsiva e istintiva rispetto al passato. Nel corso di queste stagioni abbiamo assistito alla sua crescita. In questo terzo capitolo sarà affiancata da una giovane assistente, che invece somiglia alla Mina delle origini: irruenta, un po’ goffa, decisamente incasinata. Mina cercherà di insegnarle come mantenere il giusto distacco nel lavoro, e in parte ci riuscirà. Tuttavia, la vera natura di Mina – la sua empatia, il suo cuore – continuerà sempre a emergere, ed è proprio questa la sua forza, anche sul lavoro. È il motore che le permette di stare accanto alla gente e aiutarla, senza mai temere di fallire. Una persona così non si può che amare.

GIUSEPPE ZENO: Mentre Mina cresce, Domenico invecchia e matura. Anche se negli episodi non lo vediamo interagire troppo con i suoi pazienti, il suo ambito professionale rimane sullo sfondo, ma è chiaro che è un medico affermato. E sappiamo bene quanto le sue pazienti lo adorino, grazie al suo modo di essere e di comportarsi. Questo contribuisce a strappare un sorriso in un contesto dove spesso si affrontano drammi e situazioni complesse. Domenico, insieme a Mina, e contando sull’aiuto degli amici e degli assistenti, cerca di risolvere questi problemi con umanità e delicatezza.

E ovviamente c’è Napoli con la sua personalità…

SERENA ROSSI: Napoli è un po’ la nostra mamma, le nostre radici. Attraverso l’occhio di una regista milanese, quindi esterno, viene raccontata una città a 360 gradi, con i suoi mille colori – come diceva Pino Daniele – le sue ombre, il suo sole, la sua luce, le difficoltà e il mare. Napoli è una città costruita sul magma di un vulcano, un luogo che ribolle di umanità e che sa sempre sorprendere. Quest’anno, più che mai, mentre giravamo, ho avuto la conferma di quanto Napoli sia un luogo emotivamente profondo, caldo, capace di accoglierti e abbracciarti. Siamo stati davvero amati, coccolati, stimati, e questo calore mi ha commosso in tante occasioni. La generosità che questa città dona senza chiedere nulla in cambio è qualcosa di raro.

GIUSEPPE ZENO: Napoli l’ho riscoperta nel tempo. Sono andato via quando ero molto piccolo, ma ne conservavo un ricordo bellissimo. La fortuna di questa serie, iniziata più di quattro anni fa, è stata darci l’opportunità di osservare il processo di trasformazione della città. Oggi Napoli è un punto di riferimento culturale, non solo italiano ma europeo, e noi ne siamo stati testimoni. Come dice Serena, la generosità della città ci ha travolto. È una generosità che può accadere ovunque in Italia, ma a Napoli si esprime in un modo unico. È una città che vuole essere protagonista, e ogni piccolo gesto ne è la prova.

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